Con la recensione di Muppets Haunted Mansion, nuovo speciale disponibile su Disney+ e proposto come parte della programmazione "da brivido" per il mese di ottobre, torniamo a parlare dei celeberrimi pupazzi creati da Jim Henson, qui alla loro seconda incarnazione concepita direttamente per lo streaming. Ne avevamo già parlato lo scorso anno, quando un nuovo programma a base di sketch cercava di adattare le loro personalità anarchiche e caotiche alle logiche della fruizione dei prodotti sul web, mentre qui si torna a un format più classico, sulla falsariga dei film usciti in sala negli anni Novanta: i Muppets alle prese con un mondo preesistente, in questo caso la mitica attrazione di Disneyland, inaugurata nella sua prima versione nel 1969 e già oggetto di un mediocre tentativo di adattamento cinematografico nel 2003 (è attualmente in lavorazione un nuovo film, con Owen Wilson e Rosario Dawson nel cast).
"Welcome, foolish Muppets"
Muppets Haunted Mansion: La casa stregata aggiorna la formula dei film in cui i Muppets interagivano con le creature letterarie di Charles Dickens e Robert Louis Stevenson, sempre con Gonzo nei panni del protagonista/narratore ma accompagnato questa volta da Pepe il Re dei Gamberi anziché dal topo Rizzo. I due sono stati invitati a passare una notte nella casa stregata del titolo, e il loro compito, come spiegato dal Ghost Host (Will Arnett), è semplice: affrontare le loro più grandi paure e arrivare vivi alla mattina successiva. Gonzo è particolarmente intrigato, dato che la casa fu la dimora di un noto mago di nome MacGuffin, ma l'impresa non sarà semplice, dato che i fantasmi abbondano, e non tutti hanno fattezze umane: nei corridoi si aggirano, infatti, anche versioni "spiritate" dei Muppets, con Kermit che cerca di mettere su uno spettacolo come il Muppet Show classico, Fozzie che racconta le sue solite barzellette penose, Waldorf e Statler che anche da morti non possono fare a meno di lamentarsi, e Miss Piggy che si arrabbia per lo scarso minutaggio concessole all'interno del crossover. La notte sarà lunga...
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Ritorno alle origini
Da quando la Disney ha preso il controllo dei Muppets, la gestione del franchise hensoniano non è stata ottimale: se sul versante cinematografico ci sono state vette come il film del 2011, sul piccolo schermo i risultati sono stati molto più modesti, tra il mockumentary seriale del 2015 e il più recente Ecco i Muppets, con cui i personaggi hanno esordito su Disney+ poco più di un anno fa. Due operazioni che sulla carta potevano essere interessanti, ma che hanno frainteso lo spirito dei pupazzi, cercando di piegarli alle esigenze di linguaggi audiovisivi più moderni, con tanto di stranianti tocchi "adulti" (vedi la rottura fra Kermit e Miss Piggy nella serie del 2015) che hanno portato alcuni dei partecipanti storici - in primis Frank Oz, storico interprete originale di Fozzie e Miss Piggy - a prendere le distanze dal franchise nella sua forma attuale. Qui, invece, l'obiettivo è quello di intrattenere senza particolari fronzoli stilistici, lasciando che i Muppets siano ciò che sono sempre stati e consentendogli di infettare l'ambiente circostante con la loro consueta, allegra follia, a base di simpatici giochi di parole e accattivanti numeri musicali. La location si presta bene a questo gioco, e viene da pensare che l'esito positivo di questa sinergia possa dare vita a un nuovo filone dove i pupazzi si ritrovano ogni volta in un mondo diverso basato su un'attrazione di Disneyland. È troppo tardi per reimpostare attorno a loro il prossimo film dei Pirati dei Caraibi?
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Divertimento rapido ed efficace
Con i suoi 50 minuti scarsi di durata, lo speciale va dritto al sodo e colpisce subito il bersaglio, inanellando una gag dietro l'altra senza sosta e con lo spirito (!) d'altri tempi. I Muppets, ovviamente, la fanno da padroni, limitando la maggior parte delle presenze umane a camei (uno di questi è del grande Ed Asner, scomparso di recente), con la grande eccezione costituita da Will Arnett che, per certi versi, come performer è sempre stato un Muppet in forma umana e di conseguenza è perfettamente calato in questo universo, riuscendo anche a fare il verso al Ghost Host della Haunted Mansion originale senza risultare sacrilego nei confronti dell'inimitabile performance di Paul Frees. Per la prima volta in dieci anni, da quando è uscito il film scritto da Jason Segel, si ha l'impressione di essere nuovamente al cospetto dei protagonisti così come li aveva concepiti Jim Henson. E quindi, anche se il contesto non è più esattamente lo stesso, è il caso di tornare a intonare la celebre sigla: "It's time to play the music, it's time to light the lights..."
Conclusioni
Chiudiamo qui la recensione di Muppets Haunted Manson, sottolineando come il nuovo speciale di Disney+ riporti i Muppets alle origini lasciando libero sfogo al loro humour caotico nel contesto della celebre attrazione di Disneyland. Privati del bisogno di assecondare nuovi gusti televisivi, i pupazzi di Jim Henson sono tornati quelli di una volta, con abbondanti dosi di risate.
Perché ci piace
- L'incrocio fra le due proprietà Disney funziona alla grande.
- Will Arnett è strepitoso.
- Il ritorno alla semplicità narrativa e formale di un tempo è quasi commovente.
Cosa non va
- La nuova voce di Kermit in originale rimane una sofferenza per le orecchie.
- Chi non conosce l'attrazione di Disneyland potrebbe non cogliere un paio di riferimenti.