Tredici, uno, sei: Invalides, Champs-élysées, Concordes. Numeri di linee, fermate della metro collegate a monumenti, un dedalo urbano che costituisce la quotidianità del cuore pulsante della Francia, Parigi. In quel dedalo si spostano ogni giorno milioni di persone per lavorare, per turismo, o semplicemente per passeggiare. Negli occhi di Bertrand Bonelloci sono, tra quelle persone comuni, giovani adolescenti, che guardano l'ora e giocano con il cellulare, nelle orecchie il suono metallico e ripetitivo dell'annunciatrice che pronuncia le fermate.
È un giorno come un altro a Parigi, sulla linea tredici, sulla linea uno, sulla linea sei. È un giorno come un altro ai margini dei Giardini del Louvre, ai piedi dell'Esplanade de La Defense, sotto i gradini della chiesa di Saint Sulpice. Tutto si muove come sempre eppure tra i dettagli qualcosa stona; la telecamera continua a seguire gesti e dettagli di otto ragazzi che si muovono per la città incontrandosi, scambiandosi orari e dettagli, come se fossero parte di un piano preciso che lentamente entra sotto la pelle dello spettatore, senza bisogno di parole.
Lunghi piani sequenza non abbandonano i ragazzi, mentre lentamente quell'intenzionalità sembra assumere caratteristiche sempre più metodiche, e per questo inquietanti. Loro hanno un piano, che si risolve ad un orario preciso - quello in cui degli ordigni piazzati esplodono simultaneamente in vari punti della città creando caos, allarme, ma soprattutto paura. I giovani diventano improvvisamente terroristi e nemici dello stato mentre il passo di danza di Bertrand Bonello stacca il tempo e fa dell'orrore uno stillicidio, incastrando lo spettatore dentro un centro commerciale e nascondendolo insieme ai colpevoli, lasciando l'orrore e il caos causato dietro uno schermo e filtrato dalle notizie dei media. Dentro c'è solo un manipolo di ragazzini in lenta attesa di una sentenza, inermi solitari e sognatori a fiato corto fino all'ultimo, rantolante respiro di aiuto. Quello che il regista francese restituisce su pellicola non è semplicemente un attentato terroristico, e solo superficialmente potrebbe essere giudicato come una mera trasposizione di ciò che a novembre è realmente successo nella capitale: Bonello anticipa il terrore iniziando a scrivere la sceneggiatura di Nocturamacinque anni fa e traducendola solo ora in un film sfaccettato, profondo, che costringe ad un frenetico malessere a cui è impossibile rimanere indifferenti.
Quando un film diventa esperienza
I veri creatori della democrazia vanno ricercati nei suoi nemici più che nei suoi alleati: la moderna ideologia adolescenziale di ricostruzione del sistema passa attraverso regole ben precise, cerca di riedificare la civiltà attraverso la distruzione della stessa e assume conseguenze terrificanti che Bonello non ha paura né di spiegare né di mostrare. Il regista duplica il suo punto di vista e costruisce un film dall'anima e dalla morale doppia, soffocando lo spettatore nell'ansia prima e nella trappola dopo: solo una cosa è comune, non c'è alcuna via d'uscita - né da una quotidianità che potrebbe bruciare da un momento all'altro né da una sentenza di morte annunciata.
Il gioco di specchi viene eseguito alla perfezione, grazie ad un montaggio che svela e poi nasconde, anticipa e poi ritorna cambiando punto di vista, incastrando ossessivamente chi guarda fino a renderlo parte integrante dell'incubo facendogli perdere lentamente il senso della realtà insieme ai protagonisti. Un colpo al cuore e alla memoria ad ogni scoppio, costantemente ripetuto, ossessivamente mostrato in frame divisi: fuoco ovunque prima, pallottole ovunque dopo, mentre il terrore dell'ideologia diventa terrore dello stato e uccide colpevoli e innocenti senza possibilità di appello, un colpo dopo l'altro - figli di quella stessa democrazia che non li ha resi altro che vuoti manichini inespressivi, costretti a fare i conti con la loro voglia di esistere.
I did it my way
Dolorosamente attuale e precisamente studiato, Nocturama diventa quindi più di un film ma una vera e propria esperienza che regala allo spettatore molteplici punti di vista e chiavi di lettura, spesso legate all'esperienza personale: non è un caso che in Francia il film sia stato distribuito con alcuni avvisi dedicati proprio alle persone più sensibili. Tecnicamente ineccepibile e specchio della maniacale precisione estetica a cui Bertrand Bonello ci ha abituati, Nocturama unisce una tecnica asciutta e millimetrata ad un substrato politico, urbano e sociale studiatissimo, da cui si esce con il fiatone e con più domande che risposte. Sul significato della ragione di stato, sul funzionamento della nostra politica, ma soprattutto su chi siano davvero i terroristi, coloro che portano il terrore. Un dibattito da cui forse non usciremo mai, se non con una soffocata richiesta d'aiuto ricambiata con una pallottola.
Movieplayer.it
4.0/5