Dieci anni fa, all'età di ottant'anni, si spegneva uno degli attori più leggendari e influenti della storia del cinema, protagonista di pellicole memorabili come Un tram che si chiama desiderio, Fronte del porto, Il padrino, ma anche di film che sono entrati nell'immaginario collettivo come Ultimo tango a Parigi e Il selvaggio. Una carriera memorabile, quella di Marlon Brando, che ripercorriamo in una photogallery dedicata ai suoi film più importanti e alle ultime apparizioni, sin dagli esordi.
Un attore di grande talento, che ha influenzato altri interpreti delle generazioni future, e che sarà ricordato anche per la sua personalità non certo facile - che contribuì ad ingigantire la sua fama di "star difficile", un uomo che spesso non aveva filtri e non si faceva problemi a dire quello che pensava, a costo di sollevare un polverone, ma anche una persona generosa e scrupolosa nel suo lavoro, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo dei suoi personaggi.
Marlon Brando, 1924 - 2004 (15 foto)
Il mio corpo ti appartiene
Il suo esordio sul grande schermo con un film di Fred Zinnemann nel quale interpreta un veterano di guerra. Per questo ruolo il 26enne attore si preparò in maniera scrupolosa passando diverse settimane in un ospedale, assieme ad ex-soldati rimasti gravemente feriti in guerra con i quali fece amicizia, superando le diffidenze iniziali. Brando li seguiva nei loro sforzi per tornare ad essere autonomi e la sera usciva con loro per una bevuta.
Un tram che si chiama desiderio
Con Vivien Leigh nel film di Elia Kazan tratto dalla piece di Tennessee Williams, che aveva già interpretato a teatro. Al suo secondo film, Brando ottiene la sua prima candidatura agli Oscar e al tempo stesso si conferma come nuovo sex-symbol della sua generazione. Quello di Stanley è uno dei suoi ruoli più forti, con il quale continuerà ad essere identificato anche in futuro.
Zapata e Marco Antonio
Seguono due ruoli ispirati a personaggi storici, quello del rivoluzionario Zapata - sempre per Elia Kazan - e quello di Marco Antonio in ''Giulio Cesare'' di Mankiewicz, tratto dall'omonima tragedia di Shakespeare. Nello stesso periodo interpreterà anche Napoleone, ma è con il ruolo di Zapata che riceve la seconda nomination all'Oscar (oltre al premio per il miglior attore a Cannes.)
Il selvaggio
Ruolo iconico, entrato nell'immaginario collettivo, celebrato dalla pop art e adottato dalla cultura queer. Qui lo vediamo sul set e in una serigrafia di Andy Warhol. Il look di Brando influenza una generazione e suscita polemiche, anche da parte delle associazioni di motociclisti che non vogliono essere ritratte come gang di teppisti.
Fronte del porto
Pellicola controversa, girata con pochi mezzi e spesso in condizioni ambientali ostili. Vinse otto premi Oscar tra cui uno assegnato a Brando, il primo della sua carriera. Sono circa quattro anni che Marlon Brando recita sul grande schermo, ma è già uno degli attori più ricercati del momento e fa parlare di sé anche per le prime pretese: da contratto, smette di lavorare alle quattro per andare dal suo analista, e spesso lascia i partner di set a recitare da soli. Rod Steiger non glielo ha mai perdonato.
Sakini e Sayonara
Tra il '56 e il 57, Brando guarda ad Oriente con il ruolo del giapponese Sakini ne ''La casa da tè alla luna d'agosto'' accanto a Glenn Ford e quello di un maggiore dell'aviazione USA in ''Sayonara''. Per il primo film Brando studiò la cultura giapponese e si sottopose a due ore di trucco quotidiane: se è vero che il trucco lo rende quasi irriconoscibile, non toglie fascino alla sua persona.
