Si parla d'amore, di vita di coppia, di libertà, di soddisfazione, di morte e del tempo che scorre inesorabile nella commedia romantica a tinte dark intitolata The Future, opera seconda della trentasettenne attrice, musicista, scrittrice e regista Miranda July, vincitrice nel 2005 della Camera d'Or a Cannes con il suo film d'esordio molto indie Me and You and Everyone We Know, da lei stessa scritto, diretto e interpretato. La storia è quella di una coppia di trentenni di Los Angeles, Sophie e Jason, che sembrano annoiarsi a morte e odiare il lavoro che fanno, decisamente una seconda scelta rispetto a quello che avevano sempre sognato. Per mettersi alla prova i due decidono di adottare un gattino randagio, ma nel mese che li separa dalla sua entrata ufficiale in casa, i due vedranno sconvolta la fin troppo tranquilla vita di coppia e svanire nel nulla i loro sogni di gloria. Essi si schiantano infatti contro una repentina presa di coscienza di sé e l'incapacità di entrambi di buttarsi a capofitto nella realizzazione dei loro desideri più intimi. Letteralmente terrorizzati da questo impegno che si stanno per sobbarcare, i due riflettono a lungo sul futuro e decidono che è arrivato il momento di dare una svolta alle loro vite. Una scelta che spingerà Sophie tra le braccia di un altro uomo e ad allontanarla dalla vita con Jason che per anni i due avevano progettato.
Visual artist poliedrica molto apprezzata in tutte le sue sfaccettature, tanto da essere stata più volte ospitata al Museum of Modern Art, al Guggenheim e in due mostre biennali al Museum of American Art, la July è giunta a Berlino per presentare il suo film, già passato al Sundance con grande successo di critica. L'attrice, sceneggiatrice e regista ha presentato il film a Berlino, sfoggiando un look sgargiante e coloratissimo, insieme ai due co-protagonisti, Hamish Linklater, che nel film recita nel ruolo del fidanzato Jason, e David Warshofsky, nei panni del rivale in amore Marshall. Presenti in sala anche il direttore della fotografia Nikolai von Graevenitz e i produttori Roman Paul, Gina Kwon (Gnk Productions) e Gerhard Meixner (Razor Film).
Come le è venuta in mente l'idea di far narrare la storia con la voce fuori campo del gattino che spera di essere adottato e aspetta invano l'arrivo dei due futuri padroni nella sua gabbietta?Miranda July: Quando ho iniziato a scrivere questa storia mi sono detta che avrei dovuto trovare un modo nuovo, inconsueto per raccontare l'amore di questi due ragazzi alle prese con una profonda crisi d'identità. Volevo scegliere un punto di vista diverso dal solito che fosse nuovo anche per me da sperimentare. A questo si è aggiunta la mia voglia di indirizzare il pubblico verso la mia visione di questo piccolo universo, una visione dal di fuori che osservasse gli avvenimenti da un punto di vista neutrale.
Se dovesse raccontare in poche parole di cosa parla il suo film, cosa direbbe?
Miranda July: E' un film romantico, ma non nell'accezione comune del termine, è un film che scava a fondo nei nostri desideri più intimi, che analizza le nostre paure quotidiane e che ci pone di fronte ad un momento di smarrimento dei protagonisti nel momento in cui realizzano che tutto ciò in cui credevano potrebbe sbriciolarsi in un baleno. Jason e Sophie si rendono conto improvvisamente che quello in cui hanno sempre creduto in realtà non esiste. Ma The Future è anche un film sulla paura della morte, un film surreale in cui i protagonisti hanno il potere di fermare il tempo nei momenti più significativi ed analizzare le conseguenze delle loro azioni.
Perchè ha scelto di fare questo lavoro di sospensione del tempo nella narrazione?
Miranda July: Capita a tutti spesso credo, o meglio a me capita, di avere in certi momenti della mia vita la testa completamente vuota ed altri momenti cruciali del mio passato che vorrei ricordarmi ancora vividamente insieme a tutte le sensazioni che avevo addosso in quel momento. Volevo altresì permettere al pubblico di guardare il tempo reale dilatarsi sullo schermo. Questo dilm per me è stato a dir poco liberatorio perchè mi ha permesso di raccontare a tanta gente quello che per me è più importante. L'amore, le dinamiche di coppia, il futuro.
