Il nero più nero che esiste, la sofferenza ed il dolore, la crudeltà e la passione, lame rosse che illuminano il buio, ferocia ed ambizione. Così ci sono sempre apparsi in Star Wars i servitori del Lato Oscuro, sia nella trilogia originale, che in quella prequel, per finire quella del nuovo millennio, che tanto ha fatto e fa tuttora discutere. Molto è stato detto su di loro ed il loro mondo nei comics, nelle varie serie animate, romanzi e universi videoludici, si insomma in tutto ciò che Star Wars ha saputo creare negli ultimi decenni. Ma soffermandoci sulla saga cinematografica, e anche su ciò che Star Wars: L'Ascesa di Skywalker ci ha mostrato, è assolutamente doveroso riconoscere che tra chi si è lasciato irretire dal Lato Oscuro, vi siano alcuni dei personaggi tra i più affascinanti, meglio strutturati e più densi di significato della storia del cinema. Nella nuova trilogia abbiamo fatto la conoscenza di alcuni servitori del Primo Ordine, anch'essi connessi al Lato Oscuro, ma non appartenenti alla categoria dei famosi Sith, i machiavellici e pericolosissimi dominatori della Forza incrociati in passato.
Se vi è una cosa che abbiamo imparato è che chi serve il Lato Oscuro è sovente soggetto ad una grande imprevedibilità, poiché non è in grado di dominare le proprie emozioni o passioni, ed è chi è incredibilmente ambizioso, individualista, brama il potere, la forza e soprattutto la libertà nella sua dimensione più totale, più estrema. Il Lato Oscuro, come ricordato da Yoda, è del resto "più rapido... più facile... più seducente..." e "rabbia, paura, violenza: sono loro il Lato Oscuro! Veloci ti raggiungono quando combatti! Se anche una sola volta la strada buia tu prendi, per sempre essa dominerà il tuo destino!". Di certo un percorso che è maggiormente connesso alla visceralità, al seguire in modo immediato le proprie pulsioni... ma davvero questo crea solo malvagità? La faccenda è un pò più complessa di così, e se pensiamo a personaggi come Dart Vader e lo stesso Kylo Ren, ci rendiamo conto che il Lato Oscuro non è un viaggio di sola andata, e non arriva di certo per caso.
L'Imperatore Palpatine
Dal punto di vista cinematografico, nessuno è mai stato e potrà essere più connesso al Lato Oscuro più del Signore dei Sith per eccellenza, dell'ex Senatore poi diventato il fulcro di tutto ciò che vi è di malvagio e terrificante nella Galassia: Sheev Palpatine, meglio noto con il nome di Darth Sidious. Cattivo tra i più importanti della storia del Cinema, Sidious è in tutto e per tutto l'anima nera del mondo di Star Wars, l'essenza stessa del male, dell'inganno, della perfidia e della crudeltà. Sith tra i più potenti mai esistiti, Sidious è qualcosa di più di un semplice cattivo, quanto piuttosto il simbolo vivente del Lato Oscuro, della sua pericolosità, in un certo senso anche della sua efficienza. Oggettivamente gli Jedi per buona parte della trilogia prequel, appaiono assolutamente indifesi di fronte all'abilità, astuzia e perfidia di questo personaggio, capace di ingannarli per anni, addirittura di farsi passare per un nobile ed altruista servitore della Repubblica. Di fatto al termine degli eventi descritti in Star Wars ep. I - La minaccia fantasma, nonostante avesse perso il fedele Darth Maul e l'esercito droide della Federazione dei Mercanti, era riuscito a farsi eleggere Cancelliere della Repubblica. Già di per sé, questo ci faceva comprendere l'incredibile intelligenza e freddezza da parte di questo Sith, capace di ingannare anche i più saggi e perspicaci tra gli Jedi ed i politici che aveva attorno.
Abilissimo "trash-talker" e provocatore, sa quali punti andare a colpire, come scatenare la giusta reazione nell'avversario, secondo i dettami della tecnica Dun Möch, atta a distruggere la concentrazione di un avversario per mezzo di provocazioni ed insulti. Come se tutto ciò non bastasse, Sidious è un combattente a dir poco terrificante, dal momento che è sia uno schermitore di assoluto livello, sia un grande conoscitore del Lato Oscuro, in grado di usarlo per generare fulmini di Forza o catene di fulmini. Egli è talmente letale con la spada laser, da riuscire a sopraffare in pochi istanti grandi maestri Jedi del calibro di Kit Fisto o Agen Kolar, e solo Yoda e Mace Windu sono sembrati avere qualche possibilità di vittoria. Sidious infatti padroneggia tutti gli stili ed è soprattutto maestro nell'usare lo Juyo, il più imprevedibile e viscerale di tutti.
