Michelle Pfeiffer e Stephen Frears a Berlino con Cheri

Il regista e l'attrice si ritrovano venti anni dopo Le relazioni pericolose per Cheri, film presentato in concorso a Berlino 2009. Con loro sul red carpet della kermesse tedesca il giovane talento Rupert Friend e lo sceneggiatore Christopher Hampton.

A vent'anni dall'uscita de Le relazioni pericolose, Stephen Frears ritrova Michelle Pfeiffer in un nuovo film in costume, ambientato a Parigi nei primi anni del XIX secolo, che vede l'attrice americana vestire i panni di una cortigiana cinquantenne impegnata in una tormentata relazione sentimentale con un ragazzo estremamente più giovane. Costretto a un matrimonio combinato con una coetanea, il giovane non riuscirà mai a dimenticare la donna amata, e proverà a tornare da lei sfidando le convenzioni sociali. Presentato in concorso al Festival di Berlino, Cheri è stato accolto con entusiasmo dalla stampa che ha apprezzato i dialoghi brillanti e le divertenti caratterizzazioni dei personaggi, in particolare quella di una divertente Kathy Bates nel ruolo dell'apprensiva madre del giovane Cheri. Per presentare il film sono giunti nella capitale tedesca il regista Stephen Frears, lo sceneggiatore Christopher Hampton e i protagonisti Michelle Pfeiffer e Rupert Friend.

Stephen Frears, come ha lavorato per portare sul grande schermo il romanzo di Colette?

Stephen Frears: E' stato piuttosto semplice, perché la sceneggiatura di Christopher era straordinaria. La cosa che mi intrigava è questa tragedia costante che si respira nella storia, che può essere ritrovata anche nel romanzo di Colette.

Il suo film per molti versi ricorda Le relazioni pericolose.

Stephen Frears: Non mi pare, in quello c'era John Malkovich, in questo no.

Michelle Pfeiffer, com'è stato ritrovare Stephen Frears vent'anni dopo Le relazioni pericolose?

Michelle Pfeiffer: Quando mi hanno proposto di prendere parte al film ero elettrizzata, sia per l'opportunità di lavorare di nuovo con Stephen che con lo sceneggiatore Christopher Hampton. Inoltre, era una bella occasione anche per ritrovare sul set una grande attrice come Kathy Bates. E' un piacere lavorare con lei perché ci si diverte molto, ma nello stesso tempo è stato molto difficile entrare in questi ruoli così complessi.

Nel film interpreta una cinquantenne innamorata che cerca di far capire al suo giovane innamorato come la differenza d'età tra i due sia troppo ampia perché lui sia davvero felice. Come donna reagirebbe nello stesso modo del suo personaggio?

Michelle Pfeiffer: Il modo di comportarsi del mio personaggio dipende dall'epoca in cui viveva.

Penso che le cose oggi andrebbero in modo estremamente diverso. In giro ci sono tante coppie che si sposano pur avendo una differenza d'età piuttosto importante e nessuno si scandalizza più.

A Hollywod è permesso agli attori di invecchiare?

Michelle Pfeiffer: Ammetto di sì, te lo permettono e io sono un esempio vivente di questo. Certo è che se un attore è un po' avanti con l'età ci sono meno ruoli, ma a me per esempio piace molto lavorare sui personaggi che mi offrono. Più invecchi, più i ruoli diventano interessanti.

Qual è il segreto della sua bellezza?

Michelle Pfeiffer: Mi alleno tutti i giorni, ma soprattutto sono felice, sono contenta della mia vita. Inoltre, posso ancora permettermi di indossare i blue jeans e ho smesso di fumare quando avevo trent'anni, il che ha giovato non poco al mio organismo.

Cosa consiglierebbe a un giovane che sogna di fare l'attore?

Michelle Pfeiffer: Gli consiglierei di fare questo mestiere solo se non ha null'altro di meglio da fare.

Rupert Friend, come ha lavorato sul suo personaggio?

Rupert Friend: La sfida più grande per me è stata quella di calarmi nei panni di un giovane che all'inizio è completamente passivo, senza alcun desiderio, preda degli eventi.

Era interessante capire come si andava evolvendo il personaggio fino alla maturazione del finale. Per il resto, mi sono affidato a Stephen Frears ed è stato molto divertente lavorare con lui perché ha lo stesso senso dell'umorismo di Colette.

Christopher Hampton, la sua sceneggiatura è ispirata all'omonimo romanzo di Colette. Come ha lavorato sullo script?

Christopher Hampton: Ho sempre amato il libro di Colette e sono stato felicissimo di avere l'opportunità di scriverne la versione cinematografica. Stephen è un regista che permette agli sceneggiatori di partecipare in maniera significativa a un film e non è facile trovare professionisti simili. Quando ha letto lo script è rimasto profondamente soddisfatto del risultato e naturalmente la cosa mi ha reso molto fiero.