Life is Strange - Double Exposure, recensione: uno sguardo al nuovo struggente capitolo della saga

Qualche nostra considerazione sul sequel diretto del primo capitolo dell'amatissima saga di videogiochi che ci riporta nei panni di Max Caulfield.

Un'immagine di Life is Strange: Double Exposure

Life is Strange è sicuramente un titolo che ha fatto la storia dei videogiochi a trame interattive: le vicende di Max e Chloe nel lontano 2015, hanno conquistato un gran numero di videogiocatori, anche i più esigenti, gettando un po' le basi per un genere che nel corso degli anni successivi ha visto quel capolavoro che è Detroit: Become Human e il meno ispirato ma comunque interessante horror Until Dawn (del quale è da poco uscito il remake). Per quanto riguarda, invece, la saga legata a Life is Strange, al primo gioco ne sono seguiti altri che raccontavano nuovi aspetti del mondo narrato, con altri personaggi e nuove storie che mantenessero intatto lo spirito dell'opera.

Life Is Strange Max
Max prova ad usare il suo potere

In Double Exposure però si tenta una strada difficile, ovvero quella del sequel diretto, un tentativo rischioso sia per il tempo trascorso dal primo gioco, sia per tutti quei fan affezionati alle iconiche protagoniste del primo: due ragazze da poco affacciate all'età adulta che si sono ritrovate a dover far fronte a qualcosa di enormemente più grande di loro. Nel parlarvi, però, di questo nuovo titolo staremo molto attenti a non svelare nulla sugli snodi chiave della trama, anche se non potremo evitare spoiler sul gioco del 2015. Se non avete concluso il titolo capostipite, quindi, vi consigliamo di tornare su questo pezzo una volta recuperata quella storia per intero.

Double Exposure: nuova vita, vecchi problemi

Life Is Strange Double Exposure Scena Gioco
Un momento del gioco

Life is Strange: Double Exposure riprende, infatti a raccontarci la vita di Maxine (Max) Caulfield quasi un decennio dopo i tragici avvenimenti di Arcadi Bay, l'immaginaria cittadina dell'Oregon nella quale era ambientato il primo videogioco. A prescindere da quale finale abbiate sbloccato nel precedente, infatti, potrete giocare con una Max che ha visto la sua migliore amica Chloe uccisa nel bagno della scuola, dopo aver scelto di tornare indietro nel tempo e salvare la cittadina dalla distruzione provocata dalle scelte operate grazie al suo potere, oppure una che comunque convive con le sue responsabilità ma con una Chloe viva e vegeta.

La protagonista, infatti, è maturata nel corso degli anni e la ritroviamo consapevole dei suoi errori e del fatto che sia stato l'uso incondizionato dei suoi poteri a portare morte e devastazione. Dopo anni a viaggiare per il paese come fotografa è giunta ora alla Caledon University, nel Vermont, dove tiene un corso di fotografia. Anche se irrimediabilmente ferita nell'animo, Max sembra aver trovato un luogo dove potersi sentire a casa, fino a che la tragica morte della sua amica Safi non sopraggiungerà a sconvolgere di nuovo la sua vita, costringendola a fare i conti con vecchie e nuove capacità.

Una struttura narrativa coinvolgente

Life Is Strange Double Exposure Max Protagonista
La protagonista Max Caulfield

Se all'inizio, quindi, Double Exposure sembra ripercorrere le orme del suo illustre predecessore, quello che è stato si rivela ben presto utile a gettare solide basi per una nuova vicenda, con nuovi intrecci. Gli avvenimenti del primo gioco aleggiano come fantasmi per l'intera trama senza però appesantirla ma, anzi, fungendo da supporto al personaggio di Max che pian piano diviene sempre più carismatico e interessante.

Il nostro sguardo è il suo sguardo: ogni snodo di trama lo viviamo attraverso i suoi occhi e in questo modo veniamo guidati attraverso una serie di scelte che vanno a definire un determinato sviluppo della narrazione. Non sono molte le opzioni effettivamente rilevanti nel gioco ma, nonostante questo, possiamo operare scelte minori che influenzeranno il nostro rapporto con chi ci sta intorno.

La divisione in capitoli, che contraddistingue la saga rimane: ogni parte termina in un momento cruciale della storia spingendo chi gioca a dare il via al prossimo segmento, in una corsa forsennata verso il finale. Il gioco, infatti non è particolarmente corposo: è possibile soffermarsi su vari elementi e situazioni, permettere a Max di sedersi e riflettere, godendo ogni volta dell'ottima colonna sonora che anche questa volta caratterizza il gioco ma, pur prendendosela molto comoda, non dovreste impiegare più di 10/12 ore a terminare la storia. Life is Strange: Double Exposure, quindi non è pensato per chi apprezza giochi più lunghi e complessi, ma piuttosto per chi cerca un'alternativa al bingewatching di una serie tv, alla quale è per struttura in qualche modo assimilabile.

Qualche, perdonabile, sbavatura tecnica

Life Is Strange Double Exposure Max Caulfield
Max in Life is Strange: Double Exposure

Essendo un sito che parla di cinema, ovviamente, la nostra recensione si è concentrata maggiormente sugli aspetti più rilevanti riguardanti la narrazione, ma due parole sulla resa tecnica ci sentiamo di spenderle, anche se in modo piuttosto superficiale. Sviluppato da Deck Nine Games (ex Idol Minds), Double Exposure non sembra sfruttare pienamente le potenzialità del motore grafico Unreal Engine 5. Troppo spesso vediamo i personaggi muoversi in modo poco fluido o innaturale durante le fasi più "intense" di gioco, riportandoci ad una qualità visiva un po' datata.

Ad avere una buona resa, invece, sono le ambientazioni detagliatissime e spesso esplorabili che, al netto di qualche bug, colpiscono anche per la pressoché infinita tavolozza di colori che riescono a sfruttare. Va detto, comunque, che ogni imprecisione o sbavatura di questo genere è facilmente perdonabile qualora la storia riesca a coinvolgere e questo nuovo capitolo della saga riesce a centrare l'obiettivo senza troppo sforzo.

Conclusioni

Life is Strange: Double Exposure è il rischiosissimo sequel diretto del primo capitolo della tanto amata saga, che ripropone in modo intelligente una Max Caulfield più matura e consapevole, di nuovo alle prese con le conseguenze delle sue straordinarie capacità. Pur essendo piuttosto esile e breve, la storia riesce a coinvolgere anche grazie ad una ben pensata divisione in capitoli, marchio di fabbrica della serie di giochi ed elemento che spinge il giocatore ad andare avanti spinto da una vorace curiosità. Qualche problema tecnico, poi, non inficia più di tanto la giocabilità e la fruizione piena del gioco.

Movieplayer.it
3.5/5

Perché ci piace

  • La protagonista, Max, che torna più matura e consapevole.
  • La divisione in capitoli gestita alla perfezione.
  • La meravigliosa colonna sonora.
  • Le ambientazioni.

Cosa non va

  • Il gioco potrebbe risultare troppo breve a chi ama titoli più corposi e impegnativi.
  • Alcune imprecisioni tecniche e bug, che gli conferiscono un aspetto un po’ datato.