Miranda July: Nella vita io non faccio la ballerina, ma attraverso questa sua passione per la danza ho un po' parlato anche di me. Mi definisco un'artista che ama sperimentare che si abbandona ai suoi desideri e segue i propri istinti. Ad un certo punto della sua vita Sophie prova a lasciarsi andare e a realizzare il suo sogno di diventare una coreografa di danza alternativa, prova a lasciarsi trasportare dalla sua passione e a capire quali sono le sue reali attitudini, ma forse è troppo tardi per raggiungere il suo sogno, forse non ha neanche la voglia di farlo.
Cosa le impedisce di pensare e di agire lucidamente?
Miranda July: Sophie ha studiato a lungo per diventare ballerina, ma ad un certo punto, dopo una serie di scelte, si ritrova dapprima a insegnare danza ad un gruppo di bambine poi addirittura come receptionist della stessa palestra. Non è di certo una virtuosa della danza, ma la sua difficoltà sta nell'esprimere se stessa, fisicamente e mentalmente. Quando danzi devi essere concentrato con il corpo e con la mente, lei pensa troppo, divaga, ha paura di sbagliare e pensa di non essere mai all'altezza.
Come hai scelto i due partner che ti accompagnano nel film?
Miranda July: Ho un ottimo cast director, che si guarda sempre tutti gli attori che si candidano e poi mi presenta le sue scelte. Ne ho visionati molti ma solo quando ho visto loro due mi sono detta che erano esattamente quelle le facce dei personaggi che avevo scritto. Avrei dovuto avere con loro un rapporto davvero intimo sul set, quindi era una scelta importantissima per me.
Come come vi siete trovati a recitare e ad essere contemporaneamente diretti da Miranda July?
Hamish Linklater: La sceneggiatura del film è davvero strabiliante per la sua bellezza, sia da leggere che da interpretare. La visione che Miranda ha del mondo e delle relazioni interprersonali è chiara, acuta, meravigliosamente indolente. Da attore posso dire che recitare e lavorare con lei è davvero una cosa speciale, riesce a trascinarti nel personaggio con una forza davvero incredibile.
David Warshofsky: Il bello è che Miranda scrive, dirige e interpreta le sue storie, lavorare con lei è un esperienza davvero totale. Il mio personaggio interagisce solo con lei nel film, e quando ti trovi a recitare di fronte a un'attrice che è la stessa persona che ti dirige è difficile perchè quando hai dei dubbi devi fare due domande di tipo diverso alla stessa persona (ride). Continuavo a ripeterle che dovevamo fidarci delle parole scritte sul copione, senza pensare che in effetti quelle parole le aveva scritte lei. E' stata un'esperienza interessantissima, sono contento che mi abbia scelto.
Miranda July: Penso che l'amore sia importante nella vita, anzi fondamentale, ma anche il romanticismo in senso generale, quello di cui nel mio film non si parla minimamente. Amo questo film, ma non è quella che vi è racchiusa dentro la mia vera visione dell'amore, la realtà e la vita a volte coincidono con la rappresentazione di esse, c'è un abisso tra il dire e il fare.
Un uomo e una donna, chiusi come il gatto nella loro gabbia, una casa che non ha un'identità ben precisa e rispecchia le loro incertezze. Non sanno cosa fare della loro vita e del futuro, credi che sia una cosa più tipica degli uomini o delle donne della tua età?
Miranda July: Ho cercato di raccontare questo aspetto della mia generazione in modo un po' estremo, ma se ci guardiamo dentro tutti noi ad un certo punto della vita ci siamo sentiti come paralizzati, come riunchiusi in delle gabbie, non c'entra il sesso. Personalmente ho sentito empatia per entrambi, ho adorato tutti i personaggi del mio film.
Miranda July: No, difficilmente riesco ad avere rimpianti, cerco sempre di capire cosa mi ha spinto a fare quella determianta scelta senza però pensarci troppo. Ultimamente ho dimenticato di invitare una persona al mio matrimonio, ho fatto una cavolata ma succede a tutti di farne.