Monica Guerritore, tra Inganno e Anna Magnani: “Bisogna disincarnare il corpo da un'estetica troppo limitante”

L'attrice è stata protagonista di uno degli Incontri di Cinema del Bif&st - che le ha anche consegnato il premio Arte del Cinema - in cui ha parlato della serie Netflix e di una possibile seconda stagione. Oltre a dare delle anticipazioni sul suo film dedicato alla grande interprete romana.

Monica Guerritore al Bif&st

"Quando mio marito ha saputo che sarebbe stato proiettato il quarto episodio di Inganno mi ha detto: 'Magari io vengo dopo, ci andiamo a fare una passeggiata'". Monica Guerritore si lascia andare a una risata raccontando un aneddoto privato legato alla proiezione di uno degli episodi della serie Netflix di cui è protagonista che ha preceduto l'incontro con il pubblico al Teatro Petruzzelli di Bari per il Bif&st. Lo stesso festival che le ha conferito il premio Arte del Cinema.

Il vuoto riempito da Inganno

Bifest 2025 Monica Guerritore Foto
Monica Guerritore al Bif&st

In Inganno, adattamento della miniserie Gold Digger, l'attrice interpreta Gabriella, sessantenne proprietaria di un elegante hotel in Costiera Amalfitana. Divorziata e con tre figli adulti, vive una vita solitaria. Almeno fino a quando non incontra Elia, affascinante giovane con il volto di Giacomo Gianniotti, con il quale inizia una relazione che rischia di mandare a rischio gli equilibri familiari.
"È un ruolo che ho voluto. Sia Cattleya che Netflix hanno puntato sul fatto che a interpretare Gabriella fosse un'attrice con le spalle grosse che non fosse rifatta", spiega Guerritore.

Inganno Monica Guerritore Giacomo Gianniotti 2
Guerritore e Giacomo Giannotti

"Non voglio usarlo come un termine dispregiativo, perché le donne si vogliono sempre un pochino migliorare. Il punto era che il personaggio non era stato contraffatto. Viveva i suoi 60 anni così come dovevano essere raccontati al pubblico. Questa cosa qua mi ha permesso di tenere il pallino del personaggio che si riallaccia alla storia di Eros e Psiche. Psiche viene abbandonata sulla rupe ed è sola. Eros la prende e la porta con sé negli ampi spazi del cielo. E anche Gabriella è una donna sola. Nella prima puntata vediamo la piccola signora nella grande casa. Quando arriva Giacomo Gianniotti, che simboleggia Eros, ritrova un'energia e una forza che viene quando un uomo ti abbraccia. Mettiamo in scena una cosa che, tra i 50 e i 70 anni, non è più raccontata. È il vuoto di quegli anni che Inganno riempie".

Il corpo dell'attore

Nella serie sono presenti numerose scene di sesso che la vedono protagonista. Ma oltre a questo racconto legato alla relazione raccontata in Inganno, cosa rappresenta il corpo per Monica Guerritore in quanto interprete? "Tutto. Sono prevalentemente un'attrice teatrale e per noi il corpo è il primo segno perché il volto non si vede. Il corpo è tutto".

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L'attrice durante l'incontro

"Sicuramente posso anche aiutare a dare una via alternativa alle ragazze", continua Guerritore parlando dell'esempio rappresentato dalla serie. "Se hai una carriera molto lunga e costruita nel tempo, si ha la possibilità di costruire orizzonti. In Italia non ci sono racconti che danno spazio al femminile di 50 e 60 anni così come succede all'estero. Quando Anna Magnani ha vinto l'Oscar, all'improvviso è diventata ingombrante in Italia. Allo stesso tempo Betty Davis ha continuato la sua carriera per altri trent'anni. Bisogna disincarnare il corpo da un'estetica troppo limitante".

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La sorellanza

La volontà di essere un esempio per le altre donne, anche più giovani, in che modo dialoga con il rapporto con il femminile? "Quando ho cominciato ero così piccola che ho avuto le braccia di una seconda mamma, Valentina Cortese ne Il giardino dei ciliegi", ricorda Monica Guerritore. "Ho sentito accanto a me tante figure femminili accoglienti e quando ho fatto Giovanna d'Arco in teatro ho trovato una frase di una scrittrice algerina Helene Cixous che le condensava tutte: 'Una donna non muore se da un'altra parte un'altra donna prende il suo respiro'. Noi diamo respiro ad altre donne e facendolo respiriamo con loro. Questo perché abbiamo tutto da scoprire dalle avventure umane".