Con Anna e Sophia
In ''Pelle di serpente'' Marlon Brando divise la scena con Anna Magnani, e tra due personalità così forti non tutto filò liscio. E qualche anno dopo, con Sophia Loren, le cose non andarono certamente meglio. ''La contessa di Hong Kong'' diede uno schiaffo a Brando, che le aveva mancato di rispetto, con una manata sul sedere. E Charlie Chaplin, regista del film, dovette calmare l'attrice.
Gli ammutinati del Bounty
Un set movimentato quello del film di Lewis Milestone: Brando non fu certo l'unico a distinguersi per ''stranezze'' e alla premiere fu anche fischiato perché aveva indossato la sua uniforme di comandante. Durante le riprese incontrò Tarita Teriipaia, la sua terza moglie, che gli diede due figli e con la quale visse su un'isola polinesiana tutta per loro. Fiaba hollywoodiana che si concluse nel '72 con un divorzio.
Queimada
In ''Queimada'' Brando è diretto da Gillo Pontecorvo. Altra lavorazione travagliata - soprattutto per i problemi di budget e location - ma in seguito l'attore ebbe a dire che questo film è il suo lavoro migliore, per quanto riguarda la recitazione. Nel cast affianca anche Renato Salvatori, al suo ultimo ruolo importante.
Il Padrino
Un altro ruolo leggendario e iconico sul quale si è detto di tutto, e che valse a Brando il secondo Oscar della sua carriera, che egli scelse di non ritirare di persona per protestare contro i maltrattamenti (politici e cinematografici) che gli States riservavano ai nativi americani. Battute entrate nella storia del cinema, e un make up ''studiato'' da Brando per apparire più vecchio e appesantito rispetto ai suoi 47 anni.
Ultimo tango a Parigi
Scandaloso e controverso - per l'epoca - il film di Bertolucci vede Brando accanto ad una giovanissima Maria Schneider nel ruolo di un americano che incontra una sconosciuta a Parigi e inizia con lei una relazione. La celebre scena del burro ancora oggi fa discutere anche se per il presunto abuso subito dall'attrice, più che per la scabrosità della scena in sé.
Superman
Non è certo il suo ruolo più memorabile, quello di Jor El, il padre biologico del supereroe, ma grazie ai guadagni ricavati da questo film, Brando sperava di realizzare un'opera sui nativi americani. Sapeva di aver dato tutto ciò che poteva come attore, e aveva annunciato il suo ritiro imminente, dopo aver archiviato un altro paio di ruoli importanti. Non si ritirò definitivamente, ma in questi anni girò i suoi ultimi film importanti.
Apocalypse Now
Dopo mille ripensamenti, Brando torna a lavorare con Coppola per il ruolo del colonnello Kurtz. Le sue condizioni fisiche, in questa occasione, gli pongono dei limiti: l'attore è talmente sovrappeso che non può girare alcune sequenze, che vengono eliminate, e chiede di essere ripreso quasi sempre in penombra.
Una stagione arida
Dopo aver ottenuto un'ultima candidatura agli Oscar per il film ''Un'arida stagione bianca'', negli anni Novanta partecipa a qualche film, tra cui ''Il boss e la matricola'', nel quale fa il verso al suo Don Vito Corleone, e affianca Johnny Depp in due film: ''Don Juan DeMarco'' e ''Il coraggioso''. E' amico di Michael Jackson e oltre a trascorrere lunghi periodi a Neverland, lo affianca nel video ''Rock My World''. Jackson gli offre amicizia e soprattutto assistenza negli ultimi anni della sua vita.
Una vita da film
Con la morte di Brando si chiude una vita da film: una bellezza sfacciata e un talento senza eguali, ma anche un carattere difficile e poco ragionevole; oltre che per le grandi interpretazioni che abbiamo appena ricordato, Marlon Brando sarà ricordato anche per le vicissitudini private - spesso fortemente drammatiche - che hanno reso ancora più ''cinematografica'' la sua esistenza.