Il 22 novembre 1967 nasceva l'attore statunitense Mark Ruffalo. Lungo la sua carriera ha avuto modo di collaborare con grandi autori del panorama internazionale (come Jon Woo, Ang Lee, Martin Scorsese, Todd Haynes, Bennett Miller e molti altri) e interpretare ruoli indimenticabili. Soprattutto negli anni più recenti, il nome di Ruffalo si è reso via via sempre più noto grazie alla partecipazione all'interno del Marvel Cinematic Universe. Il suo Bruce Banner infatti è stato molto apprezzato da critica e fan di tutto il mondo, e sicuramente la sua presenza nei film dedicati agli Avengers ha contribuito non poco alla crescita della sua carriera.
Tuttavia, al di là di questi prodotti mainstream e di grande richiamo, Mark Ruffalo ha preso parte a progetti d'impatto minore ma assolutamente da non sottovalutare. Il fatto curioso però, è che spesso la sua presenza in queste pellicole non viene ricordata dai più, proprio perché, prima di finire nei panni del Golia Verde, Ruffalo ricopriva tendenzialmente ruoli secondari. Abbiamo quindi deciso di porgere i nostri personalissimi auguri di buon compleanno a questo attore e ci siamo divertiti a raccogliere in ordine cronologico cinque film imperdibili in cui ha lavorato ma che la maggior parte degli spettatori non lo ricorda presente nel cast.
1. Collateral (2004)
I puristi del cinema di Michael Mann lo considerano uno dei suoi film minori. Tutti gli altri spettatori pensano che sia uno dei thriller più sensazionali del nuovo millennio. Collateral è adrenalina pura, un concentrato di tensione, action e filosofia che lascia a bocca aperta. Tom Cruise interpreta un serial killer che in una notte dovrà compiere cinque omicidi. Per spostarsi da un obiettivo all'altro assolda un tassista, Jamie Foxx, il quale però ben presto scopre il piano e proverà, a modo suo, ad arginarlo. Il film si svolge unicamente lungo una nottata e l'atmosfera tenebrosa e desolante di Los Angeles by night dona alla pellicola un fascino unico. In questo sottobosco urbano, tra spacciatori, criminali, avvocati, dj e via dicendo, si muove anche un detective che dovrà indagare sulla scia di omicidi. Mark Ruffalo si presta per la parte ma, va da sé, la scena viene completamente rapita dalla coppia Cruise-Foxx. In pochi ricordano il volto dell'attore anche perché si presenta con una capigliatura leggermente insolita, lontana dai suoi tratti distintivi più comuni. Riconoscibilità o meno, sicuramente l'onore di aver preso parte a un progetto diretto da Michael Mann deve essere stato tanto importante da convincere l'attore ad avventurarsi su un set pressoché notturno che richiedeva orari di lavoro non proprio consoni.
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2. Se mi lasci ti cancello (2004)
Se mi lasci ti cancello è uno dei cult indiscussi degli anni Duemila. La pellicola diretta da Michel Gondry è diventata negli anni un appuntamento irrinunciabile per generazioni di appassionati. Jim Carrey e Kate Winslet sono semplicemente perfetti nel portare in scena l'inevitabile incontro di due solitudini instradate sulla rotta di collisione. Il progetto è una sorta di commedia sentimentale tinta di fantascienza, ambientato in un mondo in cui le persone posso chiedere di farsi cancellare alcuni precisi ricordi. La storia d'amore raccontata è di quelle più sincere e genuine possibili, ma purtroppo costretta a confrontarsi anch'essa con la parola fine. Proprio in questo momento entra in gioco il personaggio di Ruffalo. L'attore interpreta infatti uno dei tecnici in grado di poter cancellare i ricordi dal cervello umano. Quando Jim Carrey deciderà di voler dimenticarsi del tutto della sua relazione intrattenuta con Kate Winslet, Ruffalo dovrà accontentarlo. Il suo è chiaramente un ruolo secondario, tuttavia la sotto trama narrativa che lo riguarda è ancora oggi molto sottovalutata. Certo, la storia principale tra i due protagonisti è molto più emblematica e d'impatto (anche grazie al carisma dei due attori), eppure anche le vicende che legano Ruffalo al personaggio interpretato da Kirsten Dunst non sono da meno e funzionano egregiamente come cassa di risonanza della storia principale.