Bifest 2025 Una Foto Di Monica Guerritore
L'attrice si racconta a Bari

"Così come farò io adesso con Anna Magnani dopo tre anni di scrittura e di fatica. Ma anche di approfondimento andando nell'oscurità del suo sguardo, cercando di capire che cosa è accaduto nella sua vita, quanta passione c'era nel cinema e quanto dolore c'era nella sua vita reale e dove è andata a sbattere. Questo ridà anima, cuore e respiro anche a me che scrivo. E penso che lo farà anche al pubblico".

Il film su Anna Magnani

E proprio sul film dedicato ad Anna Magnani, Monica Guerritore è tornata a parlare nel corso dell'incontro al Bif&sT. Un progetto fortemente voluto e portato avanti con testardaggine e determinazione. "Pensavo sarebbe stato tutto molto più facile. Non sono riuscita a inserirmi in quel filone dove le produzioni cominciano subito. Quest'opera non è così. Lavorarci tre anni mi ha permesso di approfondire molto. Con molta umiltà devo dire che questo tempo è stato necessario".

Femminile Singolare 4
Un primo piano dell'attrice in Femminile singolare

"Quando Andrea Purgatori - al quale il film sarà dedicato - si è messo vicino a me, il film era un'insieme di ipotesi e fatti. Piano piano si sono approfonditi dentro di me. Inizieremo a girare il 26 aprile. Partirò dalla notte del 21 marzo 1956 in cui aspetta l'Oscar. Ma non aspetta a casa accanto al telefono nero. È una nottambula, si infila in cappotto ed esce. Uscire tra le strade di Roma la porta ad affrontare quello che era il suo vissuto fino a lì".

Le opportunità

Quello dedicato all'attrice di Roma città aperta è il primo lungometraggio diretto da Monica Guerritore. Ultimo nome in ordine di tempo che si aggiunge a quello di tante colleghe che hanno deciso di passare dietro la macchina da presa e o a registe che trovano sempre più spazio in sala e nei concorsi dei festival. Cambiamento reale o atto dovuto? "È come se fosse: 'Ci metto una pezza'. Nel senso che non è tanto l'essere donna o l'essere giovane che si coniuga ad aprire la strada. Ragazza è giovane, inesperta è giovane e automaticamente ha la strada libera. Perché? Perché si condensa in una cosa: dare un'opportunità. Ma non vuol dire niente. È il talento, è l'opera. Al di là che sia donna, ragazza, giovane, vecchia, è il fatto in sé che deve avere strada libera nelle produzioni".

"Io sono donna, sono grande, ho talento, ho una grande esperienza, ho molto pubblico. Eppure ho avuto le porte tutte chiuse. Non per cattiveria, ma perché non sono nella categoria giovane, ragazza, inesperta. Paola Cortellesi ha detto di aver fatto il suo più bel film al limite della menopausa. Io posso dire che il mio primo film l'ho fatto dopo aver un po' superato dopo la menopausa. Bisogna veramente che incomincino a saper leggere le sceneggiature. E capire cos'è che il pubblico vuole".

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Inganno 2 all'orizzonte

Forte di un successo inaspettato che l'ha portata a diventare la serie italiana più vista all'estero, c'è possibilità di vedere un nuovo capitolo di Inganno? "L'epilogo presuppone che ci sia qualcosa che non va. Il suo successo è stato imprevedibile. Quando l'abbiamo fatto era destinato al pubblico italiano. In America hanno visto che c'era qualche cosa in più e hanno deciso di distribuirla in 190 paesi in contemporanea. Mentre era nata come una serie che doveva essere autoconclusiva è diventata un fenomeno dalla Thailandia alla Corea".

"Ho un'opzione per poter fare Inganno 2 o qualcosa che possa avvicinarsi. Ma per adesso penso che Netflix potrebbe essere un buon veicolo per Anna Magnani. Almeno fino a quando non pensiamo a cosa può succedere tra Gabriella e il bell'Elia di Giacomo Gianniotti".