_" Il film nasce da una giocosa riflessione sul contemporaneo. È una commedia che in tono ironico e divertito affronta temi entrati a far parte del nostro quotidiano, come l'uso della chirurgia plastica, i media e la spettacolarizzazione della cronaca. Tutto questo attraverso le vicende di una coppia di personaggi televisivi pronti a tutto pur di affermare la propria immagine e il proprio successo". _Con queste parole Pappi Corsicato torna alla regia di un lungometraggio di finzione con Il volto di un'altra in Concorso al festival di Roma e nelle sale dal prossimo febbraio. Così, a quattro anni da Il seme della discordia, il regista napoletano affronta l'ossessiva ricerca della bellezza e la necessità di apparire ad ogni costo per confermare il proprio successo personale. Attraverso il personaggio di Bella, interpretato da Laura Chiatti, Corsicato segue le sventure paradossali di una conduttrice televisiva che, dopo essere stata licenziata per mancanza di ascolti, ha un grave incidente automobilistico da cui, apparentemente, sembra uscire sfigurata. A trovare il risvolto positivo della situazione, però, ci pensa il marito Renè (Alessandro Preziosi), chirurgo estetico in bancarotta che inscena una truffa all'assicurazione per continuare a mantenere il loro tenore di vita. Ma attenzione, mai fidarsi delle apparenze, perché in un film di Corsicato nulla è veramente come sembra.
Una delle caratteristiche estetiche del film che più colpisce è l'inserimento di alcune scene in bianco e nero. Da cosa nasce questa decisione? Pappi Corsicato: Ho riflettuto casualmente sull'utilizzo del bianco e nero durante la preparazione dei bozzetti. Mi sembrava divertente, proprio perché, attraverso questo escamotage, dichiaro chiaramente che ci troviamo in un momento di pura finzione all'interno di un film già sopra le righe.
La realtà e gli esseri umani che lei descrive sono orribili nella loro superficialità, però verso il finale sembra concedere un briciolo di speranza per Bella... Pappi Corsicato: Non sono sicuro di questo. In realtà il finale è molto aperto e non sappiamo con certezza se Bella scoprirà di avere finalmente un'anima o se uscirà da quest'avventura ancora più perfida di prima. In realtà ognuno può cogliere ciò che vuole. Di fatto il film racconta il gusto morboso con cui si seguono certe storie e la necessità di vivere ogni momento della nostra vita sotto le luci della telecamera.Come possiamo interpretare la personalità di Bella? Laura Chiatti: É difficile dare un giudizio. Posso dire che leggendo la sceneggiatura ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un ruolo capace di mettermi veramente alla prova con un'interpretazione non naturalista. Non avendo un'impronta teatrale non è stato facile, ma ho deciso di affidarmi al mio istinto. Quello che m'interessava era entrare nell'anima di questo personaggio quasi pirandelliano, disposto a rinunciare al suo volto pur di rilanciare la propria immagine.
In un certo modo, osservando la sua ostinazione, potremmo definirla un'eroina dei tempi moderni? Pappi Corsicato: Assolutamente sì. In fondo, per quanto contestabili, è sempre pronta a prendere delle posizioni e a mettere in atto i suoi propositi. E questo, visto i tempi in cui ci troviamo, mi sembra già eroico.Laura Chiatti: Molto dipende dai traguardi che ognuno si prefigge. Indubbiamente è una personalità forte e volitiva, ma è pur vero che ucciderebbe la madre per ottenere il successo. Quindi, secondo me, dal punto di vista umano non è assolutamente apprezzabile.
Soffermiamoci anche sul personaggio di Renè. Chi rappresenta veramente questo marito chirurgo che sembra uscito da una soap opera?
Pappi Corsicato: In realtà si tratta di una figura particolarmente realistica. Credo che nella realtà esistano dottori abbastanza abbronzati e bellocci come Alessandro. Da questo punto di vista Renè è legato all'attualità senza via di scampo.
Alessandro Preziosi: Renè è un contrappunto all'universo femminile che domina il film. In realtà lui vive in funzione di Bella, è il suo riflesso e non sarebbe nessuno senza di lei. Inoltre offre uno spunto di riflessione sull'inadeguatezza dell'uomo nel gestire il principio di trasformazione che, invece, per la donna è naturale senza dover ricorrere forzatamente alla chirurgia.
Pappi Corsicati: Devo svelare una cosa su Laura, lei non ha il vezzo di guardarsi per controllare il suo livello di bellezza. Questo vuol dire che mentre lavora non considera la propria estetica ed è una cosa che si riscontra raramente. Più di una volta sul set mi sono reso conto che le mie attrici non stavano pensando alla parte da interpretare, ma erano prese dalla resa della propria immagine.
Come mai ha scelto di ambientare la vicenda nelle zone più interne del Tirolo? In questo modo ha potuto sfruttare pienamente le potenzialità favolistiche della natura? Pappi Corsicato: In realtà avrei voluto realizzare un film gotico in un meraviglioso castello austriaco. Il Tirolo, con la sua atmosfera austroungarica, era il luogo che più si avvicinava ai miei desideri. Inoltre, in quella regione vestono ancora degli abiti tradizionali che sembrano dei veri e propri costumi, perfetti per un film dalle forme irreali come il mio.