Marco Bocci, esordio alla regia con Erre 11: "Una storia di periferia con protagonista l'umanità"

Abbiamo incontrato Marco Bocci, che ci ha parlato della sua opera prima Erre 11, tra periferia, musica pop e dinamiche umane universali.

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Il cinema italiano sta abituando lo spettatore al cliché della periferia, della borgata. Negli ultimi anni abbiamo visto supereroi, super mamme, conflitti in stile western tutti tra le vie marginali di una grande città. Ebbene l'attore Marco Bocci ha scelto per il suo primo film da regista, Erre 11 (nel suo titolo provvisorio), il quartiere romano di Tor Bella Monaca. La sua però non sarà una storia di periferia, ma ambientata in periferia. Ambientata in un quartiere che ha un ruolo predominante nel suo romanzo del 2016 (A Tor Bella Monaca non piove mai) e che lo affascina estremamente. In effetti, dal tredicesimo piano di uno dei palazzi denominati "torri" si ha una vista mozzafiato su tutta Roma.

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Erre 11, periferia e umanità

È qui che ci accoglie Marco Bocci in una pausa tra una ripresa e un'altra, riprese che termineranno il 12 novembre, nella cucina con vista di un appartamento divenuto set e nel film casa del personaggio Samantha (Antonia Liskova). Nel romanzo A Tor Bella Monaca non piove mai Bocci partiva da un interrogativo, si nasce o si diventa cattivi? In Erre 11 la domanda si ribalta e i personaggi assumono un connotato positivo. I tre protagonisti Samantha, Romolo (Andrea Sartoretti) e Mauro (Libero De Rienzo) abitano in periferia ma non sono diversi da chi abita il centro della città. Come ogni persona sono segnati dalle proprie esperienze di vita. Per dirla al meglio con le parole dello stesso Bocci: "Questa è una storia che parla di dinamiche umane, queste sono la parte fondamentale del film. Potrebbe essere stato girato nella periferia di Milano, di Vicenza, di Pavia, di Palermo... ma è chiaro che la protagonista vera e propria è l'umanità. Per dinamiche umane intendo dinamiche di resistenza, sociali, forti tra le persone. La periferia è semplicemente il luogo in cui ho ambientato la storia ma non è questa a caratterizzare i personaggi. Non è la periferia che diventa protagonista del film perché i personaggi hanno delle reazioni in base a quello che vivono nella periferia... la periferia è un panorama meraviglioso dove raccontare storie umane".

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Da Squadra Antimafia al primo film da regista

Libero De Rienzo

Marco Bocci è un volto noto della nostra televisione in particolare per la sua partecipazione alla serie Taodue Squadra Antimafia ma ha dimostrato di volere andare oltre la recitazione cimentandosi prima con la scrittura e ora con la regia, quasi come una cosa dipendesse dall'altra. Sceglie però di non prendere per se alcun ruolo di attore in Erre 11 e si affida a due compagni formidabili come Andrea Sartoretti e Libero De Rienzo. Sartoretti si presenta così: "Romolo Borri è un uomo molto affezionato alla famiglia. Ha avuto un passato burrascoso, è stato detenuto e adesso sta cercando di redimersi, di avere una vita fatta di una casa, una famiglia, un lavoro. Dovrà lottare con il pregiudizio delle persone. Quando le persone si fanno un'idea di te è molto difficile contrastare quell'idea anche se tu non sei più quella cosa lì". Libero De Rienzo veste invece i panni di Mauro Borri, che in alcuni tratti sembra essere una sorta di alter ego di Bocci e di alcune vicende legate al suo passato. Lui racconta: "Non c'è un cattivo in questo film. Nessuno lo è. Mauro e tutti gli altri sono parte ed espressione di questa periferia. Palazzi e persone, spazi che non ci sono, e quindi spazi non adibiti allo stare insieme ma all'abbandono. La periferia è un luogo della mente, un modo di stare al mondo".

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Marco Bocci, l'angelo zingaro

Antonia Liskova

De Rienzo ha soprannominato Bocci, ma ormai da qualche anno, "angelo zingaro". Zingaro per la sua passione folle per il mondo gitano; angelo perché è un uomo di una trasparenza, di una gentilezza, di una bontà disarmante. Sembra finto ma in realtà è così, delicato e perbene". E infine a comporre il trio di protagonisti c'è Antonia Liskova. "Vivo in periferia quindi conosco benissimo le persone che ci vivono. La periferia è una parola abusata senza capirne il vero senso. Samantha in questo contesto è stata un po' adottata. Lei è arrivata a Roma con il sogno della fama, di costruirsi una carriera. Queste aspettative nel corso degli anni sono cambiate perché la sua vita è cambiata. La vita cambia senza che ce ne rendiamo conto e troppo spesso rincorriamo un sogno per poi accorgerci che non era quello che volevamo. Samantha è una che a un certo punto prende una decisione, prende in mano la sua vita pur dovendo affrontare un percorso molto sofferente".

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Erre 11 è un film prodotto da Minerva Pictures che visti i presupposti e i personaggi ben fotografati e scritti potrebbe essere una piccola sorpresa del cinema italiano. Ma che film dovremo aspettarci? A detta di Marco Bocci: "Il film è drammatico però non è messo in scena come un film drammatico e quindi può dare delle sensazioni che vanno a sfumare quelle drammaticità perché fanno riflettere. Il genere delle musiche sarà totalmente di contrasto dall'inizio alla fine. Sempre musiche allegre. Avrò sempre musiche molto up. Ci saranno delle parti estremamente elettroniche e rock che mi permetteranno di montare e arrivare a determinate sensazioni in maniera quasi da videoclip".