Non si dovrebbe mai giudicare un'opera d'arte dai premi o dai riconoscimenti ottenuti, si rischia di lasciarsi abbindolare da una serie di fattori che poco dovrebbero influire sul giudizio artistico. Eppure una produzione come Fargo, che agli ultimi Emmy si è aggiudicata la statuetta alla miglior miniserie televisiva, alla miglior regia e al miglior casting (facce tutte giuste, nulla da eccepire), qualche sospetto dovrebbe farcelo sorgere. Ispirata al sulfureo film dei Fratelli Coen, la serie trasmessa dalla rete via cavo FX e in arrivo in Italia il prossimo dicembre su Sky Atlantic, è stata presentata con tutti gli onori del caso al Roma Fiction Fest 2014, con l'arrivo di Allison Tolman, co-protagonista nei panni dell'agente di polizia Molly Solverson.
Se a partire dalla seconda stagione la storia si rinnova completamente, con un salto indietro negli anni '70 per raccontare la storia di Molly, nella prima si ripercorrono, con molte libertà narrative, le tappe già segnate nella black comedy del 1996 dai diabolici Coen, in cui una meravigliosa Frances McDormand, premiata con l'Oscar, indagava sulla sparizione di una donna, vittima di maldestro tentativo del marito di estorcere denaro all'odiato suocero.
E' la televisione, bellezza
Nel Fargo di Noah Hawley, un criminale feroce, Lorne Malvo, ovvero Billy Bob Thornton, trascina in un delitto orribile un assicuratore senza troppe doti, Lester Nygaard, interpretato da Martin Freeman. Alle loro calcagna si mette l'agente Solverson, una poliziotta che nasconde dietro ad un fisico morbido e ad un'indole calma e rassicurante le doti di una detective perspicace. Sostanziali quindi le differenze con il film di cui però la serie televisiva incarna lo spirito e le atmosfere. "E mi ci sono trovata benissimo - ci ha raccontato la Tolman - , adoro le dark comedy, le stranezze. Non sono il tipo che chiude gli occhi quando in televisione vede una scena violenta (finge di fare una risata sadica, ndr); certo, nella vita reale questo mi preoccuperebbe di più, è ovvio, in fondo sono una buona. A parte questo il merito grande della riuscita della serie è tutto da ascrivere a Noah che ha saputo creare un mondo molto forte, non mi sono mai sentita persa, ognuno di noi sapeva cosa fare. Bravissimi sono stati anche i registi che si sono succeduti dietro alla macchina da presa a mantenersi sulla stessa lunghezza d'onda di Noah. Quanto al resto del cast, ci siamo divertiti un sacco insieme. E il vino ci ha aiutati". Anche a sostenere le lunghe sequenze degli interrogatori in cui il glaciale Martin Freeman professava la sua innocenza. "Avrei voluto tanto schiaffeggiarlo, ma non sono arrivata a tanto. Anche con Billy Bob Thornton ho provato sentimenti contrastanti. E' un uomo di una dolcezza incredibile, ma il suo personaggio non ha nulla di umano".
Il confronto con Fargo, il film
Deliziosa con la camicia verde smeraldo sulla gonna nera di Banana Republic, la Tolman non sembra proprio il tipo di attrice che si preoccupa di sostenere un confronto a distanza con Frances McDormand, personaggio centrale del film diretto dai Coen. "Non ho neanche visto il film mentre giravamo - ha aggiunto -, se avessi fatto un clone di Marge il pubblico se ne sarebbe accorto subito. Non volevo copiare Frances, non potevo sporcare un ruolo così iconico, ecco perché non ho attinto direttamente all'immaginario creato da lei, ma mi sono ispirata ad altri ritratti femminili molto forti. Fortunatamente quando abbiamo cominciato a girare, l'emozione è passata. Il personaggio di Molly è meraviglioso, è il connubio perfetto tra le mie due anime; tiene tutto dentro, quindi si sente molto frustrata per questo e nonostante ciò mantiene inalterata la sua dolcezza. In un solo momento la vediamo perdere le staffe, anche solo per un istante. Beh, girare quella scena mi ha dato una sensazione fortissima ". E a giudicare dalle attrici che dice di amare alla follia, non stentiamo a credere che siano proprio queste figure femminili complesse a conquistarla. "Meryl Streep merita ogni premio che ha conquistato in carriera, è davvero grande. Amo anche Susan Sarandon e ovviamente la McDormand, che ho iniziato ad apprezzare e a seguire proprio da Fargo", ha poi ribadito.
Da un lato quindi, la forte ammirazione per un modello di impareggiabile cattiveria, partorito dalla geniale menti dei Coen, dall'altro il desiderio legittimo di distanziarsene per creare qualcosa di originale. "I Coen non sono stati coinvolti nel mio casting - rivela -, hanno solo letto la sceneggiatura del pilot, hanno visto il primo episodio e poi, dopo essersi resi conto che si trattava di qualcosa di diverso dal loro film, in termini di linguaggio, hanno fatto un passo indietro, fidandosi di Noah".
Identikit di una (futura) stella
Dice poche cose di sé Allison Tolman, ma quello che rivela ci basta per capire che è un'attrice con pochi grilli per la testa. "Ora che non sto girando faccio scorpacciate di serie televisive - racconta - amo Homeland, sono una fan scalmanata di The Walking Dead, ma ho anche un lato più leggero che soddisfo vedendo Wilfred e New Girl. Ecco, mi piacerebbe proprio fare la guest star in New Girl! Amo lo stile comico".
Per sua stessa ammissione, la Tolman non si considera come un'attrice predestinata a fare la protagonista. "Se avete fatto caso alle attrici che ho elencato prima, non hanno una bellezza canonica - dice - questo mi ha rassicurata sulla possibilità di emergere, sapevo che sarebbe arrivato un ruolo per me. Anche se a Hollywood continuano irresponsabilmente a proporre modelli femminili irreali. Magari tra cinquant'anni studieranno Fargo e vedranno in Molly il primo esempio di donna vera in televisione. Dobbiamo supportare le creative affinché possano produrre opere che vadano in questa direzione".
Al momento, però, la prossima destinazione si chiama Los Angeles. "Odio dover lasciare Chicago, ma se si vuol lavorare in televisione Los Angeles è il posto migliore, sarei una pazza a lasciarmi sfuggire questa occasione - dice - per questo io e il mio ragazzo abbiamo impacchettato tutto e la prossima settimana ci trasferiremo". Obiettivo numero uno, trovare il modo migliore di esprimere la sua professionalità. Senza preclusioni di sorta. "Scegliere tra una serie di successo e i film? Chi può dire cosa sia meglio - risponde -. La stabilità lavorativa che ti dà una serie è incredibile, ma nessuno può darti la certezza che quel programma rimanga forte come all'inizio. Io vorrei fare film per capire com'è l'atmosfera sul set e accumulare più credits possibili su IMDB, visto che al momento è un po' scarno. In verità nel curriculum che si legge sul mio sito personale non ho neanche inserito Fargo. Suppongo che dovrò aggiornarlo".