Iniziamo la nostra recensione di My Amanda sottolineando fin da subito come il film diretto dalla regista italo-filippina Alessandra de Rossi voglia essere un piccolo ritratto, intimo e semplice, della storia di due persone: TJ e Amanda. O meglio, Fuffy e Fream, come si chiamano tra loro. I due sono migliori amici da tutta la vita, legati da un rapporto che sembra appartenere alla forza dell'universo, duraturo come le stelle. In questo breve (poco meno di 90 minuti) film Netflix la relazione platonica, di un amore fraterno tra Fuffy e Fream, è al centro di tutto. Più che stelle come vengono più volte definiti all'interno della storia, i due formano un vero e proprio universo. Che resiste nonostante tutto.
L'amica che resta
La trama del film non inizia da come i due protagonisti, interpretati dalla stessa regista Alessandra de Rossi e Piolo Pascual, si sono conosciuti e hanno instaurato questo legame di amicizia. Fuffy e Fream vengono subito presentati come una coppia legata da un'amicizia insolita e duratura, fortissima e formata da un amore senza malizia. La notte in cui i due sono seduti su un'amaca e guardano le stelle ha il sapore di un addio. Fream ha conosciuto Kelvin e ha ricevuto una proposta di matrimonio: sta per partire e lasciare Fuffy. Poco tempo dopo, un'abbandonata Fream fa ritorno alla casa di famiglia. Ad accompagnarla nel viaggio è proprio Fuffy. Sarà l'inizio di un periodo composto da ripensamenti, riflessioni sull'amore, sull'amicizia, sulla propria vita, sul sentirsi inadatti e incapaci, sulla mancanza di autostima e sullo scambio di fiducia e consigli. La storia del film inizia a sfilacciarsi, ma in senso positivo. Più che portare avanti una vera e propria narrazione, My Amanda vuole sottolineare e mettere in scena la pura amicizia tra i due. Ecco, allora, che assisteremo a una sequenza di dialoghi, di abbracci, di bevute, di serate al karaoke, di condivisione. Mai un litigio, mai una discussione, per un rapporto basato sul volersi bene. Nonostante l'evolversi della vita questa straordinaria amicizia è l'unico legame indistruttibile, sempre con la stessa intensità. È qui che si trova la parte migliore del film, recitata con naturalezza dai due attori.
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1001 poesie sulle stelle
Nonostante la breve durata, più si prosegue nella visione più questo racconto di amicizia si fa via via meno appassionante. Senza un conflitto, l'amicizia tra i due protagonisti assume i contorni di una fiaba sin troppo perfetta e meravigliosa che, invece di trascinare lo spettatore, lo allontana. Nonostante il film abbia ritmo non coinvolge mai davvero risultando una visione per lo più passiva. Fanno eccezione brevi momenti in cui la scrittura indugia alla scoperta del carattere dei due personaggi, li apre un po' di più, li rende più umani e fragili. In quei momenti si percepisce davvero quanto sia importante questo legame, quanto peso abbia la presenza di un'anima gemella che sappia comprendere e aiutare. Perché, soprattutto nell'insopportabile parte finale, il film ricerca una dimensione poetica e aulica che non può raggiungere risultando stucchevole. Nel momento in cui i toni si fanno più drammatici permane un senso di prevedibilità generale sulla conclusione della storia, continuamente allungata per stimolare un'emozione fittizia e ricattatoria nel pubblico. La dimensione più poetica del film viene costantemente urlata, mostrando le stelle e l'universo per parlare di sentimenti, oltrepassando i confini del kitsch e mettendosi in scena con un montaggio fuori tempo massimo che ricorda i video amatoriali pieni di effetti e dissolvenze creative che, nel 2021, non sono francamente più tollerabili. In questa sottolineatura che vorrebbe essere poetica, ma risulta per essere ridicola, il film perde proprio nel finale quella semplicità e quell'onestà che, invece, aveva ben caratterizzato la prima parte. Un vero peccato, perché la poesia era ben presente in quella semplice naturalezza nel rapporto tra due amici.
Conclusioni
A conclusione della nostra recensione di My Amanda non possiamo ritenerci completamente soddisfatti di questo film in catalogo su Netflix. Il problema non si trova in una storia un po’ sfuggevole che si concentra sui dialoghi e sul rapporto di amicizia tra i due protagonisti, ma in un terzo atto che, alla ricerca di una dimensione poetica e aulica, cerca in tutti i modi di emozionare lo spettatore in maniera ricattatoria, senza avere una messa in scena capace di reggere il peso del messaggio, che risulta ripetitivo e troppo esagerato. Si salvano le interpretazioni di Alessandra de Rossi e Piolo Pascual, davvero perfetti nella parte, capaci di portare in scena i due personaggi con grande naturalezza.
Perché ci piace
- L’interpretazione dei due attori protagonisti, capaci di portare in scena due personaggi con grande naturalezza e creare un vero legame.
- Basato quasi esclusivamente su dialoghi tra amici, il film racconta il bisogno di un legame così forte nella vita.
Cosa non va
- Il terzo atto, ripetitivo e kitsch, cerca di trovare emozioni e una dimensione poetica senza farcela, rovinando quanto di buono costruito in precedenza.