Ogni ragazza ha dentro di sé anche solo un briciolo di stoffa da diva e ogni uomo conserva un pizzico d'atteggiamento da primadonna. Potrebbero esserci le eccezioni del caso, ovviamente, ma per fortuna i sogni non sono ancora considerati un bene di lusso. In tempo di crisi, poi, rispolverare le glorie del passato ha quasi un effetto calmante. Il mito di Marilyn Monroe fa parte delle certezze che il nostro lato vanitoso ammira in un processo di identificazione piuttosto semplice. Evidentemente neppure Steven Spielberg è immune al fascino senza tempo dell'attrice e l'ha scelta come emblema della rinascita del musical in TV. O almeno così credeva quando si è lanciato nell'ambizioso progetto di SMASH. Invece pare proprio che l'avventura televisiva stia per concludersi con la seconda e ultima stagione che parte martedì 14 maggio alle 21.15 su Mya.
Quando si è alzato il sipario sullo spettacolo Bombshell a Boston la reazione del pubblico all'epilogo drammatico ha gettato la produzione nello sconforto. L'intero team creativo si è messo in discussione e anche le certezze del cast hanno iniziato a scricchiolare. La parola d'ordine del nuovo ciclo di episodi sembra essere "rivoluzione" ma per cambiare le regole del gioco non basta sostituire con un colpo di coda l'interprete principale, inserire qualche nuovo personaggio e rilanciare l'appeal della serie con nomi stellari del calibro di Liza Minnelli e Jennifer Hudson. Se il tono del musical deve cambiare, allora anche le storie dei personaggi che si trovano in scena o dietro le quinte devono avere delle basi solide per generare curiosità e interesse.I primi episodi, invece, vedono la sceneggiatura brancolare nel buio, in uno stato di confusione che in effetti riflette quello dei protagonisti, intenti a raccogliere i cocci dell'ego sgretolato ma, incapaci di reagire alle avversità della sorte.
La compagnia teatrale comincia a perdere i pezzi e accanto al miraggio di Broadway compare uno scenario più indie e sperimentale dove si rifugiano i talenti "incompresi" o "ingombranti" dello show di Eileen (Anjelica Huston). A fare da contraltare alla monumentale macchina organizzativa di Bombshell ci pensa il sogno americano di un giovane e talentuoso compositore, Jimmy (la new entry Jeremy Jordan), che lavora con il miglior amico in un bar per pagare le bollette e riscattare un passato turbolento.
Le sue velleità artistiche sembrano una parentesi quasi onirica a cui si abbandona in solitudine ogni notte, quando il locale è chiuso e resta solo il pianoforte a fargli compagnia. Una figura bohemien, insomma, che dovrebbe fondere romanticismo e trasgressione, ma che in realtà spesso finisce per annoiare, perché quel broncio perenne da bambino capriccioso e petulante invece di intrigare il pubblico, rischia di annoiarlo a morte. Eppure inspiegabilmente la vita lo circonda di buoni samaritani che gli offrono una seconda (e poi una terza, quarta e quinta) chance e gli consentono di portare le sue melodie su un palco vero.
(SPOILER Alert!) L'ebbrezza del proibito - condita con frustrazione professionale - potrebbe essere la causa che ha spinto Karen (Katharine McPhee) a buttare all'aria i sogni di gloria per esibirsi in un teatro delle dimensioni di uno scantinato. L'attrazione poco sana per Jimmy ne ha oscurato in parte la capacità di giudizio, lasciando nel frattempo campo libero alla "rivale" Ivy (Megan Hilty). Gli equilibri raggiunti a fatica nella prima stagione vengono destabilizzati e così Tom (Christian Borle) diventa regista al posto di Derek (Jack Davenport), che segue la sua musa nel panorama underground per dar vita ad uno spettacolo sperimentale e fresco, con le canzoni di Jimmy appunto. Equivoci, sgambetti e tradimenti diventano il backstage del doppio palcoscenico di SMASH, che inaugura la seconda stagione in maniera caotica e sincopata. Poi recupera man mano terreno grazie soprattutto alle melodie originali e alle coreografie coinvolgenti, ma senza mai replicare la magia dei primi episodi.
Nonostante il GLAAD Award, gli spettatori hanno progressivamente abbandonato la stagione, che da quattro milioni e mezzo è scesa sotto i tre con successivo cambio di giorno al sabato e poi alla domenica per il (gran?) finale del 26 maggio. Il sipario sta per calare, con qualche stonatura di troppo e un pugno di rimpianti.