Jillian Bell si mette alla prova nel ruolo di regista con la commedia Summer of 69, un mix di umorismo e buoni sentimenti ideato per parlare dei primi amori adolescenziali e del passaggio all'età adulta in modo leggero. Ispirandosi a film degli anni '90 che sono poi diventati un cult, come American Pie o Superbad, la storia presentata in anteprima al SXSW 2025 (e ora su Disney+) trova il modo di mettere in ombra i punti deboli della storia con un ritmo narrativo incalzante e alcuni personaggi secondari in grado di rubare la scena alle protagoniste.
Cosa racconta Summer of 69
La teenager Abby (Sam Morelos) ha una cotta per Max (Matt Cornett) fin da quando era una bambina, ma la sua insicurezza e alcuni momenti imbarazzanti ostacolano il suo sogno di avere un lieto fine. Il film Summer of 69 mostra quello che accade quando l'adolescente scopre che il suo coetaneo è ritornato e single e, dopo aver ricevuto delle informazioni molto specifiche sulle preferenze sessuali del ragazzo dalla mascotte della scuola, decide di trovare un modo per acquisire le abilità necessarie a conquistarlo.

Nella sua vita entra quindi in scena Santa Monica (Chloe Fineman), una spogliarellista che sta cercando di guadagnare 20.000 dollari per assumere il controllo del club in cui lavora dopo aver saputo che il suo capo (Paula Pell) ha un debito da ripagare che potrebbe portare a un passaggio di consegne dalle conseguenze drammatiche. Abby mente sostenendo di avere la cifra che le serve grazie ai soldi guadagnati grazie alla sua attività come gamer online, e tra le due si forma un legame che aiuterà entrambe in modo inaspettato.
Un film che diverte senza troppe pretese
Jillian Bell mette a frutto la sua esperienza tra le fila del Saturday Night Live per confezionare un progetto che, pur non essendo memorabile, riesce a intrattenere e divertire senza troppe difficoltà. Ad aiutarla ci sono molte altre star dello show, coinvolte nel cast con ruoli più o meno importanti che comprendono, oltre a Fineman e Pell, anche Alex Moffat.
La sceneggiatura, tuttavia, paga un po' l'influenza con lo storico show televisivo perdendo leggermente di fluidità e risultando maggiormente come una serie di sketch uniti tra loro in modo coerente, ma a tratti fin troppo brusco e affrettato.

Due protagoniste convincenti
Lo script, firmato insieme a Jules Byrne e Liz Nico, rimane a galla grazie alla bravura delle due protagoniste del film. Chloe Fineman sa trasmettere al personaggio di Santa Monica un ottimo equilibrio tra determinazione e ingenuità, tra spregiudicatezza e vulnerabilità, ma, soprattutto, tra opportunismo ed empatia. Santa Monica, con tutte le sue contraddizioni, risulta un personaggio per cui diventa davvero complicato non provare simpatia e affetto mentre cerca di salvare il proprio posto di lavoro e aiutare Abby a compiere un 'risveglio' personale, non solo sessuale.

Sam Morelos mantiene invece il suo personaggio ben ancorato alle insicurezze adolescenziali, tra sogni ad occhi aperti e divertenti interazioni con i genitori, senza dimenticare le ansie sociali che portano Abby a essere realmente sé stessa solo nascondendo il proprio volto dietro la maschera di AbbyCadaver. L'elemento narrativo legato al modo in cui la ragazza possiede una vita sociale online totalmente diversa rispetto alla dimensione reale in cui fatica a creare legami con i coetanei e a formare delle amicizie sincere, seppur lasciato un po' in ombra, risulta tratteggiato molto bene e in modo realistico, rendendo al tempo stesso inoltre semplice capire le motivazioni della protagonista e i suoi comportamenti.
Personaggi secondari in grado di rubare la scena
L'elemento legato alla scoperta del sesso, nonostante il ruolo centrale nella storia, viene usato prevalentemente per il lato comico del racconto, dando vita a situazioni sopra le righe e a incomprensioni dalle conseguenze divertenti.
La sceneggiatura preferisce invece concentrarsi sul valore della vera amicizia e sull'importanza di essere sé stessi anche quando non si rientra nei canoni imposti dalla società o dalle proprie false convinzioni sociali, ribadendo in modo chiaro, seppur prevedibile, che i veri legami si formano solo avendo alla base l'onestà e il rispetto reciproco.

L'introduzione di Santa Monica, mostrandone il legame con le colleghe ed evidenziandone la sua personalità, è uno dei momenti più riusciti di Summer of 69, anche grazie al talento di Paula Pell nella parte di Betty Spaghetti e ai tempi comici perfetti delle attrici coinvolte.
Non si può inoltre non apprezzare il coinvolgimento esilarante della mascotte della scuola, un vero e proprio 'eroe' mascherato che sembra sapere tutto di tutti. La sua presenza e le sue interazioni con Abby strappano facilmente delle risate senza alcuna difficoltà fin dai primi minuti della commedia.
Tra gli interpreti Charlie Day risulta un po' sprecato nella parte del villain unidimensionale, mentre Matt Cornett ha un materiale molto limitato a propria disposizione per provare a rendere Max qualcosa in più rispetto al classico stereotipo dell'atleta del liceo popolare che possiede inoltre un buon cuore.

Il difetto principale di Summer of 69 è, oltre alla prevedibilità della storia, l'eccessivo spazio ai buoni sentimenti e alla positività che attenuano l'impatto degli elementi maggiormente cinici e irriverenti, in grado invece di dare personalità a un racconto che, soprattutto nella parte finale, scivola in situazioni zuccherose e poco ispirate.
Conclusioni
Summer of 69 è una commedia piacevole e scorrevole che riesce a intrattenere grazie alle buone interpretazioni delle sue protagoniste. Nonostante uno script non privo di momenti poco incisivi, il film scivola rapido verso l'epilogo grazie alla capacità di Jillian Bell di gestire i propri attori, la comicità e il cuore che animano il progetto.
Il film non sembra destinato a lasciare un segno nella storia del cinema, tuttavia la narrazione funziona bene e raggiunge il suo scopo senza eccessive difficoltà, non lasciando insoddisfatti il target adolescenziale che si può riconoscere in Abby e il pubblico più adulto che può apprezzarne l'atmosfera un po' nostalgica e gli elementi più irriverenti.
Perché ci piace
- Il feeling tra le due protagoniste rende l'amicizia tra i personaggi credibile
- Il talento del cast sostiene anche i passaggi meno convincenti della sceneggiatura
- Il film, nonostante gli elementi legati alla sessualità, evita di scivolare nella volgarità
Cosa non va
- La sceneggiatura non è priva di momenti deboli e passaggi a vuoto
- Il villain della storia non è all'altezza del suo ruolo all'interno della narrazione
- Alcuni personaggi risultano fin troppo stereotipati e privi di spessore