1965, l'intellettuale Yan-shi, strappato alla sua famiglia e detenuto in un campo di lavoro come prigioniero politico, tenta la fuga nel tentativo di ricongiungersi con l'amatissima moglie Wan-yu; la giovane figlia della coppia, Dan Dan, teme che il gesto del padre possa affossare la sua carriera di ballerina, e denuncia il suo tentativo di incontrare la madre. In una drammatica sequenza di eventi alla stazione di Pechino, Yan-shi viene arrestato e Wan-yu, gettata a terra, subisce una grave concussione.
Anni dopo, alla fine della Rivoluzione Culturale, l'uomo viene finalmente liberato, ma a casa l'attende, oltre alla pentita Dan Dan, la scoperta della grave amnesia che ha colpito Wan-yu, la quale non solo non lo riconosce, ma lo scambia per il funzionario del partito che l'ha tormentata mentre lui era in carcere, e non può tollerare la sua vista. Seguendo i consigli di amici ed esperti, Yan-shi cerca di avvicinarla con vari espedienti, per tentare di fare riaffiorare i suoi ricordi, indurla a perdonare la figlia, e risvegliare l'antica tenerezza.
Un nuovo inizio per Zhang Yimou?
Dopo diversi anni in cui il maestro cinese si è dedicato ai wuxia e alle produzioni su larga scala, Lettere di uno sconosciuto, tratto dal romanzo Il criminale Lu Yanshi di Yan Geling, rappresenta il ritorno al dramma intimo e sobrio, tutto incentrato com'è sul rapporto, sulla storia personale e sull'intesa tra due soli personaggi; ovviamente Zhang Yimou non rinuncia a parlare del suo paese, e degli anni che hanno segnato la sua giovinezza: l'atmosfera opprimente, le minacce subite alla giovane Dan Dan, il cui grande talento per la danza va sprecato, le caratteristiche del balletto politicizzato a cui la ragazza partecipa (per altro una sequenza incredibile, degna dello Zhang più pirotecnico), le violenze subite da sua madre, oltre alla prigionia di Yan-shi, sono tutti elementi che compongono un quadro terrificante delle condizione in cui la popolazione cinese ha vissuto per decenni.
L'amore che rimane
Tuttavia, quello che interessa più di tutto a Zhang è quello che avviene tra i suoi due protagonisti, interpretati dal bravo Chen Daoming e da Gong Li, sua musa dai tempi di Sorgo rosso. Lui, un uomo che, dopo tanti anni di sofferenze, sperava finalmente in un po' di pace e sollievo tra le braccia di sua moglie, e si vede invece costretto a ricominciare tutto daccapo, con una solerzia e una devozione che spezzano il cuore; lei immemore, imprevedibile, capace di irradiare amore e di rinchiudersi nella freddezza e nel riserbo, ancora custode gelosa di segreti amarissimi, è una continua e multiforme sfida che Gong affronta senza paura. Il risultato è un melò delicato e commovente dedicato alla misteriosa persistenza di un amore che, soffocato dagli eventi, riesce a reinventarsi e a trionfare sugli anni e sulle avversità.
Conclusione
Nulla di nuovo per la filmografia di un regista che ha già affrontato questi temi e e questo contesto, ma Lettere di uno sconosciuto resta un film solido e toccante impreziosito da una magnifica performance di Gong Li.
Movieplayer.it
3.0/5