Recensione Planes (2013)

Sarà l'effetto della crisi o dubbie strategie di marketing disposte a sfruttare la scia di un marchio vincente, sta di fatto che il regista Kay Hall si è trovato a gestire una copia meno brillante di Cars in cui il rombo dei motori e le quattro ruote sono state sostituite da ali e virate

A lezione di volo

Dusty ha grandi sogni ma piccole possibilità di riuscita. A frenare i suoi entusiasmi sono le "umili" origini campagnole che lo fanno sentire in forte svantaggio nonostante la voglia di prendere letteralmente il volo da un piccolo centro nel mezzo del Midwest. Ad essere onesti, la realtà che lo circonda non è poi così male. A renderla speciale è la presenza di amici fidati pronti a sostenerlo e la vastità di campi di grano dove poter mettere alla prova agilità e velocità. Perché la grande ambizione di Dusty, piccolo aereo agricolo, è prendere parte, accanto a tutti i più grandi campioni del mondo, ad un giro ad alta quota intorno al mondo. L'impresa non è facile visto che dovrà fronteggiare dei veri e propri fuori classe del volo come il messicano El Chupacabra, l'impassibile inglese Bulldog, la seducente italiana Azzurra e, naturalmente, Ripslinger, campione in carica dall'ego straripante. Ma è evidente che i grandi risultati non possono essere ottenuti in perfetta solitudine. Così, accanto a lui si schiera l'aviatore navale in pensione Skipper, allenatore d'eccezione capace di spingerlo ad altezze mai esplorate prima e a vincere la sua personale sfida, trasformando Dusty da promessa del volo a temerario dell'aria dal look innovativo ma dal cuore generoso. Questo, a grandi linee, è il soggetto che John Lasseter ha proposto al regista Klay Hall per un nuovo film targato Disney. Un'avventura che, in realtà, di innovativo ha ben poco visto che intreccio, caratterizzazione dei personaggi e struttura itinerante della gara riporta più che evidentemente a dei déjà vu di pixariana memoria.


Ad essere onesti, queste similitudini non sono certo nascoste dagli Studios che lasciano chiaramente al mondo di Cars - Motori ruggenti il privilegio di presentare Planes. Il problema reale, però, è che, se non proprio dei parenti stretti, gli aerei da competizione e tutta la banda di Saetta McQueen sono molto più che amici intimi. La Disney non è certa nuova alla creazione di sequel, soprattutto da quando la squadra di Lasseter ha preso in mano i reparti di sceneggiatura e animazione, ma in questo caso ci troviamo di fronte ad un vero e proprio caso di auto plagio, se così possiamo definirlo. Sarà l'effetto della crisi o dubbie strategie di marketing disposte a sfruttare la scia di un marchio vincente, sta di fatto che Hall si è trovato a gestire una copia meno brillante di Cars in cui il rombo dei motori e le quattro ruote sono state sostituite da ali e virate.Tolte queste varianti di poco conto, il concept viene riproposto con una fedeltà sconcertante. Al centro dell'azione c'è il solito eroe mosso da aspirazioni alte nonostante parta da una posizione svantaggiata. Accanto a lui un team di amici dotati di fedeltà e goffo senso dell'ironia lo spingeranno ad affrontare la sfida e a mettere in mostra le proprie qualità. Naturalmente non può mancare un entourage di campionissimi che impareranno a conoscerlo e rispettarlo, eccezione fatta per il leader assoluto deciso a non cedere la corona.

Il tutto, naturalmente, caratterizzato da un giro intorno ad un mondo stilizzato a grandi linee e condito dal principio stesso di fair play, tanto per dimostrare quanto sia possibile realizzare le proprie ambizioni ma sempre rispettando le regole dell'onestà. Perché è giusto e doveroso sperare di vincere, ma senza trucco o inganno alcuno. Tirando le somme, dunque, il progetto, per quanto rispetti gli alti standard estetici della Disney senza portare in alcun modo ufficiale la firma della Pixar, non coinvolge perché la memoria del pubblico, passo dopo passo, anticipa le mosse dei protagonisti fino ad arrivare al prevedibile lieto fine prima ancora del dubbioso Dusty e, forse, dello stesso Hall.

Movieplayer.it

3.0/5