Star Wars: la figura dell'Imperatore Palpatine tra passato, presente e futuro
Manipolatore semplicemente geniale, è in grado non tanto di individuare il punto debole dei suoi avversari ma (cosa molto più complessa) di fargli deviare verso le proprie tentazioni, di convincerli che cedervi sia l'unica cosa giusta da fare.
Sa confondere, sedurre, sa corrompere il cuore degli uomini, convincerli che tradire sé stessi ed i propri ideali sia l'unica cosa giusta da fare per la Galassia, come con Dooku o Anakin.
Proprio con Anakin Skywalker questa tattica viene messa in pratica con un tempismo a dir poco perfetto, in Star Wars ep. III - La vendetta dei Sith cioè quando il "prescelto" è ossessionato da perdere Padmé, e Sidious riesce a convincerlo che gli Jedi sono deboli, opportunisti, falsi ed ipocriti e che solo il Lato Oscuro può salvare la sua amata e fargli sviluppare appieno le sue capacità.
Darth Sidious è quindi il Male, il male sposato all'ambizione personale, cieca, totale, che unito ad intelligenza e spregiudicatezza, portò uomini come Hitler, Stalin o Pol Pot a creare veri e propri inferni sulla terra.
Darth Vader
A conti fatti con lui si parla del vero, indiscusso, protagonista della saga, di quello che è indicato da molti come il villain più affascinante ed importante della storia del cinema, un personaggio incredibilmente complesso, carismatico, imprevedibile anche, nonostante la granitica apparenza, il suo incidere possente ed implacabile.
Darth Vader (il Fener italico difficilmente verrà dimenticato) nasce come Anakyn Skywalker, schiavo di Tatooine, generato dai midiclorian, un Figlio della Forza, un predestinato, anzi un Prescelto, colui che riporterà ordine ed equilibrio. Ancora oggi, secondo molti, egli lo ha fatto, anche se in modo molto diverso da ciò che ci si aspettava.
Anakyn Skywalker è una grandiosa unione di luci ed ombre, un ragazzo che vive un'infanzia durissima, da paria, trova infine la libertà ma è anche costretto ad abbandonare la madre, a recidere sostanzialmente con lei ogni tipo di legame.
Insicuro, pieno di paura, di dubbi su chi è e cosa vuole, controbilancia il tutto con gesti di grande avventatezza, arroganza, riconosce solo in Obi-Wan ed in Yoda dei mentori, delle guide, è combattuto tra la volontà di essere quel Jedi che tutti gli dicono diventerà e l'avere una maggiore libertà.
A poco a poco, trova in Padme non solo una persona da amare, ma anche un ulteriore motivo di attrito e divisione tra sé stesso e un Ordine di Jedi che da lui pretende solitudine e devozione assolute, dal quale si sentirà mano a mano più distante.
La morte della madre, per mano di una tribù di Tusken poi da lui massacrati, non solo creerà una ferita insanabile, ma lo porterà ad aprirsi totalmente verso il lato più violento e disperato della sua anima.
Irretito e sedotto da Palpatine, maschera dietro la sua incertezza il suo essere un maniaco del controllo, incapace di accettare o tollerare le idee degli altri, la precarietà dell'esistenza. Guerriero possente ma facilmente preda di ire e con poco equilibrio, nel momento in cui rimane soggiogato dal Lato Oscuro, dà libero sfogo alla sua arroganza, alla vanagloria, scambia la crudeltà per forza, si macchia di crimini orribili e finisce per soccombere all'intelligenza e resilienza del suo maestro. Con la morte di Padme, diventa un tutt'uno con il suo nuovo Imperatore , diventa Darth Vader. Alto, tutt'uno con quel nero che ne riflette lo stretto legame con la morte e la sofferenza, chiuso in un'armatura tecnologica con cui vive in simbiosi, avvolto da un elmo che fa rivivere in lui gli spettri del nazismo, di ordini oscuri e potenti come quelli dei templari o dei cavalieri teutonici, egli è vuoto ardente, portatore di morte, mano di ferro dell'Imperatore.
