Cinquant'anni dopo Ma il cielo è sempre più blu, la voce ruvida e geniale di Rino Gaetano risuona più viva che mai. Nella sua Calabria - quella terra che non ha mai rinnegato, anzi - e nella sua Roma, che l'ha adottato e che, tutt'ora, lo ricorda tra le strade di San Lorenzo, quartiere e avamposto di un ricordo impossibile da cancellare. Ora, l'artista risuona anche in Rino Gaetano Sempre più blu, un documentario - al cinema il 24, 25 e 26 novembre. Non è biografia ma un viaggio, un ritratto scritto da Giorgio Verdelli e Luca Rea, e diretto dallo stesso Verdelli. Un'opera che, come racconta il regista, punta a "mostrare l'uomo oltre il mito, il poeta sotto il cappello", restituendo a Rino la giusta complessità artistica.
Rino Gaetano Sempre più blu: intervista a Giorgio Verdelli
Materiali unici - tra cui un estratto di una traccia inedita dal titolo Un Film a Colori - Jet Set -, taccuini privati, memorie custodite come reliquie e interviste che sembrano confessioni radiofoniche rubate al tempo - si intrecciano per raccontare la parabola umana e artistica di un cantautore capace di camminare in bilico tra Petrolini e Joe Cocker, tra satira e poesia, tra genio e provocazione.
Un mosaico di voci - dalla sorella Anna al nipote Alessandro, dagli amici di sempre come Riccardo Cocciante, Danilo Rea, Giovanni Tommaso, Shel Shapiro, fino agli eredi spirituali come Brunori Sas, Lucio Corsi, Sergio Cammariere, Giordana Angi - ricostruisce una figura intima, universale, indimenticabile. Tommaso Labate, a bordo di una Fiat 128, riporta lo spettatore nei luoghi della Calabria di Rino, mentre la narrazione è affidata alla voce di Peppe Lanzetta.
Rino Gaetano? Un alieno
Il regista, che abbiamo raggiunto al telefono per un'intervista, racconta che "di Rino Gaetano ci sono molte sfaccettature: alcune mostrate bene, altre male. Non ha lasciato molte testimonianze del suo pensiero: si nascondeva, era avanti e quindi irriverente. Essere contro è facile, essere irriverenti con tutti è difficilissimo". E aggiunge che Gaetano è stato un anticipatore: "Da Fabri Fibra a Elio e le Storie Tese; e come spiega Lucio Dalla, aveva persino anticipato il rap. La sua era una contro-pubblicità: penso a Non te reggo più o Spendi Spandi Effendi, che anticipava Bollicine di Vasco Rossi".
Giorgio Verdelli lo definisce "un bravo ragazzo che non si concedeva il lusso di essere pensante", soprattutto se si considera la discografia che tendeva a spingerlo verso canzonette e scelte che non gli appartenevano, come la partecipazione a Sanremo. "Rino Gaetano era un alieno. Alcune cose allora sottovalutate oggi sono riscoperte. In Calabria c'è un culto, un orgoglio calabro fortissimo: era calabrese, ma anche romano di quartiere. Quando voleva riposarsi, tornava giù. Io lo conobbi a Caprioli".
Era un'epoca "autarchica", ricorda Verdelli, e Gaetano "non aveva filtri: si è prestato alla tv in modo indifeso, e gli hanno teso un agguato". Ma Enzo Siciliano, grande intellettuale e suo ammiratore, sosteneva che "in Rino c'era molto più di ciò che appare". Un esempio? Sfiorivano le viole: "come racconta Arturo Stalteri, c'è un suono strano, poi un finale epico che chiude con due frasi geniali".
Il primo docu-film ufficiale sull'artista
Il documentario - primo docu-film ufficiale su Rino, realizzato con il consenso della famiglia e contenente foto esclusive e materiale inedito - si sofferma sul mito e sulla leggenda, andando oltre la prematura e ingiusta morte. Perché, come osserva Verdelli, "Rino se n'è andato nel 1981 e, a parte qualche passaggio in tv, non ci sono state molte occasioni per rivederlo davvero". Certo, la sua morte ha contribuito alla nascita del mito: "Cocciante lo ha detto fuori dalle righe: gli eroi sono tutti giovani e belli. Quel volto è rimasto nella memoria. Le sue canzoni hanno avuto una seconda vita grazie al cinema".
Verdelli, affidandosi alla voce di Beppe Lanzetta, esalta la natura "non allineata" di Rino Gaetano, al di là delle etichette, delle caricature, della nostalgia. "Mi auguro", conclude Verdelli, "che questo film apra porte nuove, nonostante non abbia lasciato troppe testimonianze del suo pensiero. Mi auguro che si scopra davvero quanto c'era - e quanto c'è ancora - dietro la voce di Rino, che continua ad accendersi e a vibrare".