Si è conclusa ieri la dodicesima edizione di Pechino Express: a vincerla, la coppia dei Medagliati composta da Yuri Chechi e Antonio Rossi. Attraverso Filippine, Thailandia e Nepal, i viaggiatori hanno esplorato l'Asia "fino al tetto del mondo", emozionandosi e regalandoci una delle edizioni più belle di sempre dell'adventure game di Sky.
La vittoria dei due Medagliati infatti, è stata l'epilogo perfetto per un viaggio che ha riconfermato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la grande capacità del programma di unire nella sua narrazione le bellezze dei luoghi visitati, la sfida e l'anima delle coppie.
Botox ha trovato casa: forse arriverà in Italia

La prima notizia è che Botox è stato adottato. Se l'erano chiesto in tanti nei social, in conferenza stampa è arrivata la risposta: ebbene si, il cagnolone nero che ha fatto versare lacrime su lacrime a Giulio Berruti e Nicolò Maltese, ha trovato casa. Si tratta della famiglia nepalese che aveva ospitato i due Estetici; Botox vive con loro.
Ma c'è di più: perché Berruti ha raccontato che vorrebbero farlo venire in Italia, ma al momento non ci sarebbero le giuste condizioni. Qui infatti, dovrebbe stare in appartamento, mentre in Nepal sguinzaglia libero: perciò, per quanto si tratterebbe di una finale felice per la narrazione personale, non lo sarebbe per l'animale.
Non è stato un semplice cane. Il legame con Botox infatti, sancisce un momento particolare per la coppia degli Estetici: non solo perché è stato difficile lasciarlo indietro, ma perché è arrivato in una fase di particolare stanchezza durante la gara. Un momento in cui la coppia aveva "mollato con la testa": vedere Botox allontanarsi dai finestrini della macchina in corsa, è stato il crollo definitivo.
Allo stesso tempo, per il pubblico a casa forse, è stato l'episodio che più di tutti ha raccontato la coppia degli Estetici.
Il momento più difficile

Di momenti difficili a Pechino Express ce ne sono stati tanti: se per Berruti e Maltese è stata appunto la separazione dall cagnolone nero, per Complici e Medagliati l'inizio della gara. Quando bisognava prendere le misure e capire come muoversi. Ma soprattutto, parola di Yuri Chechi, quando al primo stop in mezzo al nulla, si è capito che pur essendo una produzione televisiva, nessuno li avrebbe aiutati a trovare riparo per la notte.
Il canto di Dolcenera

L'altro leit motiv di questa edizione, motivo di battute e sfottò nei social: ma perché Dolcenera canta tanto? Ovunque e in qualsiasi situazione. È stata la stessa cantante a rispondere: perché era un modo per compensare una carenza comunicativa e connettersi con le persone. Inoltre, e qui la motivazione forse si fa meno poetica, Campanile ha aggiunto che il canto avvicinava i bambini: creato quel legame, era più semplice interagire con gli adulti e, di conseguenza, chiedere aiuto per trovare un posto per dormire.
Una curiosità: Dolcenera aveva chiesto alla produzione di poter portare con sé un registratore vocale, ma non ha potuto. Ha un rammarico: avrebbe voluto prendere "appunti" dai tanti spunti musicali ascoltati durante il viaggio e che l'avevano ispirata.
La rivalità

C'è molto di più in Pechino Express, di quello che vediamo filtrato da poche ore di montato: gli odori, il percorso interiore, l'adrenalina che ti entra in circolo e ti tiene sveglio presto al mattino, la bellezza anche nei posti più difficili, i legami che si creano tra concorrenti.
E a proposito di rapporti: che ne è della rivalità che si è vista su schermo? Se le sono date di santa ragione, dice Berruti, poi precisa: fuori dalla gara però, nessun problema. Campanile sostiene che, rispetto alle edizioni passate, ci sia stato un po' più di sfottò, ma niente di più: tutti andrebbero a cena con tutti, anche perché ormai questa esperienza è un "cordone ombelicale" che li unirà per sempre.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene.
Si conclude così l'edizione 2025 di Pechino Express, con il ricordo di terre lontane e un'altra avventura al cardiopalma. Già ci manca.