Recensione ...E fuori nevica! (2014)

La commedia diretta e interpretata da Salemme, versione cinematografica del suo omonimo spettacolo di vent'anni fa, si regge soprattutto sulla simpatia e l'affiatamento dei suoi quattro interpreti principali.

Dopo essere stato licenziato dal suo lavoro di cantante da crociera, Enzo Righi viene richiamato da casa, quella casa che aveva abbandonato anni prima con l'idea di non farvi più ritorno: sua madre è morta, e lui è atteso nella natìa Napoli per la lettura del testamento. Con lui, ci saranno i fratelli Stefano e Cico: il primo è un agente di cambio che vuole disperatamente sposarsi con la sua fidanzata, ma è alle prese con una (futura) suocera all'antica che non permette ai due neanche di sfiorarsi; il secondo è il classico "picchiatello", un uomo con problemi psichici che vive in un suo mondo, ripete a menadito le frasi pronunciate dagli altri, ed ha una vera e propria ossessione per i purea di patate.

La lettura del testamento si rivela sconcertante per i tre, ma soprattutto per Enzo: i tre fratelli potranno ereditare la lussuosa casa di famiglia solo a patto che ci vivano insieme, d'amore e d'accordo. Per Enzo, che mal sopporta le stramberie di Cico e le tirate sentimentali di Stefano, è uno shock. Nel frattempo, Enzo fa casualmente la conoscenza della bella dirimpettaia: è simpatica, ironica e spigliata, e l'uomo crede di scorgere subito un certo feeling. Ma c'è un piccolo particolare di cui Enzo non si è accorto: la donna è cieca...

Sul grande schermo, vent'anni dopo

...E fuori nevica!: Vincenzo Salemme con Maurizio Casagrande e Carlo Buccirosso in un momento del film
...E fuori nevica!: Vincenzo Salemme con Maurizio Casagrande e Carlo Buccirosso in un momento del film

L'idea di ...E fuori nevica! viene da lontano: precisamente, da una rappresentazione teatrale del 1995, primo grande successo del quartetto composto da Vincenzo Salemme, Carlo Buccirosso, Nando Paone e Maurizio Casagrande. I quattro hanno replicato sullo schermo, sostanzialmente, la stessa storia che avevano portato in giro per la penisola vent'anni orsono, con poche modifiche: tra queste, la presenza della dirimpettaia non vedente interpretata da Margareth Madè, di cui non viene mai rivelato il nome, la scelta di non mostrare mai il volto della presunta fidanzata di Stefano, e l'happy ending conclusivo, assente dalla versione teatrale. In più, qui viene mostrato esplicitamente, e ha anche un ruolo di peso nell'evoluzione della vicenda, l'allibratore clandestino di nome Giacomo Furia (chiaro omaggio al comico omonimo); laddove quest'ultimo, nella pièce originale, era solo una voce al telefono, che minacciava Enzo per i suoi debiti non saldati. Al personaggio di Furia dà il volto un insolito Giorgio Panariello, toscano doc trasformatosi per l'occasione in rozzo approfittatore romano: una metamorfosi spiazzante, quella del noto comico, ma tale da rivelarsi anche, in definitiva, tra le cose più riuscite del film. A dirigere il tutto, c'è ovviamente lo stesso Salemme: "padre" del progetto e nome di maggior richiamo per il pubblico, pur laddove la scena, come nella versione originale, è di fatto equamente divisa con i suoi partner.

Commedia di attori

Abbiamo detto che la regia è firmata da Salemme, ma saremmo disposti a scommettere, da par nostro, che, chiunque ci fosse stato dietro alla macchina da presa, il risultato finale sarebbe cambiato ben poco. L'attore/regista, d'altronde, l'ha dichiarato esplicitamente, presentando il film in conferenza stampa: "Questo è un film di attori, io mi sono limitato a riprenderli". Scelta legittima, ma che crea qualche problema quando il materiale di partenza, come nella fattispecie, è piuttosto esile. A ...E fuori nevica!, infatti, manca una sceneggiatura di una certa consistenza, ma anche una messa in scena degna di tale nome: tutto, come riconosciuto da Salemme, è basato sulle simpatiche interazioni tra i tre fratelli protagonisti (con lo stralunato Paone a fare da mattatore), e tra loro e l'avvocato a cui dà il volto Casagrande. Un susseguirsi di gag, valorizzate dal collaudato affiatamento tra i quattro, che però alla lunga soffrono di ripetitività. La sceneggiatura sembra puntare sul sicuro lasciando il massimo spazio agli interpreti, limitandosi a fare da filo conduttore alla vicenda, ma finisce per lasciare per strada suggestioni potenzialmente interessanti: non si capisce perché, ad esempio, il rapporto di Enzo con la non vedente interpretata da Margareth Madè non venga approfondito, visto il potenziale narrativo che possiede per l'evoluzione del personaggio. L'happy ending, inoltre, appare piuttosto posticcio: la giustificazione addotta dal regista a questa scelta è che "al cinema una commedia va chiusa con il lieto fine". Chi l'ha detto? Comunque, il "salto" narrativo che porta al finale appare, in sé, piuttosto forzato. Pur volendo inserire (e non era necessario) un happy ending, la cosa andava sicuramente gestita meglio: così, non ci si scrolla di dosso la sensazione di una chiusura forzata, messa in coda al resto del film alla bell'e meglio.

Conclusioni

...E fuori nevica!: Vincenzo Salemme con Nando Paone in una scena del film
...E fuori nevica!: Vincenzo Salemme con Nando Paone in una scena del film

Gli appassionati della commedia originale, e in generale gli estimatori di Salemme (e dei suoi partner) potranno senz'altro divertirsi con ...E fuori nevica! I suoi interpreti, e il loro affiatamento, garantiscono una comicità facile e d'effetto. Tuttavia, l'esilità narrativa del tutto finisce per farsi sentire, e la simpatia dei protagonisti, non supportata da grandi idee di regia, rischia presto di trasformarsi in noia.

Movieplayer.it

2.0/5