Eppure, dietro la sua natura spietata, fredda ed implacabile, vi è ancora traccia del ragazzo che fu, del padawan che stupiva il consiglio Jedi, del ragazzo pieno di speranza che fu, prima di diventarne massacratore. Si tratta di un cambiamento che avviene poco a poco, paradossalmente è lui a rimanere maggiormente sconvolto in L'impero colpisce ancora dalle sue stesse parole: quel ragazzo a cui ha appena staccato una mano è suo figlio, che vi è qualcosa di Anakyn ancora in questo mondo. Invece di odio od ostilità però, da Luke riceve pietà ed il richiamo ad una realtà dove non conta più ciò che ha fatto ma ciò che potrà fare, e nello scontro finale sulla seconda Morte Nera, realizza che per tutto quel tempo è rimasto prigioniero di una parte di sé stesso molto meno importante di quanto pensasse. Il suo sacrificio finale, il suo voler vedere il figlio Luke con i proprio occhi, sono anche la vittoria finale dell'uomo, del Jedi, sulla macchina, sulla tecno-dittatura che egli stesso ha servito, il gerarca nazista che all'ultimo salva il proprio onore, scagliandosi contro il dittatore della Galassia.
Darth Maul
Star Wars ep. I - La minaccia fantasma ancora oggi è un film che divide i fan e la critica, ma nessuno poté negare che avesse donato a tutti uno dei cattivi migliori della saga, qualcuno di molto diverso dal solito, più connesso ad una dimensione di ferocia e della gioia del combattimento. Darth Maul apparve come un demone luciferino, un zabrak armato di una spada laser a doppia lama che manovrava con una maestria impareggiabile, guerriero dal talento e dalla furbizia seconde a pochi, adattabile e paziente, anche in virtù del suo stile, il famigerato Juyo. Per tutto il film tallona Qui-Gon Jinn, Obi-Wan e gli altri protagonisti come certi sicari della serie di 007, con i quali condivide anche una sorta di mutismo che però non va a scapito dell'espressività, del suo sapere esprimere spietata determinazione, crudeltà ed un'arroganza che alla fin fine gli costerà la vita. Tanto piacque al pubblico da essere poi in realtà recuperato nelle serie animate, diventando uno dei personaggi più affascinanti e complessi dell'universo narrativo, ma per ciò che riguarda la trilogia prequel, egli rappresenta la prima, concreta, manifestazione di qualcosa che si sta insinuando nelle fibre della Repubblica.
Manca del carisma ed eloquenza di un Palpatine o Dooku, ha più del ninja, del guerriero legato ad antiche e selvagge tradizioni tribali come i maori o gli uroni, o magari legato al genere wuxia, eppure la sua fisicità, la sua rapidità, esprimono un potere ed una forza uniche nel suo genere, anche perché dimostra di saper usare anche la Forza in modo eccellente. In tutto e per tutto, il suo personaggio è collegato all'inifinita schiera di guerrieri, assassini, uomini d'arme che silenziosamente, nell'oscurità, hanno sovente influenzato la storia, plasmato il mondo, l'hanno cambiata col sangue, pur restando sovente dietro le quinte, ignoti alla Storia o ai libri che la descrivono. Ma è anche connesso a certi temibili creature demoniache e dell'oscurità di tutte le religioni e di tutte le epoche, provenienti da quello stesso abisso dove viene fatto precipitare dal preciso fendente di spada di Obi Wan.
Il Conte Dooku
All'estremo opposto di Darth Maul, c'è il Conte Dooku (Darth Tyranus il suo nome da Sith) personaggio tra i più eleganti, affascinanti e pericolosi della saga di Star Wars. A lui donò un grande carisma ed oscuro fascino il Dracula per eccellenza: Cristopher Lee, ed in effetti al leggendario Conte-Vampiro questo Sith aristocratico ed austero assomiglia davvero molto. Alto, elegante, avvolto da abiti neri e raffinati, Dooku è stato il maestro di Qui-Gon Jinn, e si è schierato dalla parte di Darth Sidious (diventandone il nuovo "allievo") apparentemente ne è servitore devoto. Al contrario di un Darth Maul, di un Kylo Ren o Vader, Dooku si distingue per essere un individuo sempre molto freddo, eloquente, sempre presente a sé stesso, calcolatore, abilissimo a dissimulare e fingere praticamente in ogni occasione. Grande conoscitore della Forza di entrambi gli schieramenti, filosofo, letterato, poliglotta e scienziato, è un combattente temutissimo, elegante e letale come pochi altri, ed utilizza lo stile Makashi, che ben si confà alla sua indole ed alle sue caratteristiche. Dotato di gran gioco di gambe, fluido e veloce nei movimenti, è dopo Palpatine il migliore nel "trash-talking" del Dun Möch, riesce a provocare, irritare e togliere equilibrio e lucidità agli avversari con insulti, insinuando dubbi e sferzanti attacchi personali.
