Torino 2009, giorno 7: horror, Ferrario su Welles e ancora Coppola
Incursioni di genere al TFF che nella sua settima giornata offre al pubblico un documentario 'shock', due chicche dell'orrore con The Loved Ones e Pontypool, e due incontri prestigiosi, quello con Francis Ford Coppola che introdurrà in sala Scarpette Rosse e Rusty il selvaggio e quello con Davide Ferrario che renderà omaggio a Orson Welles.
Dopo la presentazione nei giorni scorsi del piccolo horror-tecnologico tedesco Record 12, il Torino Film Festival si rituffa nel genere. In programa oggi fuori dal concorso ufficiale due lungometraggi appetitosi per gli amanti del brivido, si tratta del teen-horror australiano The Loved Ones che segna l'entusiasmante esordio alla regia di Sean Byrne e narra in maniera ironicamente macabra i disagi affettivi di un gruppo di ragazzi di in una piccola cittadina australiana. Nonostante la scomparsa nel nulla di alcuni giovani della zona la vita sembra proseguire senza grossi patemi fino alla vigilia del ballo di fine anno, quando il ragazzo più aitante della scuola, dilaniato dai sensi di colpa per aver causato involontariamente la morte del padre in un incidente stradale sei mesi prima, si ritrova coinvolto in un incubo sanguinario e macabro solo per aver rifiutato di fare da cavaliere a Lola Stone, una ragazza che tutti conoscono come timida e sensibile ma che tra le mura di casa nasconde segreti e inclinazioni insospettabili...
L'altro lungometraggio orrorifico presentato oggi a Torino si intitola Pontypool ed è l'opera seconda di Bruce McDonald, regista già ammirato a Torino nel 2007 con il suo bellissimo film d'esordio The Tracey Fragments. La storia è quella di uno speaker radiofonico che dopo l'ennesimo lavoro perso accetta di condurre una trasmissione radiofonica del mattino in una piccola emittente con sede negli scantinati della chiesa di Pontypool, in Ontario. Quella che sembrava una mattina come tante si trasforma in un incubo quando gli abitanti della cittadina iniziano a manifestare uno strano disturbo del linguaggio. Sembrano tutti in preda ad un virus misterioso che si annida nella'espressione del proprio pensiero, un fenomeno che rischia di compromettere per sempre la comunicazione tra gli individui. Da un talento ribelle del cinema canadese un film sagace e originale contro l'imbarbarimento della società, liberamente tratto dal libro di Tony Burgess (anche attore nel film) e ispirato al radiodramma The Mercury Theatre creato negli anni Trenta da Orson Welles famoso per aver annunciato al mondo la prima (finta) invasione aliena sul pianeta Terra.
La citazione colta di McDonald è casuale ma ci offre la possibilità di parlare del quarto incontro della sezione Figli e Amanti in programma nel pomeriggio. Dopo Sorrentino, Zanasi e Martone è oggi il giorno di Davide Ferrario regista di Dopo Mezzanotte e Tutta colpa di Giuda e Tutti giù per terra che introdurrà la proiezione de Il processo di Orson Welles, il film di riferimento della sua carriera, una pietra miliare fondamentale per la nascita della sua professione di regista. Tratto liberamente dall'omonimo romanzo (incompiuto) di Franz Kafka e girato nel 1962, il film vedeva impegnato un cast stratosferico di attori Anthony Perkins, Jeanne Moreau, Romy Schneider, Arnoldo Foa e Elsa Martinelli, nonchè lo stesso Orson Welles.
La sezione Festa Mobile propone fuori dal concorso anche l'interessante documentario The Shock Doctrine diretto da Mat Whitecross e Michael Winterbottom ispirato dal libro di Naomi Klein è incentrato sulla dottrina dello shock utilizzata in luoghi del mondo e in periodi della storia flagellati da dittature e regimi capitalisti. Nata dalle teorie del vincitore del premio Nobel per l'Economia Milton Friedman è stata implementata negli ultimi quarant'anni nel cile di Pinochet, nella Gran Bretagna di Margareth Thatcher e nella Russia di Eltsin. Dal golpe cileno del 1973 all'invasione dell'Iraq strordinari materiali di repertorio svelano i llato oscuro del capitalismo vincente. A corredo degli scioccanti video di repertorio anche le interviste realizzate dalla Klein alle vittime degli esperimenti psichiatrici su cui si basano i manuali di tortura della CIA.
A completare la rosa anche il dramma di Yang Yang, lungometraggio taiwanese d'esordio del regista Cheng Yu-Chieh che porta il nome della sua protagonista, una ragazza che on ha mai conosciuto il suo vero padre, di nazionalità francese, che abbandona il mondo dell'atletica per dedicarsi allo show business. Quando la madre si risposa la ragazza si illude di poter avere finalmente una famiglia normale ma così non sarà. Dopo l'ennesima delusione Yang Yang fugge di casa abbandonando tutti e cominciando una nuova carriera. La solitudine e il dramma riemergono in lei quando viene scritturata per interpretare una ragazza di origini francesi, sarà in quel momento che dovrà fare i conti con i suoi fantasmi e con i traumi interiori legati alla sua identità. Primi piani, dettagli sotto la lente d'ingrandimento, malinconia diffusa delineano una figura femminile moderna e contraddittoria che ha le fattezze di Chang Yung-yung (accreditata come Sandrine Pinna), star del cinema made in Taiwan.
Il concorso di questa settima giornata del Torino Film Festival propone oggi il tenero e minimale film filippino diretto dall'esordiente Ralston Jover intitolato Baseco Bakal Boys, struggente dramma sull'infanzia e sull'amicizia ambientato nei quartieri disastrati della periferia di Manila che si avvicina stilicamente in maniera strabiliante a Lola di Brillante Mendoza, l'opera che ha commosso l'ultimo Festival di Venezia. Non a caso Jover è lo sceneggiatore di quasi tutti i film del regista filippino presente in questa stessa edizione del TFF nella sezione Festa Mobile con il premiato e acclamato Kinatay. Il secondo film in gara di oggi è il canadese
Crackie, diretto dall'esordiente Sherry White è incentrato sulla storia di Mitsy, un'adolescente abbandonata dalla madre alcolizzata ed affidata alla burbera e soffocante nonna Bride, con la quale è cresciuta dall'età di quattro anni in una casa sgangherata. Il suo sogno è diventare una parrucchiera, la sua vita affettiva si limita ad un flirt con un buono a nulla e all'adorazione ossessiva per un cane. Felice dell'iscrizione della nipote al college locale la nonna non sa però che la ragazza dopo la laurea intende trasferirsi definitivamente ad Alberta per vivere con la vera madre Gwennie, tornata a casa all'improvviso. Opera prima coinvolgente sull'indipendenza affettiva, sul rapporto-madre figlia e sulla difficoltà di spiccare il volo.
Concludiamo con una nota di colore che ieri in serata ha vivacizzato l'atmosfera delle vie del centro città. A far visita al grande Francis Ford Coppola per una passeggiata nel freddo torinese l'amico Roberto Benigni con consorte al seguito. Sette premi Oscar a zonzo nei dintorni del festival che hanno concesso autografi, scatti fotografici e sorrisi a tutti i fan che li hanno avvicinati. Il soggiorno torinese di Coppola si chiude stasera con la presentazione in sala di Scarpette Rosse e Rusty il selvaggio, due dei film più omaggiati dal maestro nel suo nuovo straordinario lavoro Segreti di Famiglia, presentato in questi giorni in anteprima nazionale al Torino Film Festival. Un pezzo di storia del suo cinema assolutamente da non perdere.