Una serie televisiva che viene trattata come fosse un film, girata in pellicola e con attori di prim'ordine. Matthew McConaughey, fresco di premio Oscar, e Woody Harrelson, per quella che viene definita "il capolavoro della HBO".
A Roma è stato presentato alla stampa il cofanetto Blu-ray di True Detective prima stagione, in uscita il 7 ottobre e ricchissimo di contenuti speciali, dietro le quinte e molto altro. Ed erano presenti a questa presentazione il direttore del doppiaggio italiano Rodolfo Bianchi e Pino Insegno, che dà voce a Martin Hart, il personaggio di Harrelson. Due voci molto intense, ma due modi di approcciarsi all'audience molto diversi. Personaggio di spettacolo, sempre alla ricerca della ribalta Pino Insegno, grandissimo professionista abituato a stare più dietro le quinte che sul palco (sebbene la sua esperienza teatrale non sia da sottovalutare) Rodolfo Bianchi.
Un materiale di enorme qualità
Sembra strano sentire dalla voce profonda di Bianchi che i film e le serie andrebbero fruiti in lingua originale. Eppure è proprio così che ha esordito, raccontando la sua reazione quando ha visto True Detective: "Mi sono posto esattamente come faccio con i film di Scorsese. Quando vedo qualcosa di così particolare, di tanto buono, dico che non si può doppiare. Faccio il doppiatore, nasco attore e dico sempre che è meglio vedere qualcosa in lingua originale. Possiamo dare il massimo, possiamo rispettare le atmosfere, riprodurre le emozioni, ma non potranno mai essere quelle che hanno provato gli attori sul set. La fruizione di un'opera su larga scala è importante, ma per me è sempre terribile, perché temo di non essere all'altezza. Poi alla fine mi metto lì, con certosina pazienza, anche di notte, e lo porto a termine con impegno e umiltà".
Ed è certamente l'umiltà, oltre a massicce dosi di bravura, che ha sempre caratterizzato la lunga carriera di Rodolfo Bianchi, che ormai ha l'occhio critico per quanto riguarda molti aspetti di una produzione: "Secondo me anche in Italia abbiamo grandi talenti. Ma negli Stati Uniti hanno il coraggio di investire su Nic Pizzolatto (lo sceneggiature di True Detective, ndr). Noi abbiamo giovani che hanno voglia e idee meravigliose. Forse se il Ministero, o chi per lui, ci aiutasse a portare avanti anche le nostre creatività, potremmo arrivare anche noi a livelli internazionali. Le persone ci sono, mancano le occasioni". Pino Insegno non fa che confermare la versione del suo direttore e racconta quanto sia preciso in sala doppiaggio: "Lavoro con lui da 30 anni, quindi so quanto è meticoloso, ma riesce sempre a stupirti. A volte bastava pensare la battuta e lui ti diceva 'Un po' troppo, fai un po' meno'. Non avevo nemmeno parlato, ma lui dallo sguardo già capiva le mie intenzioni".
Matthew e Woody non parlano come siamo abituati
Adriano Giannini e Pino Insegno non sono le voci "ufficiali" di Matthew McConaughey e Woody Harrelson: "Di solito cerchiamo di mantenere le voci a cui il pubblico è abituato", spiega Bianchi, "ma stavolta abbiamo voluto cambiare. Sarò impopolare, ma non credo che un attore debba essere doppiato sempre dallo stesso doppiatore. Non sempre un doppiatore è in grado di essere quell'attore in tutto ciò che interpreta. Ho doppiato Harvey Keitel ne Il cattivo tenente, e ora sono di nuovo lui in Youth - La giovinezza. Nel frattempo ha avuto altre voci, registri per cui non potevo essere io". Ma Insegno rassicura che le scelte sono sempre dettate dalla professionalità: "Quello del doppiatore è un mondo di professionisti, non ti ritrovi la fidanzatina di qualcuno. Se non passi il provino tu, vuol dire che è stato preso uno più bravo".
Difficoltà sì, ma più tempo
"Abbiamo iniziato il doppiaggio dal presente, con gli interrogatori", racconta Insegno. "Doppiare questa serie è stato difficile sempre, anche quando non parlano. Harrelson quando non parla fa paura. Dietro la semplicità si nascondo le complicazioni più assolute, un banale buongiorno non sai mai come dirlo". Ma Bianchi ringrazia perché solitamente per le serie TV il tempo concesso ai doppiatori è poco, invece con True Detective è stato diverso: "La serie televisiva, quando è di grande importanza, come questa o Il trono di spade, ottiene anche tempo di doppiaggio in più. A volte siamo costretti a correre, e il concetto è sbagliato a monte. Noi, da contratto nazionale del lavoro, dobbiamo completare un tot di righe per ciascun turno. È chiaro che tutti vogliono risparmiare, tutti devono essere più concentrati per dare un buon prodotto. È un'eterna lotta, perché con la fretta il rischio di errore diventa altissimo".
Far doppiare i cartoon ai personaggi famosi
Con due doppiatori così, che contano al loro attivo anche diversi film d'animazione, era inevitabile che uscisse fuori la domanda: la loro opinione sui personaggi famosi, non doppiatori, che danno la voce ai cartoon. "Purtroppo è una pratica che esiste da tanto", sospira Insegno. "In America chiamano gli attori, li fanno parlare e poi disegnano i personaggi su di loro. Da noi per cercare di equiparare questa cosa, si chiamano personaggi famosi, non capendo che così si rischia di rovinare completamente il prodotto e che non porta a niente. Non credo che qualcuno vada a vedere un cartone perché c'è la voce di Belen Rodriguez: a vedere i Minions la gente sarebbe andata lo stesso. Inside Out, che ha solo doppiatori professionisti, ne è la prova". Bianchi si dichiara meno drastico: "_Un attore o un conduttore televisivo si può anche utilizzare, ma fateli lavorare bene. Ai direttori del doppiaggio dico: se vi accorgete che non funzionano, cambiate, abbiate il coraggio di farlo. Se dovessero chiedermi di dirigere un doppiaggio di un film d'animazione, pretenderei che si facciano dei provini meticolosi ad eventuali talent".