Shin Nosferatu, come Shin Godzilla o Shin Ultraman o Shin Kamen Rider. Alla giapponese, anche se l'opera in questione è un fumetto italiano, firmato da Roberto Recchioni. Shin, come nuovo, ma non solo, perché il significato della parola giapponese dipende dal kanji usato per scriverla, o meglio shin è lettura di diversi ideogrammi che hanno significati diversi, in una lingua ricca di omofonie come quella nipponica. Lo sottolinea anche Marco Manetti nella bella e interessante prefazione al fumetto edito da Edizioni BD: shin come nuovo, ma anche shin come vero, autentico. E, aggiungiamo, onesto e sincero, andando a pescare ancora un altro kanji che si può leggere in questo modo e che ci sembra in linea con l'intento artistico che ha animato l'autore per il suo Nosferatu.
Insomma un'operazione che sin dal titolo ci fa capire le intenzioni di Roberto Recchioni nel voler ri-raccontare la celebre storia di Nosferatu o, se vogliamo, del Dracula di Bram Stoker, opera fondamentale della letteratura gotica, vero "spartiacque tra '800 e '900" come sottolinea Marco Manetti introducendo il volume, un libro e un personaggio che hanno segnato tanto di quel che è venuto dopo in campo cinematografico, letterario e nell'arte in generale. Un'opera che Recchioni riprende, omaggia e ci racconta ancora una volta con uno stile suggestivo, affascinante. Nuovo e autentico. Shin per l'appunto.
Orlok, il vampiro
La storia la conosciamo, perché è quella del film di Murnau del 1922 così come del nuovo di Eggers appena arrivato in sala, ma ovviamente ricalca quella del Dracula di Bram Stoker, a cui il regista e sceneggiatore tedesco si era ispirato oltre un secolo fa, cambiando il necessario per eludere il copyright, a cominciare dal titolo al nome dei protagonisti: Dracula diventa quindi il Conte Orlok, mentre è Hutter il nome del giovane impiegato presso un'agenzia immobiliare, inviato in Transilvania dal suo principale Knock per firmare gli atti di una compravendita relativa a un'abitazione da prendere in città. È l'incontro con qualcosa di terribile e antico, che punta a espandere il suo raggio d'azione oltre i Carpazi che sono la sua casa, superando un lungo viaggio in mare per stabilirsi nella sua nuova dimora di fronte a quella di Hutter... da cui inizia a spiare Ellen, la moglie dell'uomo, che diventa la sua nuova vittima.
Shin Nosferatu, un fumetto sui generis
È un'opera a fumetti peculiare lo Shin Nosferatu di Recchioni, perché limita all'essenziale i testi per dar spazio alle immagini. Come un film muto, con tanto di pagine di intermezzo per ospitare i titoli, che strizzano l'occhio alle didascalie che introducevano i capitoli di quei classici del cinema del passato. Questo non rende l'opera una storia illustrata, perché la scansione narrativa resta quella del fumetto, con la sua suddivisione delle tavole in vignette, le onomatopee e pochi, mirati testi che le accompagnano. È un'opera che si legge e ammira tutta d'un fiato per come tiene e gestisce la tensione, pur in una storia che ben conosciamo, ma che allo stesso tempo porta a soffermarsi sulla singola pagina, sui dettagli, sulla resa di un particolare snodo dell'intreccio.
Il fascino delle tavole
Sono proprio i dettagli a colpire, alcune scelte interessanti anche dal punto di vista dell'impostazione generale e della costruzione dell'opera nel suo insieme, come il cambio di colore della base delle tavole, e della pagina introduttiva col titolo, quando si arriva a parlare della peste o dell'alba finale. Così come è intrigante, ed è funzionale al racconto, il contrasto tra lo stile pittorico e di grande impatto visivo che permea le tavole, a cui si abbina il character design più da manga, che richiama alcune delle opere classiche di Go Nagai, Devilman su tutte.
Insomma Shin Nosferatu di Recchioni è una versione personale e compiuta del mito di Dracula nella resa cinematografica immaginata da Murnau più di un secolo fa, che riesce a riprodurre e rinnovare il fascino di una storia senza tempo che ha segnato l'immaginario popolare contemporaneo. E continuerà a farlo, anche grazie a nuove versione come questa.
Conclusioni
Affascinante, d'impatto, originale pur raccontando una storia ben nota a tutti: Shin Nosferatu di Roberto Recchioni è una storia che si divora ma che allo stesso tempo si torna a spulciare per notare i dettagli e ragionare sulle scelte narrative e visive. L'autore propone con efficacia una propria, nuova, sentita versione di una storia immortale come il suo protagonista, che ha segnato l'immaginario collettivo al cinema, in letteratura e in ogni forma d'arte.
Perché ci piace
- Lo stile visivo di Roberto Recchioni, al servizio del racconto.
- L'impostazione generale dell'albo e la cura per i dettagli.
- L'omaggio non solo al Nosferatu di Murnau ma anche a chi ne è stato a sua volta ispirato, come Go Nagai col suo Devilman.
Cosa non va
- Per la sua natura e impostazione peculiare, può deludere chi si aspetta un'opera a fumetti canonica.