Shigeru Umebayashi, il nostro incontro con il mitico compositore giapponese: "Sogno di lavorare con Scorsese"

Festa del Cinema di Roma 2023: una straordinaria masterclass dedicata all'anima del suono e dell'immagine, un evento in cui il musicista dietro la colonna sonora di In the Mood for Love ha raccontato la sua filosofia e i suoi traguardi, guardando anche al futuro.

Shigeru Umebayashi, il nostro incontro con il mitico compositore giapponese: 'Sogno di lavorare con Scorsese'

Molti conoscono o hanno imparato a conoscere Shigeru Umebayashi per il suo straordinario e poetico lavoro alla colonna sonora di In the Mood for Love di Wong Kar-wai. Pochi lo ricordano come membro del gruppo new wave EX o per le sue prime e già magnifiche e "tonde" composizioni nel cinema giapponese degli anni '80, soprattutto per Sorekara di Yoshimitsu Morita. Ume - come ama farsi chiamare dai suoi amici - è però tutto questo: un rocker innamorato del West Coast sound e della sperimentazione riscopertosi poi compositore cinematografico.

Shigeru Umebayashi In The Mood For Music

Due anime che in realtà hanno sempre convissuto in armonia nella produzione del musicista, che ospite alla Festa del Cinema di Roma 2023 è stato protagonista di una splendida Masterclass dedicata alla lirica del suono e all'abbraccio dell'immagine, al racconto di una lunga e premiata carriera, a grandi traguardi e alla filosofia creativa alla base delle sue romantiche, sognati e trascinanti melodie. Un incontro denso di storia, passione, curiosità e consigli che va dai Beatles a Carl Reed, da Nietzsche a Roberta Torre fino a un'eventuale collaborazione da sogno da realizzare. Tutto nel nostro resoconto dell'evento.

I primi passi

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Da outsider della scena giappo-pop orientale, Umebayashi subisce una profonda fascinazione per il cinema e per le possibilità musicali nascoste nella Settima Arte. Inizia a comporre la sua prima colonna sonora nel 1984, ma è nell'85 che il suo lavoro viene effettivamente notato. "È iniziato tutto da un incontro con Yusaku Matsuda, che forse ricorderete in Black Rain di Ridley Scott. Era un fan degli EX e mi chiese di realizzare una canzone per lui. Da quel primo spunto sono poi entrato nel mondo della composizione cinematografica. Ricordo che a Matsuda piacque molto il mio istinto per la musica e cominciò a presentarmi a diversi cineasti. È così che iniziò la mia secondo carriera". La ribalta artistica arrivò con Sorekara, con un'identità sonora già perfettamente formata e adattata al contesto, davvero impressionante: "Ho imparato dai primi due film. Andavo in studio con i registi e lì c'erano diversi strumenti. Prendevo la chitarra e cominciano a suonare qualcosa per dare l'idea di ciò che volevo fare. In realtà partivo sempre dalla chitarra, essendo il mio strumento base, e all'epoca avevo nemmeno un pianoforte. Inizialmente era come se fosse un prolungamento dell'esperienza negli EX, poi le cose cambiarono".

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Il film di Morita è uno spartiacque fondamentale per la trasformazione artistica e concettuale di Ume: "Ero finalmente consapevole dell'idea del comporre. E in realtà Sorekara era così ben realizzato che pensai che non servisse nemmeno una colonna sonora: parlavano già benissimo le immagini. I miei punti di riferimento venivano dal cinema italiano e francese ma non volevo creare qualcosa di simile. Improvvisamente nacque una melodia dentro di me, che cresceva sempre di più. Da questo film ho imparato tutta l'arte della composizione cinematografica. Se ci penso, capisco come anche in questo caso si trattasse di un prosieguo della melodia degli EX, che in senso più ampio è sempre stata - credo - la musica dentro di me. Qui sono riuscito ad esprimerla per la prima volta per il cinema".

