L'attore e regista Sebastián Silva realizza, con Nasty Baby, un'originale commedia a tinte dark che prende delle svolte inaspettate, spiazzando lo spettatore in più momenti e sfiorando tematiche molto attuali e spesso controverse. Il risultato è convincente in modo discontinuo, tuttavia il film colpisce per il suo coraggio nel non voler approcciarsi moralmente alle azioni compiute dai protagonisti, affidati a un cast ben bilanciato per esperienza e capacità drammatiche e comiche, lasciando in sospeso il loro destino e un giudizio su quanto raccontato, e dando spazio a ogni possibile interpretazione.
Un inaspettato senso di paternità
Al centro della storia c'è Polly (Kristen Wiig): una donna single che chiede aiuto ai suoi due amici gay, Freddy (Silva) e Mo (Tunde Adebimpe) per riuscire a concepire un figlio.
Se in Freddy nasce immediatamente un inaspettato e forte istinto di paternità - tanto da ideare una performance artistica intitolata Nasty Baby in cui lui e i suoi amici interpretano dei neonati - il suo compagno è invece più restio a realizzare il desiderio di Polly, sentendo il peso della responsabilità che una scelta del genere comporta, nonostante sia consapevole di essere forse la sua ultima speranza dopo che le analisi hanno rivelato che lo sperma del suo compagno non è in grado di essere all'altezza del compito.
Nella già piuttosto complicata vita dei tre, inoltre, c'è la presenza di un vicino con disturbi mentali, chiamato Bishop (Reg E. Cathey), i cui comportamenti daranno il via a una catena di eventi dalle conseguenze drammatiche.
Troppi elementi rimangono in sospeso
Nasty Baby è un film difficilmente classificabile a causa di una struttura narrativa che si sviluppa in modo articolato nei suoi vari passaggi, passando dalla commedia divertente al dramma a sfumature psicologiche, senza dimenticare un passaggio intermedio dedicato alla difficoltà della società di accettare il diverso, che si tratti di una coppia gay o di un uomo dal passato sconosciuto e dal presente fatto di stranezze e comportamenti minacciosi. Menzione a parte va fatta per la rappresentazione del mondo dell'arte, tratteggiata a tinte esageratamente surreali e tuttavia esilaranti, grazie ai tentativi di Freddy di convincere della validità del suo progetto il responsabile di una galleria d'arte moderna.
Il continuo susseguirsi di situazioni ed entrata in scena di personaggi, tuttavia, lascia senza risposta troppe domande essenziali a sostenere la storia principale, e Silva non spiega mai veramente nulla delle motivazioni di Polly e del suo desiderio materno, del modo in cui si è formato il legame speciale tra i protagonisti o della vita degli abitanti del quartiere che avranno un ruolo centrale all'interno della storia.
Il risultato è quindi un'amicizia credibile solo grazie all'ottimo feeling stabilitosi tra gli interpreti ma privo di quell'emotività che permetterebbe di rendere l'insieme coerente e realistico.
Lo stile visivo scelto dal filmmaker, con la sua telecamera in continuo movimento, riesce inoltre a seguire agevolmente gli eventi pur faticando a offrire un'immagine ben definita nelle scene ambientate di notte, difetto che paga in modo negativo prevalentemente proprio durante la sua svolta dark in cui l'azione si sposta all'esterno.
Conclusione
Nasty Baby ha molti spunti interessanti che vengono però sviluppati e gestiti in maniera frettolosa e approssimativa, lasciando purtroppo solo intuire un approccio originale ai problemi della società contemporanea attraverso il ritratto di una potenziale famiglia atipica, immersa in una realtà non sempre in grado di comprendere le scelte del prossimo. E' però la bravura del cast, non i contenuti, a sostenere il film fino alla fine, con un finale aperto che soddisfa ma suscita qualche perplessità di troppo.
Movieplayer.it
2.5/5