Sue Sylvester prende sempre in giro i suoi riccioli, ma il professor Schuester di Glee resiste ogni volta, stoicamente, alle frecciate della preside più sapida della TV. Matthew Morrison, il suo versatile interprete, invece, i suoi capelli li adora e non permetterebbe mai a nessuno di parlarne male. Lo dichiara alla stampa lo stesso attore californiano, a Milano come ospite di X Factor: lo vedremo il 21 novembre accanto a Mika - gli altri ospiti della puntata a doppia eliminazione sono gli Editors e Fedez - e agli altri giudici del talent punta di diamante di SkyUno, canale che programma anche gli episodi in contemporanea con gli USA della quinta stagione della serie musical. Morrison adora Fred Astaire, il Rat Pack e i performer degli anni 50, a cui si ispira come cantante e ballerino. La sua esibizione sarà monumentale e ricalcherà il grandeur in auge ai tempi, e la canzone prescelta evoca Duke Ellington: It Don't Mean a Thing. Ecco cos'altro ci ha raccontato il 35enne attore del cult Glee.
Parteciperai come ospite d'onore a X-Factor, ma accetteresti di tornarci anche come giudice?
Non credo, temo di essere troppo buono per giudicare qualsiasi partecipante: passerei tutto il tempo a incoraggiarlo. E comunque io sono un artista, non la persona adatta a giudicare qualcun altro. In compenso giudico parecchio me stesso!
Se i talent come X-Factor fossero stati così in auge qualche anno fa come lo sono oggi, avresti accettato di parteciparci in qualità di concorrente?
Non credo che parteciperei mai a un talent e non credo che lo avrei mai fatto neanche all'inizio della mia carriera: ho seguito un percorso artistico basandolo sul duro lavoro e la gavetta, sono partito dai piccoli teatri per poi arrivare a Broadway e infine dopo anni di esperienza sul palco sono sbarcato anche in televisione. Fino a Glee.
Conosci la musica del giudice Mika e, visto che vanti una carriera costellata di duetti favolosi, duetteresti con lui?
Sì, adoro duettare e nei mie album l'ho già fatto con cantanti del calibro di Elton John, Sting e Gwyneth Paltrow. Non conosco, lo ammetto, la musica di Mika, né ci siamo mai incontrati di persona, ma certamente prenderei in considerazione la cosa.
Sì, una delle mie prossime esibizioni sarà una cosa molto bella con Jane "Sue Sylvester" Lynch, con la quale canterò Cheek to Cheek: evocheremo Fred Astaire e Ginger Rogers. È incredibile quante canzoni sono state interpretate dal cast di Glee, pensa che lunedì scorso abbiamo superato la boa della seicentesima performance: stiamo per finire l canzoni, tra un po' non sapremo più cosa inventarci!
Cosa ti accomuna e cosa ti differenzia dal tuo personaggio in Glee, Will Schuester? C'è qualcosa che hai imparato da lui?
Io e Schue condividiamo la passione per l'arte: personalmente prenderei spunto e tenterei anche io di dare il mio contributo all'insegnamento delle arti performative. Da lui ho imparato la pazienza verso il prossimo, mentre evito accuratamente di farmi ispirare per quanto riguarda il modo di vestire. Quei gilet sono inevitabili oggetti di scherno, assieme ai capelli, di Sue, è terribile.
Avevo un parte piccolissima, ero un cameriere che si avvicinava a Sarah Jessica Parker e le chiedeva se sarebbe stata raggiunta da altri ospiti. Dovevo recitare la battuta mentre sparecchiavo: ero agitatissimo, ma non potei fare a meno di notare che lei era gentilissima e disponibile. Anni dopo grazie a conoscenze in comune siamo diventati amici e adesso ci frequentiamo regolarmente. Lei e suo marito Matthew Broderick sono sia attori fenomenali che genitori straordinari.
Anche tu stai per metter su famiglia?
Sì, mi sposerò presto e voglio avere dei bambini, voglio essere padre. Pensando al mio personaggio in Glee e alla sua evoluzione, gli auguro un percorso simile. Magari ci riuscirà, con Emma. In fondo la prossima stagione, la sesta, sarà l'ultima, e Schuester resterà fino alla fine.