C'è un signore che di grandi poteri e di grandi responsabilità ne ha fatto un mestiere. Si chiama James Cameron, un regista che ha sempre visto il cinema come una sfida continua, cercando di superarsi film dopo film, senza accontentarsi mai. E allora non ci sorprende sapere che James Cameron tentò un'altra folle impresa: un film di supereroi agli inizi degli anni Novanta. Ovvero un azzardo, visto che all'epoca i cinecomic erano ancora considerati un genere sperimentale, rischioso e immaturo. All'epoca la Marvel aveva un solo film all'attivo, quel Howard e il destino del mondo che non aveva proprio lasciato un bel ricordo. Eppure James Cameron aveva capito prima di tutti gli altri lo strapotere di un personaggio come Spider-Man. Un'icona popolare e accessibile, in cui chiunque poteva riconoscersi. Il suo film sull'Uomo Ragno avrebbe spalancato le porte di un genere ancora bistrattato, sdoganandolo agli occhi del grande pubblico che prima di allora lo considerava un genere di serie B. Ve la raccontiamo in questo nostro piccolo documentario che ripercorre la triste storia dello Spider-Man di James Cameron. Un film mai girato, ma che in qualche modo siamo riusciti a intravedere lo stesso.
1. Realismo totale
"Spider-Man è il più grande film che non ho mai girato". James Cameron non le manda a dire, e ricorda così il suo Spider-Man mai nato. Rimasto soltanto una bozza racchiusa dentro una ragnatela. Siamo agli inizi degli anni Novanta. Per la precisazione dopo l'uscita di Terminator 2 - il giorno del giudizio, arrivato in sala nel 1991. È allora che James Cameron propone una sfida alla Carolco Pictures, all'epoca detentrice dei diritti cinematografici di Spider-Man. Cameron, grande amante del personaggio sin da ragazzino, vuole girare un film sull'Uomo Ragno. La Carolco legge la prima stesura di Cameron, che prevedeva Arnold Schwarzenegger nei panni di Doctor Octopus, parecchio linguaggio scurrile e riferimenti sessuali espliciti. Tutte cose da smussare. Così Cameron, dopo aver consultato anche un certo Stan Lee per assicurarsi di non tradire mai l'anima del personaggio, si rimette al lavoro, e sforna un lungo trattamento di 50 pagine con parecchie novità. Però la visione d'insieme, però, rimane quella iniziale. Il suo Spider-Man è un film realistico, verosimile, calato in una New York realistica. Cameron ancora oggi afferma: "Non Volevo fare un qualcosa fantasioso. All'epoca i cinecomic dovevano sembrare sembra roba per ragazzini, mentre mentre io volevo fare un qualcosa alla Terminator o Aliens, calato nella realtà. Non volevo raccontare un qualcosa di metaforico. Volevo parlare di un ragazzo morso da un ragno a New York, e che dopo aver acquisito dei poteri ha in mente questa fantasia di diventare Spider-Man, e perciò crea questo brutto costume, in cui fa fatica a stare e che gli dà problemi. Volevo un qualcosa di reale e che desse la percezione dell'esperienza umana". Stan Lee benedice il progetto e trova questo approccio realistico di Cameron "fresco e originale". Insomma, tutto sembra andare per il meglio. I presupposti sono incoraggianti. Ma cosa avremmo visto in questo fantomatico Spider-Man di James Cameron? Ve lo raccontiamo subito.
Spider-Man 4: cosa avremmo visto nel film di Sam Raimi
2. Tra sabbia e fulmini: la trama
Questo Spider-Man mai nato è diventato un oggetto di culto. Infatti l'intero trattamento di Cameron si può consultare on line da molti anni. Alcuni artisti hanno persino creato degli storyboard dell'intero script, visualizzando tutta la pellicola scena dopo scena. Insomma, ricostruire lo Spider-Man di Cameron è molto facile e immaginarlo nei nostri cuori non è certo un'impresa. Ovviamente il film sarebbe stato una origin story, con un Peter Parker liceale e adolescente alle prese con il fatidico morso del ragno. Incidente che avviene durante una dimostrazione scientifica. Le premesse, insomma, non sono molto differenti da quelle mostrate nel film del 2002 di Sam Raimi. Questo Peter Parker è segretamente innamorato di Mary Jane, che però sta con Flash. È un ragazzo leggermente disadattato, che vive l'adolescenza con un certo disagio nei confronti del mondo. Solo che il morso del ragno non fa altro che peggiorare le cose. L'elemento più rivoluzionario e interessante introdotto da Cameron, infatti, è l'origine organica delle ragnatele di Spider-Man. Idea che tradiva quanto mostrato nei fumetti, ma che Cameron trovava poco verosimile per la sua visione. Un giovane adolescente che si costruisce da solo un lancia-ragnatele artificiale è troppo inverosimile. E così ecco che le ragnatele fuoriescono dal corpo di Peter in maniera naturale, quasi come bisogno biologico del corpo di un adolescente in piena mutazione. Altra idea poi mantenuta da Sam Raimi per la sua saga. Ovviamente Cameron sfrutta questa idea per un'efficace metafora della pubertà, con le ragnatele che richiamano fluidi molto familiari a ogni ragazzino in piena crescita. Cameron vuole mettere in scena un Peter goffo, che viveva con molto turbamento il suo diventare Spider-Man e le sue inquietanti metamorfosi fisiche. Per certi versi è un freak che non riesce a integrarsi. Lo conferma anche il suo amore inespresso nei confronti di MJ, così come la scelta di mettersi ai polsi due cinturini camuffati da lanciaragnatele, per camuffare con vergogna la nuova capacità del suo corpo che lo spaventa. La trama prevede Electro come antagonista principale. E anche qui Cameron si prende delle libertà rispetto al fumetto. Electro non è l'alter ego di Max Dillon, ma di Carlton Stand, un ricco imprenditore che richiama molto da vicino la figura di Norman Osborne.
