
Steekspel: Paul Verhoeven presenta il suo nuovo esperimento a Roma
Il regista olandese di culto, da sempre fautore di un'estetica sui generis e fuori dagli schemi, presenta al Festival di Roma il suo innovativo mediometraggio, sorta di opera collettiva realizzata attraverso l'apporto creativo degli utenti di internet.
"L'ignoto è una delle condizioni che stanno alle basi della creatività", almeno secondo l'eclettico Paul Verhoeven, regista da sempre fuori dagli schemi e inclassificabile, fautore di un cinema anticompromissorio e senza mezze misure. In bilico tra i Paesi Bassi, terra d'origine in cui ha esordito e che lo ha di nuovo accolto artisticamente negli ultimi anni, e gli Stati Uniti, dove tra il decennio Ottanta e Novanta è stato artefice di svariati titoli divenuti in seguito di culto tra cui Robocop (1987), Atto di forza (1990), Basic Instinct (1992) e Starship Troopers (1997), Verhoeven è stato capace di approcciare in maniera multiforme numerosi generi differenti - dall'action alla fantascienza, passando per il thriller, l'erotico e il dramma storico - senza però mai rinunciare alla vocazione per la sperimentazione (molte volte lottando contro le imposizioni produttive hollywoodiane) e senza mai abbandonare alcune personali ossessioni autoriali, tra cui la fascinazione per i temi del sesso e della violenza. Non sorprende, dunque, che il regista olandese, classe 1938, si sia gettato a capofitto in una nuova avventura verso l'"ignoto", accettando di buon grado la realizzazione di un progetto del tutto peculiare, il mediometraggio Steekspel (Tricked), la cui genesi è frutto in massima parte della creatività degli utenti di internet. Il mediometraggio è una sorta di turbinosa giostra, condotta con verve e brio ma anche con una forte dose di cinismo, che ruota attorno a un industriale fedifrago (straordinariamente interpretato da Peter Blok), ricattato dai suoi soci d'azienda per aver messo incinta una ex dipendente. Nonostante la genesi collettiva del soggetto, in questo curioso esercizio di stile si rintracciano comunque elementi stilistici e tematici molto cari all'autore, tra cui appunto l'attenzione nei confronti della sessualità, affrontata sempre in maniera provocatoria.


E il risultato finale si è decisamente rivelato un successo, a giudicare anche dal fatto che il "format" dell'idea sta per essere venduto in altri paesi, tra cui la Cina. Spiega il produttore: "Eravamo interessati all'idea che il più importante regista olandese potesse mettersi al servizio degli stimoli provenienti dai suoi fan. Adesso vogliamo provare la stessa cosa anche in altri paesi e coinvolgere altri autori per realizzare nuove storie attraverso il medesimo procedimento".

A chi gli chiede cosa ne pensa dei rifacimenti di alcune sue opere di culto, come Total Recall - atto di forza e l'imminente Robocop, risponde un po' infastidito: "Ho visto il nuovo Total Recall di Len Wiseman, ma credo che non funzioni molto bene, perché si prende troppo sul serio. Inoltre, ho notato che dopo l'uscita di questo remake io e Arnold Schwarzenegger abbiamo ricevuto retrospettivamente delle critiche maggiormente positive rispetto a quelle dell'epoca. Invece è ancora presto per giudicare la nuova versione di Robocop, anche se alcune immagini diffuse lasciano intuire che anche in questo caso abbiano eliminato la vena ironica presente nel mio film". Infine, Verhoeven ha dichiarato che accetterebbe di buon grado di dirigere un nuovo episodio della serie di Bourne: "Adoro quella saga, di cui apprezzo soprattutto il secondo e il terzo episodio. Credo che la serie abbia dato vita a un nuovo modo di girare l'action, dando vita a uno stile di regia è più libero, fondato sulla camera a mano". Ma tra i sogni nel cassetto rimangono soprattutto i progetti mai realizzati, tra cui un'opera incentrata sulle Crociate assieme all'amico Schwarzenegger: "È un peccato che il film non sia mai andato in porto, anche perché sviluppava riflessioni interessanti su un tema controverso come la pedofilia". Sarebbe stato, ancora una volta, un salto verso l'ignoto...