Dopo aver realizzato il suo primo film da regista, L'immortale, sequel cinematografico della serie Gomorra, Marco D'Amore si è fatto portavoce del talento giovane del cinema italiano non soltanto collaborando con talenti emergenti sul set del suo film, ma anche grazie a una partnership con Campari.
L'azienda ha scelto l'attore come testimonial per promuovere i giovani artisti più promettenti: come Luca Nemolato, concept artist e art director originario di Napoli, cresciuto a Scampia, che da anni lavora a Los Angeles. Tra i suoi lavori anche il mostro di La forma dell'acqua - The Shape of Water di Guillermo del Toro, film premiato proprio alla Mostra del cinema di Venezia tre anni fa. E poi con quattro premi Oscar.
Abbiamo incontrato Marco D'Amore allo spazio Campari allestito al Lido di Venezia: "Il talento si valorizza raccontandolo, dandogli spazio, mettendolo al centro anche dell'interesse e soprattutto raccontando che, dietro alcuni mondi meravigliosi, fatti di artisti affermati, di volti noti, esistono delle realtà piccole e giovani che, alla luce e all'ombra di questi grandi talenti stanno crescendo. Ho la fortuna di raccontare il percorso di un giovanissimo artista campano, che sono dieci anni che lavora a Los Angeles, ha raccolto collaborazioni incredibili, tra cui quella con Guillermo Del Toro in La forma dell'acqua: mi sembrava l'occasione per restituire qualcosa a un territorio, che abbiamo raccontato in questi anni, attraverso un altro sguardo, ma che invece è fatto di esperienze bellissime, di talenti e di passioni, che sono riusciti a superare delle difficoltà incredibili, affermandosi altrove. Spero che questo possa essere un volano per Luca Nemolato, per essere osservato anche dal nostro cinema."
La nostra intervista a Marco D'Amore
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Marco D'Amore, la bellezza e la mostruosità
Il mostro di La forma dell'acqua ha un aspetto insolito ma è di una bontà disarmante, mentre Marco D'Amore ha interpretato personaggi che nascondono la loro mostruosità. Cosa possono insegnarci i mostri? "Il tema della mostruosità, della bestialità e del conflitto, che è insito in ogni essere umano, è uno dei racconti che hanno animato la letteratura di ogni tempo. Pensiamo al Minotauro, La Bella e la Bestia. In ognuno di noi ci sono dei tratti di miseria e di bellezza, di violenza e di bontà. È chiaro che, se si riesce ad osservare questo conflitto, ponendo in essere tutte le sfumature che sono parte del profilo di un essere umano, questo diventa ancora più interessante. Certo è che a volte è molto bello nascondere la mostruosità dietro la bellezza. Così come è stato interessante in La forma dell'acqua raccontare una mostruosità evidente che invece nasconde una gentilezza e una fragilità molto più che umana."
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