Luca Guadagnino è particolarmente orgoglioso di aver ricevuto il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema assegnatogli dal Sindacato toscano dei critici. "Ho iniziato la mia carriera come critico e mi dispiace non poterlo più fare, ma se non facessi il regista sarei iscritto come voi" ha esclamato scherzosamente nell'incontro col pubblico che ha preceduto la premiazione. "I critici in grado di interpretare davvero il cinema sono sempre meno. Il giudizio non ha niente a che fare con la critica, non si tratta di dire se un film è bello o brutto".

D'altronde il regista di Io sono l'amore, Bones and All e dell'atteso After the Hunt, in uscita il 16 ottobre, ha avuto il suo bel daffare prima di ammansire i suoi detrattori con un'opera che ha messo d'accordo tutti come Chiamami col tuo nome, che ha lanciato definitivamente la sua carriera. Premiato a Fiesole da Carlo Antonelli, giornalista, produttore di molti dei suoi lavori e co-autore dei bizzarri necrologi che i due firmano a quattro mani per il Corriere della Sera e che presto saranno raccolti in un libro, Guadagnino ha confermato il suo eclettismo citando alcuni dei titoli che mettono d'accordo lui e Antonelli, dal dramma erotico portoghese Il fantasma di Joao Pedro Rodrigues all'horror di Sam Raimi Drag Me to Hell ("per me è un manifesto, durante la visione speri che o tu o i tuoi nemici veniate trascinati in quell'inferno").
Il regista più amato dalle star
Prima di essere un regista, Luca Guadagnino è un intellettuale e un teorico e lo dimostra la sua profonda conoscenza della materia cinema. Ma è anche uno dei registi italiani più amati a livello globale dalle star, che fanno a gara per lavorare con lui. Da Tilda Swinton a Timothée Chalamet, da Zendaya a Michael Stuhlbarg passando per Josh O'Connor e Daniel Craig, gli interpreti di spicco amano affidarsi alla sua creatività. Perfino Kevin Spacey, ospite nello stesso giorno del Lucca Film Festival, a poche decide di km di distanza, ha espresso il desiderio di poter lavorare con lui.

"Comporre un cast è un atto di regia molto puro" ha ammesso Guadagnino. "Nel 2010 ero in giuria a Venezia con Tarantino e lui mi disse che il 50% del nostro mestiere è scegliere il cast. Quando scelgo gli attori sono molto protettivo delle mie decisioni. Amo le star, ma in quanto proiezione di qualcosa che accade prima che il film esista. Julia Roberts è un icona, in After the Hunt mi sono divertito a rovesciare questa sua immagine, ma mi piacciono anche i non attori, il rettore della facoltà è interpretato da un mio amico gallerista. Gli attori sono figure complesse e difficili, hanno necessità di attenzione. Io sono un tipo pratico e questo continuo bisogno mi irrita, ma se lo vedo da un punto di vista umano è una fragilità quindi mi viene spontaneo proteggerli".
Da Bertolucci all'intelligenza artificiale

Purista del linguaggio cinematografico, la cui essenza è dettata dal montaggio, "l'arte più importante del cinema", durante l'incontro col pubblico fiesolano Luca Guadagnino ha ribadito più volte la sua passione per Bernardo Bertolucci, a cui ha dedicato un primo documentario, Bertolucci on Bertolucci nel 2021 e ora ne sta realizzando un secondo, intitolato Joie de vivre. "Per me il cinema non è solo narrativo, amo girare spot pubblicitari, amo i documentari. Mi piace dialogare con diverse possibilità" ha spiegato Guadagnino. "Sto lavorando a un nuovo documentario su Bertolucci. Qui rifletto su chi è Bernardo per me come cineasta che amo e a cui torno costantemente. Sono partito girando nella sua casa in 35mm e poi ho deciso di usare uno strumento più diretto come l'iphone. Se hai uno strumento di ripresa e due/tre persone quello è il cinema".

Guadagnino ammette di amare il cinema che disturba e destabilizza, in grado di raccontare le complessità del presente, ed è più attuale che mai il tema che toccherà nel suo prossimo progetto. "Sto lavorando ad Artificial, un film su Open AI che racconterà la storia dell'AD Sam Altman, interpretato da Andrew Garfield, e rifletterà sulla diffusione intelligenza artificiale generativa" ci informa il regista, per poi confessare il suo rapporto controverso coi suoi film: "Dopo la prima proiezione pubblica non li vedo più, quindi non vedo i miei film da anni. Quelli a cui sono più affezionato sono i meno visti, amo molto Inconscio italiano, mi piacciono anche i film che ho prodotto. A me interessano i film in quanto elementi strutturali dell'edificio che è la filmografia. Spero di poterla completare in tempo per godermela tutta al momento giusto". L'ultima battuta è ancora per il fedele collaboratore Carlo Antonelli, su cui Guadagnino puntualizza: "Carlo avrà un ruolo importante quando farò Camere separate (adattamento del romanzo di Pier Vittorio Tondelli a cui il regista lavora da tempo, ndr), dovrà essere morto per non fare il film".