Dooku si dimostra sovente crudele, spietato, abilissimo nel cercare di confondere, corrompere ed usare chi ha di fronte, per quanto in realtà egli nasconda in sé motivazioni e piani ben più articolati e complicati di quanto sembri.
Durante il suo dialogo con Obi-Wan su Geonosis infatti, si comprende che egli ha lasciato l'Ordine degli Jedi perché lo giudicava inadatto a fermare la corruzione nel Senato, e troppo incapace di vedere la realtà: la Repubblica è già da tempo dominio di Darth Sidious.
A posteriori ci si rende conto quindi, che Dooku molto probabilmente seguiva un proprio disegno, una propria strategia, ma quale: intendeva forse usare Darth Sidious per distruggere ciò che di marcio vi era nella Repubblica, per poi toglierlo di mezzo? Creare un nuovo Ordine dei Jedi?
Forse aveva avuto garanzie da Sidious sul futuro dell'Ordine Jedi che egli avrebbe guidato? Chissà. Nella realtà Dooku è qualcosa che si situa a metà tra un sith ed un jedi, si muove su un equilibrio precario, condannando con sdegno la cecità ed arroganza dei Jedi, incapaci di vedere le spire del male che si stringevano attorno a loro, ignari del pericolo che correva la Galassia.
A modo suo quindi, una delle migliori prove di quanto i "cattivi" di Star Wars, sovente siano stati qualcosa di diverso da ciò che appare, da ciò che sembravano ad una prima valutazione.
In lui rivivono i tanti uomini di corte, politici, consiglieri, Visir e maestri dell'intrigo, che rimasero impigliati nella loro stessa rete , fatta di ambiguità e di un'eccessiva fiducia in disegni politici e strategici troppo complicati.
In un certo senso la sua morte, ordinata direttamente da Sidious a ad un Anakyn contro il quale le sue provocazioni sono un errore fatale, ben rappresenta la sconfitta di un uomo troppo sicuro di sé e del proprio notevole intelletto, che fino all'ultimo non si accorge di essere solo una pedina del terribile Signore dei Sith.
Snoke
Con Snoke e la nuova trilogia, il concetto di malvagità e la sua connessione con il Lato Oscuro cambia radicalmente.
Nel nuovo corso immaginato da J.J. Abrams e poi da Rian Johnson infatti, all'impero ora si è sostituito il Primo Ordine, di cui Snoke è il Leader Supremo, e che ha come obbiettivo distruggere la Repubblica e instaurare una nuova dittatura.
Alla Morte Nera si è sostituito il pianeta-base Star-Killer, che semina morte e distruzione, su diretto ordine di lui, di Snoke, creatura misteriosa, ripugnante e dall'enorme pericolosità.
Si sa veramente poco sulle origini e su chi sia in realtà Snoke, egli ci appare come un essere vagamente umanoide, altissimo, magro, dal volto deforme e solcato da orrende cicatrici, vestito con un lungo abito dorato, egli (si badi bene) non è un Sith, non ne ha il titolo e neppure tutte le abilità, ma è un grande esperto nell'uso della Forza.
Apparentemente molto calmo e freddo, a dispetto di qualsiasi tipo di evento o situazione, nella realtà Snoke nasconde una personalità rabbiosa, terrificante, sadica e violenta, pronta ad esplodere in modo imprevedibile.
Autoritario, dittatoriale, tratta in modo sprezzante e con sufficienza Ben Solo, che è riuscito a convertire al Lato Oscuro, dandogli il nome di Kylo Ren e rendendolo Maestro e suo braccio destro. Un braccio destro che però tiene costantemente sotto scacco, di cui sfrutta incertezze e tentennamenti per spingerlo ad obbedirgli e renderlo sempre più una sua marionetta.