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Il modello di perfezione

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Umebayashi non abbandonò subito la sua carriera new wave, collaborando ad esempio anche con Georg Kajanus per un album del 1988. Da quell'esperienza comprese l'esistenza di un gap fondamentale da colmare tra sound occidentale e orientale. In generale, comunque, per il musicista esiste ancora oggi un preciso modello di perfezione compositiva a cui tenta costantemente d'ispirarsi: "Penso che Il terzo uomo sia un film davvero incredibile e che le musiche di Anton Karas gli permettano di acquistare una dimensione del tutto particolare. Hanno solo due bassi, molto semplice ma estremamente sorprendente perché minimale ed efficace. Da lì ho capito cosa si potesse fare con pochi strumenti e buona ispirazione". Per Ume è però la libertà creativa la base migliore per approcciarsi alla composizione di una OST: "Un approccio libero è davvero essenziali, perché più siamo liberi e più possiamo essere originali. Le cose importanti sono certamente melodia e idea, ma anche un sentimento di amore verso il film per cui si sta componendo".

Mare Nero Una Scena Del Film

Il sensei si reputa molto fortunato per aver composto tante musiche in tanti paesi differenti (anche in Italia con Mare Nero di Roberta Torre, di cui elogia "il rispetto per la creatività dell'artista"), e sostiene che il punto cruciale di questa fortuna sia stato proprio il suo metodo libero: "In ognuno dei paesi per cui ho composto non ho mai preso come base gli strumenti tipici delle varie zone per cominciare a creare la mia composizione. Personalmente non ho nemmeno avuto un'educazione musicale classica, e forse molto dipende da quello. Se penso ad esempio a Norwegian Wood dei Beatles, che sono stati la mia vera istruzione, non posso ignorare il fatto che nell'intro viene suonato il Sintir, strumento del Gnawa. Erano liberi, inventivi, sperimentatori già allora. E per comporre una grande colonna sonora è importante essere appunto liberi nella propria creatività".

Maieutica musicale

Maggie Cheung e Tony Leung nel film In the Mood for Love
Maggie Cheung e Tony Leung nel film In the Mood for Love

Chi o cosa è un compositore per il cinema, comunque? Umebayashi ha la risposta perfetta: "Il compositore cinematografico è colui che cerca di dare una prospettiva diversa della stessa opera mediante la musica". In merito si espone ancora, dando una grande lezione tematica sull'esclusività dell'immagine e la centralità del suono nella settima arte: "Quando compongono sono quasi un bambino e la mia creazione parte dalla ricerca del tono giusto al piano. Se sbaglio tono è come se il film stesso si allontanasse da me. Con quello giusto invece entra dentro, nel profondo, si insedia nei meandri della mia anima". Per questo Ume descrive il lavoro del compositore cinematografico come una sorta di maieutica della musica, cioè riuscire ad estrarre il meglio del suono direttamente dalle immagini. E in merito spiega: "È capitale la percezione che abbiamo in quanto esseri umani. La colonna sonora ha sempre un ruolo specifico ed è di fatto il regista che sceglie se dargli importanza o meno. E io rispondo a chiamata. Noi compositori possiamo solo allenarci prima di rispondere a questa. Dobbiamo essere pronti a percepire".

Martin Scorsese
Un ritratto di Martin Scorsese

E quale sarebbe una chiamata alla quale amerebbe rispondere, in futuro? Umebayashi non ci pensa due volte: "Su tutti, vorrei lavorare con Martin Scorsese. La sua carriera è davvero divertente ma sarebbe lui a dovermi cercare per la natura stessa del mio lavoro". Pensando alla dimensione del compositore e al futuro del settore, il sensei dà un consiglio spassionato e verace ai registi di domani: "La musica rimane nelle vostre mani, non in quelle dei compositori. Per questo penso che dobbiate stare zitti e ascoltare la musica che è stata composta per voi, perché è quello che avete chiesto". C'è comunque una citazione di Nietzsche che racchiude al suo interno tutta la poetica musicale di Shigeru Umebayashi, perfetta per la conclusione, utilizzata dallo stesso Maestro e che più o meno dice questo: "Una persona veramente originale è chi riesce a vedere qualcosa di nuovo anche e soprattutto in ciò che è vecchio, o in qualcosa visto da tutti e da tutti trascurato".