Recensione The Paternal House (2012)

Un tesissimo dramma familiare ambientato esclusivamente tra scantinato, casa e cortile, ma che si dipana nel tempo per circa settant'anni attraverso cinque episodi che vedono protagonista ogni volta le nuove generazioni di questa tragica famiglia.

Quella casa sopra il cimitero

Iran, anni 20. Una ragazzina, colpevole di un non meglio specificato atto immorale, torna a casa per scoprire che il fratello, su ordine del padre, sta scavando una fossa nello scantinato. Una volta capito di essere in pericolo mortale, prova a fuggire, a barricarsi nello scantinato in attesa del ritorno della madre, ma i due uomini hanno infine la meglio, ed è così che la uccidono e la seppeliscono prima che le donne di casa possano tornare e accorgersi di nulla.

E' un inizio quasi da horror quello di The Paternal House di Kianoush Ayari, un tesissimo dramma familiare ambientato esclusivamente tra scantinato, casa e cortile, ma che si dipana nel tempo per circa settant'anni attraverso cinque episodi che vedono protagonista ogni volta le nuove generazioni di questa tragica famiglia. In ogni episodio avviene un confronto tra i giovani e orrori e i segreti dei predecessori, e sono sempre le donne a scoprire quello che è successo, mentre sono sempre e solo gli uomini a cercare di tenere nascosto l'orribile omicidio che getterebbe cattiva luce su tutta la famiglia.

Se il film da un punto di vista narrativo e delle scelte registiche presenta alcune pecche soprattutto nelle transizioni tra un episodio e l'altro, ed anche la recitazione non sembra al livello dei grandi film iraniani a cui siamo stati abituati negli ultimi anni (Una separazione in primis), è proprio il valore fortemente simbolico dell'opera a rendere il film un atto di denuncia sociale e politico lucido e potente, e una proclamazione di speranza verso le nuove generazioni.

Movieplayer.it

3.0/5