La prima giornata del Think Forward Film Festival 2014 ha permesso di scoprire i cortometraggi in concorso, provenienti da ogni parte del mondo, che hanno proposto prospettive e stili molto diversi tra loro, rendendo forse un po' complicato il lavoro dei giurati che attribuiranno stasera i premi ufficiali della quarta edizione dell'iniziativa in corso a Venezia, negli spazi della Fondazione Querini Stampalia.
I cortometraggi in concorso
Tra le opere in concorso, infatti, si passa da brevi documentari che raccontano situazioni e problematiche ambientali da scoprire e su cui riflettere, come lo scioglimento dei ghiacci nelle montagne del Perù al cento di Chasquis, diretto da Pepe Rubio Larrauri o le testimonianze raccolte da Abdel Filós in La Gota Más Importante, a corti più sperimentali e artistici, tra cui l'intenso Blaumar di Helher Escribano che in due minuti trasmette la disperazione di una donna di fronte alla scomparsa del mare. Tra realtà e finzione si muovono invece 1988, diretto da Bartlomé (Tomeu) Santandrea Borrás che intreccia un annuncio fatto al Congresso degli Stati Uniti nel 1988 con un incidente subito da un escursionista, Villeray della regista canadese Mélanie St-Arnaud Dubois che racconta come l'interazione tra vicini possa cambiare le abitudini e gettare le basi per uno stile di vita più sostenibile, o il simpatico Matress firmato Michelle Kee in cui è un bambino a rendersi conto dell'impatto ambientale causato da un gesto apparentemente poco importante come quello del gettare un materasso vecchio tra i rifiuti.
Molto nutrita la proposta di corti animati e, forse, la più interessante: Juan y la nube, del regista spagnolo Giovanni Maccelli è infatti un racconto molto originale e adatto a tutte le età in cui l'amicizia tra una nuvola e un bambino spinge a riflettere sulle scelte ecologiche compiute nella propria vita con un interessante uso del bianco e nero e dei colori, mentre il messicano Fosca Libre, diretto da Victoria Karmín, sperimenta stili visivi e tecniche particolari per compiere una dura critica alle attività minerarie e imprenditoriali. Più tradizionali e divulgativi, infine, il cortometraggio croato di Petra Zlonoga A Good Climate For Change dedicato all'iniziativa Coast a Day, e Green Cooling For a Warming World di Letty Felgendreher in cui si spiega in modo chiaro e immediato come i sistemi di refrigerazione siano legati al clima.
Il progetto sostenuto da Leonardo DiCaprio
Ad accompagnare la proiezione delle opere in concorso è stata la serie Green World Rising: un progetto a episodi il cui scopo è parlare dello stato del clima e proporre delle soluzioni utili ad affrontare i cambiamenti climatici. La voce narrante è quella della star Leonardo DiCaprio, da sempre molto attento ai problemi ambientali. Dalle emissioni di CO2 alla minaccia rappresentata dal rilascio di metano nell'atmosfera, fino ai problemi legati all'utilizzo di combustibili fossili, le puntate dirette da Leila Conners riescono a offrire informazioni scientifiche grazie a interventi di esperti, grafici e animazioni, risultando esaustive e al tempo stesso fonte di ispirazione per approfondire gli argomenti trattati.
Una riflessione su cinema e scienza
Per introdurre la tavola rotonda "Scienza e cinema" si è invece scelto di proiettare due documentari, fuori concorso: When Elephants Dance, The Grass Gets Beaten (diretto da Jan van den Berg) che unisce la storia di una coppia cambogiana con le difficoltà dei contadini ad affrontare il dominio delle grandi multinazionali che li privano della terra e dei mezzi per condurre una vita dignitosa; e Modern Nature (realizzato dal regista brasiliano Craig D. Leon), un'analisi delle problematiche che diventeranno di grande attualità nei prossimi anni, puntando la propria attenzione su quanto sta accadendo in Brasile, Ecuador, Stati Uniti, St. Kitts e Nevis.
Un intervento video di Folco Quilici ha permesso quindi di dare il via a un interessante dibattito partendo proprio dalle sue dichiarazioni: il regista italiano è infatti convinto che la gente non voglia sentire le cattive notizie e che questo limiti di molto l'utilità e la diffusione dei documentari su questioni spinose come quelle ambientali. Opinione in parte condivisa da Luca Mercalli, il meterologo e climatologo italiano che tornerà presto in TV su Rai3 con il programma Scala Mercalli, l'attrice Isabella Ragonese e la giornalista scientifica Cristiana Pulcinelli, che hanno sottolineato come spesso i film e le opere audiovisive riescano a influenzare i comportamenti individuali, trasmettendo messaggi positivi che vengono recepiti dallo spettatore, anche se il legame tra arte e insegnamento non è un elemento sempre fondamentale all'interno di un contesto molto complesso e ricco di sfumature.
La serie vincitrice di un Emmy
La chiusura della serata è infine stata affidata all'anteprima di due episodi di Years of Living Dangerously, la serie vincitrice di un Emmy Award che ha debuttato il 7 dicembre su Focus. Creato da Joel Bach e David Gelber (già autori di 60 Minutes), il progetto ha potuto contare sul contributo di star di Hollywood come il regista James Cameron o gli attori Matt Damon, Ian Somerhalder, America Ferrera, Jessica Alba e Harrison Ford, ed è stata arricchita da un interessante testimonianza del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Al Think Forward Film Festival sono stati proiettati due dei nove episodi dedicati a sensibilizzare sul tema del riscaldamento globale: Revolt, Rebuild, Renew e A Dangerous Future, dedicati rispettivamente alle politiche di found-raising attive nel settore delle energie sostenibili e al tentativo di capire quali saranno le conseguenze del cambiamento climatico, dell'avanzare del livello del mare, e i problemi di salute influenzati dal riscaldamento terrestre.