Snoke sa quanto Ben Solo idolatri suo nonno Darth Vader, e appena può lo paragona ogni volta che può al fu Anakyn Skywalker, sia per denigrarlo che per indicargli la via alla quale deve aspirare. Deciso a distruggere ogni forma di speranza nella Galassia, a rintracciare Luke Skywalker per distruggerlo, usa il legame tra Ben Solo e Rey per attirare quest'ultima in trappola capire dove si trova il suo maestro, cercando di convertirla al Lato Oscuro. Come Darth Sidious anche Snoke è un trash-talker di grande maestria, capace di sottomettere, sedurre, incutere timore e motivare con la sua eloquenza, e come lui minaccia, irride ed infine decide di distruggere chi non si converte al Lato Oscuro. Tuttavia la sua arroganza e la supponenza con cui crede di poter disporre di Kylo Ren, segneranno la sua fine, visto che il nipote di Vader lo ucciderà di sorpresa, dimostrandosi infine ben più astuto e abile di lui. Al di là del mistero sulle sue origini (che viene chiarito nell'ultimo episodio della saga), Snoke appare un concentrato di tutte le qualità e difetti morali ed intellettuali di chi serve il Lato Oscuro. Di certo è collegabile a quella moltitudine di figure storiche che molto presumevano di sé, ma a cui mancò sempre il talento, la saggezza o la decisione per fare la Storia, per vincere o per consolidare le proprie conquiste.
Kylo Ren
Senza ombra di dubbio il personaggio più affascinante, sfaccettato e misterioso della nuova trilogia, fin dalla sua prima apparizione in Star Wars: Il risveglio della forza ha catturato l'attenzione del pubblico e della critica, persino tra i più critici del nuovo corso della Disney. Ben Solo, figlio di Han Solo e di Leila Skywalker, aveva tutto per primeggiare e diventare il futuro dei Jedi, sotto la guida di Luke Skywalker: la Forza scorreva nella sua famiglia, era talentuoso, intelligente... eppure cadde preda delle lusinghe del Lato Oscuro da parte di Snoke. Una caduta che era stata intuita a suo tempo da Luke, il cui tentativo maldestro ed istintivo di ucciderlo aveva comportato la fuga di Ben, che aveva ucciso gli altri padawan e si era unito a Snoke. Per buona parte dei primi due film, Kylo Ren si muove con fare caotico, quasi rabbioso, intenzionato a ritrovare il suo maestro, a compiacere il suo Leader, a dimostrare di essere degno di portare una maschera che altro non è che il suo omaggio al nonno, a quel Darth Vader di cui conserva il casco come una reliquia.
Divenuto Kylo Ren, volto e longa manus di Snoke, egli però nasconde in sé una conflittualità enorme, uno spingersi contro-natura verso la distruzione di ciò che era che coincide con distruggere chi lo rappresenta. Uccide il padre, è vicinissimo ad uccidere la madre, brama di togliere la vita al suo vecchio maestro, ma dentro è divorato da un conflitto tra luce ed oscurità che sia Snoke che Rey intuiscono, sentono. "Il richiamo della Luce" diventa sempre più forte mano a mano che si rende conto che è attratto da Rey, da ciò che rappresenta, ma anche dal suo coraggio, dal fatto che sfidi il Leader Supremo apertamente. Anima in pena, tormentata, assurge a simbolo di una lotta interiore che è anche lotta del nuovo contro il vecchio, della presa di coscienza delle sue qualità, delle sue ambizioni. Uccide Snoke, uccide assieme a Rey anche le sue guardie, poi le offre di regnare assieme, ma non prima di aver ucciso il vecchio mondo, il vecchio conflitto. A suo modo passa dall'essere un ragazzo sperduto a rivoluzionario, una sorta di Robespierre o di Napoleone prima maniera se si vuole, almeno nella sua mente, che scopre in realtà ancora piena di fantasmi e sensi di colpa.
Per buona parte di questa trilogia egli non è né buono né cattivo, quanto un maledetto, un'anima tormentata in cerca di un suo posto nel mondo, che non sa chi è, non sa cosa vuole e cosa prova, è totalmente incapace di riconoscere i propri sentimenti, sa solo che dentro è pieno di dolore e disperazione, che troveranno una qualche risposta solo nel finale della saga. In tutto e per tutto, Kylo Ren ci ricorda che sovente la strada che porta all'inferno non è solo lastricata di buone intenzioni, ma di solitudine, tristezza, disperazione, non sapere chi è cosa si vuole, non trovare nessuno a cui confidare il buio che alberga nella nostra anima. La sua imprevedibilità, mutevolezza e difficoltà nel comprendere il suo posto nel mondo è testimoniata anche dal suo stile di combattimento, molto rozzo e istintivo, una sorta di versione spuria di quel Djem-so che Anakyn Skywalker ed altri grandi Jedi avevano usato con maggior maestria ed eleganza.