Robin Hood, recensione: una serie che rilegge le origini di una leggenda

La serie sceglie di raccontare le origini del personaggio iconico, tra mito e storia. Nel cast Sean Bean e Connie Nielsen. In streaming su MGM+.

Un'immagine di Robin Hood

Ecco come tutto è iniziato. Potremmo riassumere così Robin Hood, la nuova serie targata MGM+ in streaming sul Channel di Prime Video. Dieci episodi - noi abbiamo visto i primi in anteprima - che fanno da apripista a quella che era forse l'unica via possibile. Raccontare dall'inizio un personaggio scolpito nella mente degli spettatori da aver già avuto svariate trasposizioni, tra cui quelle iconiche della Disney e di Mel Brooks.

Robin Hood: l'uomo dietro la leggenda

Un personaggio oramai iconico con il suo "rubare ai ricchi per dare ai poveri" e quindi portatore del tema della disparità sociale. Proprio da lì parte questa nuova serie, che è una storia di vendetta. Dopo l'invasione dell'Inghilterra da parte nei Normanni, Rob, un fuorilegge sassone, e Marian, una nobildonna, si uniscono per combattere l'ingiustizia dopo la conquista normanna.

Robin Hood Jack Patten Lauren Mcqueen Scena Serie Tv Mgm Plus
Una storia d'amore epica nella serie MGM+

Lui sarà a capo di una banda ribelle mentre lei diventa l'infiltrata nella Corte corrotta. Una storia d'amore epica con un solo obiettivo: portare la pace nel regno. Un'avvincente serie in costume creata da John Glenn & Jonathan English, partendo dalla storia vera unita alla leggenda di Hood, nato dalla tradizione orale e tramandata di generazione in generazione, risultato di un insieme di personaggi storici realmente esistiti.

Un'origin story a puntate, nel segno del fantasy

Robin Hood Jack Patten Foto Serie Tv Mgm Plus
Jack Patten è il nuovo Robin Hood televisivo

Questo nuovo Robin Hood si propone agli spettatori come un romanzo d'appendice, da sfogliare una volta a settimana fino a dicembre. La serie trova la propria forza nell'essere un origin story in 10 episodi: già L'origine della leggenda il film del 2018 diretto da Otto Bathurst con Taron Egerton provava a farlo, ma qui i due protagonisti si devono appena conoscere e sono ancora molto giovani.

La matrice seriale del racconto aiuta moltissimo: si dà tempo ai personaggi di essere caratterizzati e poi sviluppati. Gli autori li lasciano decantare, mostrando le motivazioni che muovono le loro azioni. È indubbiamente intrigante vedere l'origine del rapporto di scontro tra Robert di Loxley (nome originario di Robin) e lo sceriffo di Nottingham (Sean Bean), così come la nascita del gruppo di ladruncoli capitanato da Hood: il Little John di Marcus Fraser, il Fra Tuck di Angus Castle-Doughty e Will di Henry Rowley.

Robin Hood Jack Patten Marcus Fraser Henry Rowley Scena Serie Tv Mgm Plus
La banda di Robin Hood

La scrittura e la regia, come prevedibile, finiscono per essere influenzate della "lezione" di Game of Thrones. La messa in scena risulta a volte un po' farraginosa e compassata, ma riesce comunque a difendersi ed intrattenere chi è appassionato del genere.

Un cast azzeccato

La parte più difficile spetta ai due protagonisti, che riescono ad uscirne a testa alta, anche se devono ancora farsi le ossa: Jack Patten è Robin Hood mentre Lauren McQueen è Marian, la figlia del Conte di Huntingdon (Steven Waddington), che in letteratura è riconosciuto come il primo Robin Hood della Storia. Sean Bean è lo Sceriffo di Nottingham, arcinemico del protagonista (forse il casting più indovinato), con la figlia Priscilla (Lydia Peckham), amica di Corte di Marian. Infine Connie Nielsen è la Duchessa (poi Regina) Eleonora d'Aquitania.

Robin Hood Sean Bean Connie Nielsen Scena Serie Tv Mgm Plus
Robin Hood. Sean Bean e Connie Nielsen in una scena della serie

Insomma Bean e Nielsen sono la perfetta copertina per calamitare l'attenzione su questa nuova versione di una storia già conosciuta, ma approfondita e ampliata. Del resto, entrambi provengono da saghe fantasy e storiche altrettanto amate come Il Signore degli Anelli, Il Trono di Spade, Il Gladiatore e Wonder Woman. Due nomi di prestigio a fare da mentori alle nuove leve, pronte a costruire un nuovo mito per le generazioni a venire.

Conclusioni

Ci sentiamo di promuovere questo Robin Hood dopo i primi episodi visti perché offre un interessante spaccato della storia prima di quella che tutti conosciamo. Il cast vede due veterani come Sean Bean e Connie Nielsen guidare un gruppo di attori emergenti ancora acerbo ma che dimostra chimica. La scrittura e la messa in scena sono figlie del fantasy in costume, nel bene e nel male, ma intrattengono. Soprattutto per aiutarci a scoprire le motivazioni dietro al motto "rubare ai ricchi per dare ai poveri".

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Scegliere di raccontare l’origin story della leggenda mescolata alla Storia.
  • Il cast, tra veterani e nuove leve.
  • La messa in scena…

Cosa non va

  • …vittima di pregi e difetti del fantasy in costume.
  • Il ritmo compassato.
  • Alcune interpretazioni ancora acerbe.