Siamo ai titoli di coda, il punto dopo l'incontro con il Ministero e cosa accade ora

Dopo l'atteso incontro con il Ministero della Cultura e i rappresentanti delle maestranze si è fatto un passo in avanti con la pubblicazione dei decreti correttivi. Cosa sono e cosa c'è da fare? L'intervento di Dario Indelicato durante l'evento The Art of Italian Cinematography and Beyond.

Manifesto Siamo ai titoli di coda.

Era solo il mese scorso quando siamo riusciti a raggiungere telefonicamente Dario Indelicato, fondatore e rappresentante di Siamo ai titoli di coda, il comitato indipendente di lavoratori e lavoratrici del settore del cinema e dell'audiovisivo, per farci raccontare (l'intervista la trovate in questo articolo) gli sviluppi di una situazione altamente problematica e il cui esito è divenuto determinante per il futuro del movimento italiano.

Parliamo dell'enorme questione alla tax credit e le modifiche volute dal ministero guidato all'epoca da Gennaro Sangiuliano alla Legge che assegna i fondi pubblici. Conseguenze nefaste perché hanno finito con l'eliminare dalla lista dei richiedenti diverse società e generare un clima di terrore per le maestranze del cinema nostrano, praticamente immobilizzato da giugno del 2023. E il solito ping pong politico / ideologico nel mezzo del quale spesso si è perso il focus del discorso, come spesso capita nel nostro Paese.

La nostra conversazione avveniva in un momento cruciale, ovvero all'indomani della lettera indirizzata al ministro Alessandro Giuli dal comitato per un incontro urgente per incoraggiare la pubblicazione dei correttivi. Bene, quell'incontro è finalmente avvenuto il 6 giugno scorso e qualcosa in realtà pare si sia mosso. Indelicato stesso, tra gli astanti della riunione, ha deciso di raccogliere l'invito del Collettivo Chiaroscuro per raccontarne gli esiti all'evento The Art of Italian Cinematography and Beyond, tenutosi a Roma il 7 giugno 2025.

L'incontro

"Siete contenti?" è stata la prima domanda rivolta a Dario Indelicato, davanti al pubblico presente all'evento annuale del collettivo con presidente Paolo Carnera. "No, non siamo contenti" ha risposto Indelicato "sta passando un po' male questa informazione, ma c'è un notevole passo in avanti. C'è stato finalmente un terremoto e sta proseguendo il dialogo. Soprattutto si sveglia una polemica dal parco ideologico, ma i problemi non si risolvono con un incontro. È stata una battaglia".

Il giorno stesso dell'incontro sono stati pubblicati gli attesi decreti correttivi delle "storture precedenti che impedivano un vero e proprio pluralismo produttivo" e che hanno accolto varie richieste avanzate dal "fronte" allargato del comitato, anche perché, "era divenuto anche interesse del governo stemperare la tensione che si era venuta a creare tra le due parti". Specialmente dopo le polemiche molto forti che si sono venute a creare dopo la cerimonia dei David di Donatello.

L'incontro, tenutosi alla fine in una forma molto allargata rispetto ai pieni originali, ha coinvolto tra il ministro Giuli, il Sottosegretario Lucia Borgonzoni e il Direttore Generale Cinema e Audiovisivo Nicola Borrelli e Indelicato, Andrea Occhipinti di Lucky Red, Simonetta Amenta, presidente Agici - Produttori indipendenti, Vittoria Puccini di Unita, i produttori Stefano Massenzi e Corrado Azzolini, lo sceneggiatore Stefano Rulli e gli attori Beppe Fiorello e Claudio Santamaria, è stato dunque, almeno parzialmente, fruttuoso.

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Le correzioni

Ma cosa prevedono nel concreto queste correzioni? L'assunzione di un maggior numero di personale per la Direzione cinema, una trasparenza totale per favorire una tracciabilità più garantita riguardo le spese di produzione, un obbligo di reinvestimento per le imprese che beneficiano dei fondi nei riguardi di progetti "difficili", come cortometraggi, opere prime o seconde, documentari e in generare lavori dal basso budget e, soprattutto, difficilmente finanziabili in autonomia.

Per i lavoratori è previsto il recupero dei contribuiti per il 2024 e il 2025 con l'aggiunta di un bonus e la promessa di rivedere dei parametri tra i quali il minimo delle giornate lavorative per l'anno contributivo. Il decreto interviene anche (e questa era una delle missioni del movimento Siamo ai titoli di coda) sui criteri con cui si può accedere ai contributi con un maggiore controllo e nuove sanzioni. Controlli che prima non erano così puntali.

E ora che succede?

Insomma, è fondamentale che un cambio di rotta sia stato, innegabilmente, compiuto. Al di là che questo sia accaduto per motivi comprendenti anche degli aspetti di convenienza politica e quindi non per forza solo strettamente legati al riconoscimento concreto degli errori o della situazioni dei lavoratori. C'è stata anche una dichiarazione congiunta al termine dell'incontro che ha evidenziato come sia stato riscontato un clima favorevole all'interno del quale poter continuare a confrontarsi.

Quindi, "e ora che succede?" viene chiesto a Indelicato alla fine del suo intervento all'evento del Collettivo Chiaroscuro, che risponde: "succede che da oggi in poi dobbiamo stargli addosso ancora più di prima. C'è un dialogo più costruttivo, ma che ora loro devono concretizzare. Non c'è una resa". Quello che serve, secondo uno dei fondatori del comitato è "un reale osservatorio che sia in grado di affermare quali siano i numeri reali dell'indotto" soprattutto per l'ambivalenza che c'è nella percezione della crisi, avvertita solo dal fronte dei lavoratori.

Il futuro, almeno quello immediato, rimane comunque pieno di incertezze e non solo per il trauma a cui tutto quanto il movimento è stato costretto per questa reiterata mala gestione da parte di chi ha deciso di intervenire per correggere qualcosa che doveva essere corretto, complicando però ulteriormente la situazione. I problemi non sono infatti solamente legati alla diminuzione delle casse del ministero, ma anche al calo degli investimenti internazionali, comprese le piattaforme, che stanno investendo meno. "Bisognerà trovare un gioco sostenibile in grado di sostenere tutti, in particolare la componente più autoriale e quella legata alla piccola e media imprenditoria".