Dopo che un mese fa la co-conduttrice di uno show radiofonico online si era fatta sfuggire che Paul Thomas Anderson aveva girato parte di un video dei Radiohead nella propria residenza (passaggio poi rimosso dal podcast nella speranza che la notizia non si diffondesse ulteriormente), è finalmente stato rilasciato sul web Daydreaming, il secondo singolo del nuovo album del gruppo inglese. L'uscita di questo bellissimo video rappresenta l'occasione per proporvi un breve viaggio nella produzione dei video musicali di Paul Thomas Anderson, uno dei più talentuosi ed eclettici registi al mondo che fin dagli esordi della seconda metà degli anni Novanta si è ritagliato lo spazio per affascinanti incursioni nel mondo dei videoclip.
La sua opera in questo contesto, sebbene notevole, non è molto nota in quanto egli prima di oggi si era sempre dedicato a lavori di artisti importanti ma non particolarmente famosi in Europa. Tutto è iniziato nel 1997 con Try di Michael Penn, in passato compositore per Anderson di Sydney Boogie Nights. Poi nel corso degli anni, esclusi i video per due meravigliose canzoni facenti parte della colonna sonora di Magnolia (Save me di Aimee Mann) e Ubriaco d'amore (Here We Go di Jon Brion), Anderson ha collaborato solo con con due talentuose cantautrici statunitensi: l'ex compagna Fiona Apple (Paper Bag, Across the Universe, Fast As You Can, Limp e Hot Knife) e Joanna Newsom (Sapokanikan e Divers), cui ha voluto affidare anche il ruolo della narratrice Sortilège nel suo ultimo film Vizio di forma.
Fino ad arrivare, appunto, al nuovo video dei Radiohead, dal quale partiamo nel proporvi cinque dei dieci videoclip fino a questo momento girati dal cineasta losangelino. Nonostante la metà dei video appena citati non sia presente nel prosieguo dell'articolo, è comunque molto interessante e merita senz'altro una visione. Il consiglio è quindi quello di segnarvi i titoli dei video mancanti e di andarli a vedere su Youtube, dove sono tutti disponibili.
Non ve ne pentirete!
1. Daydreaming - Radiohead (2016)
La nuova canzone del gruppo britannico è una evocativa e dolente ballata che pare incentrarsi sull'impotenza dei sognatori. O meglio, sull'impossibilità da parte di questi ultimi di incidere sul corso degli eventi e nell'evoluzione della società. Le poche parole del testo sembrano suggerire questo tipo di interpretazione (si pensi ai primi versi Dreamers/They Never Learn/Beyond the Point of No Return/And It's Too Late/The Damage is Done e al verso conclusivo We are Just Happy to Serve You) e Paul Thomas Anderson accompagna le sonorità malinconiche e oniriche della canzone seguendo Thom Yorke in un viaggio in cui si ritrova ad aprire in continuazione delle porte che lo conducono in un luogo diverso dal precedente. Senza dare mai l'impressione di sapere veramente dove si trova, il nostro procede per inerzia per tutto il video. Fino al rifugio finale.
Senz'altro il più complesso e onirico tra i videoclip finora diretti da Anderson, Daydreaming può essere visto come una rappresentazione metaforica del viaggio che ognuno di noi compie nel corso della propria vita. Da questo punto di vista, non pare affatto casuale che il video inizi con l'inquadratura di un tunnel dal fondo del quale proviene una luce, su cui tra l'altro sono stagliate più figure umane (la nascita), e si concluda nel contesto di un paesaggio notturno innevato e con il protagonista che si accascia in un antro per trovare in qualche modo conforto, prima di chiudere stancamente gli occhi (la vecchiaia e poi la morte). Al di là delle varie possibili interpretazioni sul piano simbolico-metaforico, comunque, il video è evocativo e suggestivo al pari della canzone ed ha un notevole impatto visivo, con improvvise affascinanti aperture su paesaggi naturali (il bosco, la spiaggia con il mare sullo sfondo, la montagna ricoperta di neve). La dottoressa in camice blu che si vede in ospedale è l'attrice e comica Maya Rudolph, moglie di Paul Thomas Anderson.