3. Zodiac (2007)
Presentato in concorso al sessantesimo Festival di Cannes, Zodiac è uno dei progetti più ambiziosi e ossessivi di David Fincher. Incentrato sui fatti di cronaca che scossero la società statunitense a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, il caso del serial killer dello Zodiaco ha tenuto in molti con il fiato sospeso. Eppure il film di Fincher più che provare a raccontare "semplicemente" quanto è accaduto si cimenta in una vera e propria ricostruzione dei fatti in ogni singolo dettaglio. Nulla è lasciato al caso e il progetto è ricordato ancora oggi come la produzione più estenuante nella carriera del regista. Nonostante Mark Ruffalo ricopra un ruolo di primaria importanza (porta in scena infatti il detective David Toschi, l'uomo a capo delle indagini nel caso Zodiac), in pochi ricordano la presenza dell'attore all'interno del progetto. A suo discapito ci sono infatti due colleghi decisamente più "ingombranti" come Jake Gyllenhaal e Robert Downey Jr.. Il primo, vuoi per il carisma da divo, vuoi per la notorietà e il fascino del suo personaggio, rimase a lungo sotto i riflettori del progetto; il secondo invece stava per iniziare la sua avventura nel Marvel Cinematic Universe e più che altro destò curiosità per via di un ruolo decisamente più drammatico e insolito rispetto i suoi standard. Ruffalo invece lavora di fino rimanendo nell'ombra, donando al suo personaggio un'interpretazione memorabile, calibrata e d'impatto al punto giusto. L'attore inizialmente era titubante nell'accettare la proposta del regista. Dopo un incontro in cui Fincher si dimostrò avere le idee molto chiare, non ebbe più dubbi e decise di salire a bordo del progetto.
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4. Nel paese delle creature selvagge (2009)
Primo film di Spike Jonze a non essere scritto insieme al sodale Charlie Kaufman, Nel paese delle creature selvagge è una pellicola molto toccante, capace di intercettare i palati più eterogenei del pubblico, dagli adulti sino ai piccini. Tratto da un romanzo che negli Stati Uniti è un must have imprescindibile, il film racconta la fuga di casa di Max, un ragazzino che si ritroverà ben presto catapultato in un mondo fantasioso popolato da alcune creature paffute e pelose. Va da sé che l'immaginario del film sia completamente (e giustamente) soggiogato dalla presenza di questi buffi personaggi a cui è impossibile non affezionarsi. Tuttavia la componente più riuscita e interessante dell'operazione non è tanto l'arrivo in questa dimensione alternativa, quanto le tesissime dinamiche familiari che fungeranno da motore per l'avvio della trama. Proprio all'interno di queste maglie si insinua il lavoro di Mark Ruffalo. L'attore interpreta infatti il nuovo compagno della mamma del protagonista divenendo quindi una sorta di ostacolo agli occhi dell'adolescente che si vede via via minare le certezze della sua infanzia. Un piccolo film da (ri)scoprire, soprattutto se amate la cifra stilistica del suo autore.
5. Shutter Island (2010)
Da una parte Leonardo DiCaprio, dall'altra Martin Scorsese. In mezzo uno dei film più enigmatici e machiavellici del nuovo millennio. Insomma, diventa impossibile lasciare il segno in un progetto come Shutter Island. E in effetti Mark Ruffalo sembra averne pagato lo scotto. Presente nel cast per affiancare dall'inizio alla fine le disavventure del protagonista, in pochi ricordano il volto dell'attore all'interno di questo lavoro. Eppure, tra i film più recenti diretti da Scorsese, Shutter Island è anche uno di quelli più popolari e iconici, soprattutto per l'alone di mistero di cui si appropria lungo tutti i fotogrammi e per l'intensa prova attoriale del suo protagonista. Un vero e proprio trip lisergico in cui è facile perdere i punti di riferimento e lasciarsi sprofondare in un abisso di immagini menzognere e false verità. Scorsese gioca con la macchina cinematografica ricordandoci quanto il cinema non sia altro che un'eterna illusione, in cui tra un fotogramma e l'altro ci viene privata una porzione di racconto. Motivo per cui, in via parallela a ciò che vediamo e che viene impresso sullo schermo, potrebbe succedere tutto e il contrario di tutto.