Stand è un folle megalomane, che dopo un incidente giovanile, ottiene il pieno controllo dell'elettricità. Questo gli ha permesso di creare il suo impero basato su tante piccole truffe informatiche in cui il nostro ha sottratto piccole somme di danaro dai conti corrente di milioni di persone. Il cattivone di turno mette gli occhi su Spider-Man quando lo vede in tv, ospite di un varietà notturno in cui Peter nei panni dell'Uomo Ragno acquista sicurezza in se stesso, diventando sempre più spigliato e simpatico. Strand chiede al suo scagnozzo Boyd, che non è altro che l'Uomo Sabbia, di raccogliere tutto quello che sa su questo nuovo Spider-Man. Perché? Perché il boss vuole reclutare tutte le persone con superpoteri della città per dominare insieme su New York. Però il reclutamento di Boyd (che non è proprio il più scaltro dei villain) non va a buon fine, visto che Spider-Man non accetta il suo tutt'altro che gentile invito a venire con lui. L'incontro tra i due, infatti, sfocia in un primo duello tra l'Uomo Ragno e Sandman. Dopo le cattive, Strand ci prova con le buone e invita Spider-Man tramite un bigliettino da visita. L'incontro tra i due, però, non va a buon fine, visto che il nostro Amichevole Arrampicamuri di Quartiere non accetta la proposta di Strand, che ovviamente va su tutte le furie. Così prima coinvolge il giornalista J. Jonah Jameson per organizzare una feroce campagna diffamatoria contro Spider-Man sulla stampa. E poi mette nel suo mirino MJ, che nel frattempo è stata difesa da Spider-Man dalle violenze di Flash, innamorandosi dell'eroe mascherato. La ragazza, che come nel film di Raimi ha problemi con i suoi genitori, viene rapita da Sandman e condotta al cospetto di Stand. Alla fine del film Spider-Man affronta i due nemici in una spettacolare battaglia sulla vetta delle Torri Gemelle. È uno scontro estenuante e violento in cui entrambi i nemici vengono sconfitti e uccisi da Spider-Man. Nell'epilogo Peter trova il coraggio di dichiararsi a MJ, sia baciandola che confessandole di essere Spider-Man. Vi ricorda qualcosa?
Grande potere, grandi responsabilità: Diamo i voti alle incarnazioni cinematografiche di Spider-Man
3. Un cast familiare
Svelata la trama, resta da svelare il penultimo mistero: chi avremmo visto nei panni di questi personaggi? Per Peter Parker Cameron punta tutto sull'allora 18enne Leonardo DiCaprio, all'epoca noto soprattutto per alcune apparizioni televisive. Poco prima della sua esplosione con l'eccezionale prova in Buon compleanno, Mr. Grape, Cameron aveva già intuito l'enorme talento e il carisma di un giovane attore che presto salperà con lui per altre avventure titaniche. Per Mary Jane la principale candidata era Robyn Lively, sorellastra di Blake Lively, al tempo nota soprattutto per Karate Kid 3. Ammettiamo grande rammarico quando pensiamo agli interpreti immaginati per zia May e Jonah Jameson. Il buon Cameron aveva in mente due volti praticamente perfetti per il ruolo: ovvero Maggie Smith e R. Lee Ermey (l'indimenticato sergente maggiore Hartman di Full Metal Jacket). Entrando nel campo dei villain, invece, Cameron sarebbe andato sull'usato sicuro. Per Sandman l'idea principale era Michael Biehn, ovvero lo storico Kyle Reese di Terminator e mitico Caporale Hicks di Aliens. Nel delicato ruolo di Electro, invece, riecco l'inquietante volto di Lance Henricksen. Anche lui già passato dalle parti di Aliens. Insomma, un progetto che agli inizi degli anni Novanta sarebbe sicuramente stato di rottura, in anticipo sui tempo e davvero intriganti sotto molti aspetti. Ed eccoci all'ultimi mistero da svelare? Ma perché alla fine non se n'è fatto più niente? Purtroppo questo Spider-Man purtroppo cadde in una spirale di problemi burocratici dovuti alla rivendicazione dei diritti e a problemi legati alla distribuzione in home video. Il che spazientì Cameron che alla fine mollò tutto. Però una cosa è certa: da questa sintesi si intuisce la visione molto realistica di Cameron con tantissimi spunti che poi verranno mantenuti da Sam Raimi. Anche perché non è certo un segreto: lo script di Cameron arrivò effettivamente nelle mani della Sony che, evidentemente, fece tesoro di questo prezioso film mai nato.