2. Divers - Joanna Newsom (2015)
Inutile girarci attorno. Divers è una piccola opera d'arte di sette minuti da cui risulta pressoché impossibile staccare gli occhi. Prima di essere diffuso online e in televisione, il video è stato proiettato in circa sessanta sale statunitensi e in venti inglesi. E vedendolo si capisce subito il perché di un'operazione distributiva così singolare: siamo infatti di fronte a un video musicale di rara bellezza in cui attraverso leggeri movimenti della macchina da presa o semplici espressioni di Joanna Newsom (come il precedente Sapokanikan, anche Divers gioca molto sul volto della cantautrice) vengono assecondati con gran classe ed efficacia i molteplici cambi di tonalità e ritmo di voce e musica. Sino ad arrivare ad una progressiva, estatica esplosione di colori che deve molto a Kim Keever, l'artista newyorchese che oltre a mettere a disposizione il proprio studio per le riprese ha dato un decisivo contributo in termini di resa visiva.
3. Across the Universe - Fiona Apple (1998)
Si tratta con ogni probabilità della più bella cover della celebre canzone dei Beatles contenuta nell'album Let It Be del 1970 ed è stata incisa da Fiona Apple per la colonna sonora di Pleasantville, il film del 1998 di Gary Ross con protagonisti Tobey Maguire e Reese Witherspoon. L'idea alla base del video è tanto semplice quanto affascinante: un gruppo di vandali entra all'interno di un locale e inizia a distruggerlo, mentre Fiona Apple, guardando sempre in macchina, canta come se nulla fosse. Nothing's Gonna Change My World è il ritornello della canzone e, mentre tutto va a pezzi, niente è in grado di disturbare una Apple che indossa delle cuffie funzionali a isolarla completamente dalla distruzione che la circonda. Il potere della musica, si potrebbe pensare.
Tra ralenti suggestivi e delicati movimenti della macchina da presa in aperto contrasto con gli eventi caotici messi in scena, a colpire più di ogni altra cosa sul piano visivo è il bellissimo primo piano della cantautrice mentre compie un giro completo a 360 gradi, capovolgendosi con la testa verso il pavimento per poi tornare nella posizione eretta di partenza. Una piccola curiosità: l'uomo che alla fine ruba alcuni dischi dal juke box è John C. Reilly, collaboratore assiduo di Anderson nella prima parte della carriera del regista (Sydney, Boogie Nights, Magnolia).
4. Paper Bag - Fiona Apple (2000)
Tratto dall'ottimo secondo album di Fiona Apple dal lunghissimo titolo che in realtà è una poesia scritta dalla stessa cantautrice (When the Pawn Hits the Conflicts He Thinks like a King/ What He Knows Throws the Blows When He Goes to the Fight/And He'll Win the Whole Thing 'Fore He Enters the Ring/There's No Body to Batter When Your Mind Is Your Might/ So When You Go Solo, You Hold Your Own Hand/And Remember That Depth Is the Greatest of Heights/And If You Know Where You Stand, Then You Know Where to Land/And If You Fall It Won't Matter, Cuz You'll Know That You're Right), il video è un elegante tripudio di movimenti della macchina da presa che si sposano perfettamente con il ritmo della canzone e delle coreografie. Carrelli laterali, dolly, panoramiche a schiaffo e movimenti di avvicinamento ai personaggi, ora più rapidi ora più lenti, sono stratagemmi visivi particolarmente cari al regista losangelino in quel periodo della carriera. Il video di Paper Bag d'altronde è uscito nel giugno del 2000, a pochi mesi dalla distribuzione negli USA del capolavoro Magnolia.
5. Try - Michael Penn (1997)
Giunti alla fine del nostro breve viaggio, ci piace concludere con il primo video musicale diretto da Paul Thomas Anderson. Try è stato girato durante la postproduzione di Boogie Nights e sembra proprio realizzato in piano sequenza (anche se, in assenza di dichiarazioni ufficiali, è impossibile escludere con certezza la presenza di un paio di stacchi camuffati con veloci movimenti della macchina da presa). Al di là se si tratti effettivamente di un unico piano sequenza, siamo senz'altro davanti a un notevole pezzo di bravura e anche in questo caso, come detto per Paper Bag, lo stile adottato è molto vicino ai gusti del momento del cineasta, che in Boogie Nights si era esibito in un magistrale piano sequenza iniziale in cui in tre minuti scarsi venivano introdotti tutti i principali personaggi del film. Se in Daydreaming e Across the Universe i camei erano di Maya Rudolph e John C. Reilly, qui c'è il compianto Philip Seymour Hoffman nei panni dell'uomo che in due occasioni si avvicina a Michael Penn per assisterlo (prima dandogli microfono e chitarra, poi seguendolo con un altro microfono). L'unico video disponibile di Try su Youtube non è di qualità eccelsa, ma permette comunque di apprezzare il lavoro di messa in scena.