Un adattamento distante dal libro eppure efficace, Tre ciotole è il nuovo film di Isabelle Coixet liberamente tratto dall'opera di Michela Murgia. Nello scegliere di raccontare le tematiche dello scritto originrio, questo lungometraggio presenta allo spettatore una storia unica, più coesa e adatta alle esigenze dello schermo: la vicenda di una coppia, Marta e Antonio, che dopo anni di convivenza si separa.

Lei è un'insegnante di educazione fisica che, dopo l'abbandono, inizia a soffrire di vari disturbi, scoprendo poi di essere malata, mentre lui è uno chef che cerca di ricostruire la sua vita accettando quella nostalgia che deriva dall'essere di nuovo solo, sopportando con difficoltà una mancanza che inizialmente lo consuma.

Tante tematiche, quindi in un'unica narrazione che fonde situazioni, temi e personaggi per far vibrare le corde dell'anima dello spettatore, raccontando malattia, abbandono, crisi e solitudine in maniera autentica. Ne abbiamo parlato con Alba Rohrwacher e Elio Germano, interpreti dei protagonisti, che qui danno vita a due personaggi profondamente verosimili e complessi.
La video-intervista a Alba Rohrwacher e Elio Germano

I film spesso parlano in modo diverso a ciascuno di noi, vale sia per chi ne fruisce da spettatore sia per chi i film li fa. Ricordi, parti del nostro vissuto vengono toccate in maniera differente a seconda della nostra personalità o esperienze di vita. Abbiamo chiesto quindi ai due attori come Tre ciotole è riuscito a comunicare con loro.
Alba Rohrwacher sottolinea il modo in cui aiuti a comprendere situazioni anche distanti dalla nostra: "Ci da una chiave di lettura sulla vita, ci fa capire come è possibile rapportarci al reale senza per forza dover attraversare il dolore che passano questi personaggi. Ci può fornire una chiave di lettura sul mondo attraverso di loro."
Il valore delle piccole cose
Il vissuto dei personaggi è importante anche per Elio Germano, interprete di Antonio: "Sono tutte persone che cercano disperatamente forme per comunicare l'un l'altro, si sfuggono e hanno problemi relazionali. Il film è pieno di questioni, come il libro e questo è un aspetto che rende molto bene. Le grandi questioni non sono nella trama, emergono aldilà di quello che succede ai personaggi. Gli accadimenti sono un detonatore per rimandare a tantissime tematiche che circondano il libro ci riguardano molto da vicino."

E per spiegarsi fa qualche esempio: "Uno dei temi, per esempio, che vedo io è l'elogio dell'inutile. I personaggi all'inizio sono scissi, come tutti noi, per capire ciò che è utile, ciò a cui dare priorità e ciò che invece non ha senso. Parlare con un cartonato, prendersi dei momenti per andare a cercare il supplì più buono di Roma, non lo so, commuoversi per un gelato, queste cose sono la parte fondante della nostra vita, dei nostri ricordi. Immersi in un mondo fatto di numeri e cifre non ce ne rendiamo conto finché non sappiamo di avere poco tempo."