Non c'è momento migliore, per conoscere i segreti più inconfessabili di un individuo, degli attimi che precedono una morte imminente (o presunta tale). Toby Logan, paramedico trentenne, è la persona giusta al momento giusto, perché mentre salva poveretti acciaccati, ascolta i loro pensieri. The Listener, serie distribuita da Fox International Channels e sospesa alla fine della prima stagione, torna grazie alla canadese CTV, network che ha deciso di rilanciare lo show girato proprio a Toronto. Gli episodi inediti della seconda stagione, in partenza in Italia su Fox dal 19 aprile, promettono alcune novità: un lieve salto cronologico in avanti, per rimediare al periodo di sospensione, e una sostituzione: la pragmatica poliziotta Charlie lascia il posto alla meno scettica Michelle McCluskey, interpretata da Lauren Lee Smith (ex scienziata di Csi: Scena del crimine e - ironia del caso - ex esper di Mutant X). Toby, orfano di padre con una madre con analoghe capacità, ha rivelato il segreto delle sue abilità solo al dottor Mercer e all'amico e collega Oz, mantenendo il segreto con la fidanzata a intermittenza Olivia e con Charlie, che il ragazzo aiuta nei casi senza farsi scoprire. Con l'avvento di Michelle, Toby potrà finalmente aiutare le Forze dell'ordine senza sotterfugi e forse avventurarsi in una nuova relazione con la bionda (ex rossa/ex castana) co-protagonista femminile.
Come hai avuto la parte?
Tra il 2000 e il 2006 mi sono dato da fare per ottenere ruoli al cinema e in TV, sono andato a Los Angeles perché volevo concentrarmi sul lavoro e partecipare a quante più audizioni possibili, ma è tornando in Canada che mi sono guadagnato l'opportunità di sfondare. Sono molto fortunato di aver trovato questo ingaggio, ma la verità è che se non ti sbatti davvero il ruolo se lo becca un altro. Ho tanti amici che hanno assaporato la fama per un certo periodo e poi sono tornati nell'ombra e dallo loro esperienza ho imparato che è responsabilità tua non gettarla via. L'industria dell'intrattenimento corre veloce ed è dura starle dietro.
Nessuna serie dovrebbe andare avanti più di sette o otto stagioni, ma già dal pilot ho capito che The Listener mi sarebbe piaciuta e poteva piacere anche al pubblico. Alla fine, se dura troppo, rischi di sentirti un po' sbattuto e usato, come una marionetta. Il pilot è stato girato qualche mese prima del resto della serie, e alla fine della riprese non si sa mai quale sarà il destino dello show. È frustrante ma lo show e il suo destino diventano la tua vita. Non sai cosa aspettarti, è stressante dove aver investito tanto impegno e lavoro.
Com'è interpretare Toby?
Nella costruzione del personaggio di Toby ho cercato di metterci qualcosa di mio, mi sono preparato molto con il risultato che la gente sul set cominciava a trovare la mia immedesimazione un po' inquietante. Toby è molto riservato, cerca di mantenere il suo segreto e non rivela nulla del suo passato e così ho cominciato a fare io!
Com'è la fama improvvisa?
Ci ho messo un bel po' a conoscere la celebrità, avevo già partecipato a un'altra serie [Runaway, ndr] ma a dir la verità non ero pronto ad affrontare la notorietà. Forse ora lo sono! The Listener è girato a Toronto, come molte serie americane e non girate in Canada. Quando lo show è cominciato la città era tappezzata di giganteschi cartelloni pubblicitari: niente è più strano che vedere una foto immensa della tua faccia ovunque ti giri. Ciò che percepisci chiaramente quando la gente comincia a riconoscerti per strada è che godi di nuovi impensabili privilegi: non quelli di poterti permettere macchine veloci e costose, ma di avere un certo potere sul prossimo. Una prerogativa in comune con chi come Toby ha il potere di leggere la mente; Toby ha una forte responsabilità, sta a lui decidere se usare le sue doti per aiutare gli altri o se stesso.
Quante e quali sono le ragioni per le quali ti auguri che The Listener sia un successo?
Tante, per esempio per continuare a pagare l'affitto! Non sai quante notti ho trascorso sul divano di amici...
Perché è eccitante pensare che la mente umana non abbia limiti e che chiunque possa un giorno scoprirsi o acquisire queste capacità. The Listener non parte da una premessa fantascientifica, la mente umana può fare cose incredibili, e la telepatia è qualcosa di possibile per gli esseri umani: basta guardare i bambini di oggi, sono sveglissimi e intelligentissimi, l'evoluzione procede in fretta.
Il tuo momento preferito di The Listener?
Qualsiasi, basta che la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto, mi guardi interpretarlo. I miei nonni sono polacchi emigrati oltreoceano dopo la seconda guerra mondiale. Mio nonno è scampato ai campi di concentramento e mia nonna è una novantenne arzilla e parecchio vispa, che dopo una vita in Canada parla ancora con l'accento dell'Europa dell'Est. E tengo a mia mamma, soprattutto, me la sono portata con me qui in Europa dove visiteremo, Monte-Carlo, Roma, Parigi e il resto del continente, viaggiando per almeno un mese.
Cosa puoi anticiparci della seconda serie?
Posso affermare con sicurezza che ci saranno storie più avvincenti: la prima stagione è scritta bene ma per la seconda sono stati ingaggiati degli sceneggiatori straordinari e gli script saranno migliori. Il progetto è quello di approfondire la relazione tra Toby e i comprimari, come l'amico e collega Oz, che conosce il suo segreto, e i personaggi femminili. E... il resto devi vederlo.