"Io e te dobbiamo parlare": quando, solitamente, qualcuno si avvicina a te con una frase di questo tipo, cominci a preoccuparti. Di solito queste parole non sono foriere di buone notizie. Ma, a volte, questa frase può voler dire anche qualcos'altro. Ed è stata la frase con cui Alessandro Siani ha contattato Leonardo Pieraccioni per il progetto che aveva in mente. Io e te dobbiamo parlare è infatti il titolo del film che vede insieme i due comici, per la regia di Siani. Le riprese inizieranno a metà giugno 2024, e l'uscita è prevista per Natale 2024 con 01 Distribution. Che dire di Pieraccioni e Siani? Comici, attori e registi di due generazioni differenti, lontani per origini geografiche, ma vicini per contegno e stile, hanno in comune una comicità non urlata, una recitazione un po'... sospesa. Entrambi sono lontani dai centri della comicità metropolitana di Roma e Milano, ma rappresentano due grandi scuole della commedia, quella napoletana e quella toscana. Entrambi hanno già affrontato diverse sfide: Pieraccioni nell'agone natalizio quando comandavano i cinepanettoni, Siani affrontando un momento in cui si dice che la commedia non vada più. Ed entrambi hanno avuto ragione, almeno a livello di incassi.
In attesa del loro nuovo film, Io e te dobbiamo parlare, ripercorriamo la filmografia di Leonardo Pieraccioni, il "Brad Pitt di San Frediano", come si definiva ironicamente agli esordi. Del resto, i migliori film di Leonardo Pieraccioni sono quelli degli inizi, quando aveva portato una ventata di freschezza nel cinema italiano, arrivando alla ribalta con il rat pack toscano (la combriccola di Carlo Conti, Massimo Ceccherini, Alessandro Paci, Giorgio Panariello, Alessandro Veronesi). Il suo periodo migliore va dal suo esordio con I Laureati a Il principe e il pirata. Oltre ai film che abbiamo scelto citiamo anche Ti amo in tutte le lingue del mondo ("era nato fuori da un liceo, dove tre ragazzine mi chiesero un autografo: due mi davano del lei e una mi diceva battute imbarazzanti") e Un fantastico via vai ("nato da lontano, dalle mie visite all'università"). "I film son figlioli del momento, è come quando Veronesi mi raccontò la storia di Io & Marilyn" ci aveva raccontato tempo fa Pieraccioni. "Ti innamori di una storia e le vai dietro un anno intero".
1. I laureati (1995)
Il primo film non si scorda mai. E così nei migliori film di Leonardo Pieraccioni c'è la sua opera d'esordio, I laureati, che fu definito, all'epoca, un film generazionale. Ed è anche uno dei pochi film collettivi di Pieraccioni, una di quelle storie in cui divideva i riflettori con altri tre attori alla pari con lui. I laureati è un titolo che ovviamente suona ironico: mette in scena quattro universitari, trentenni e fuori corso, che vivono tutti assieme in un appartamento di Firenze. In fondo non sono mai cresciuti, continuano a giocare e a non prendere sul serio la vita. La chiamano Sindrome di Peter Pan. Leonardo (Pieraccioni) ha lasciato la moglie dopo pochi mesi di matrimonio, Bruno (Gianmarco Tognazzi) è iscritto all'università solo per poter prendere le redini dell'impresa del ricco suocero, Rocco (Rocco Papaleo) si mantiene facendo il metronotte e Pino (Massimo Ceccherini) cerca un improbabile successo nel cabaret. I laureati, scritto con Giovanni Veronesi, fu un successo: era un film nuovo, fresco. Con le scene cult della fuga senza aver pagato il conto e del provino con il consiglio "un po' più... e un po' meno..." Inizia anche la carriera di Pieraccioni talent scout, che lancia la sua prima "bellissima", Maria Grazia Cucinotta. Inizialmente Leonardo Pieraccioni non avrebbe dovuto dirigere il film, ma solo recitare. Fu Vittorio Cecchi Gori a convincerlo, dicendogli che, in fondo, un regista deve saper fare solo due cose, l'inquadratura totale e il primo piano...
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2. Il ciclone (1996)
Dopo il promettente inizio de I laureati, Leonardo Pieraccioni fa letteralmente il botto: il suo secondo film, Il ciclone, è un exploit che nessuno si aspetta, nemmeno lo stesso Pieraccioni. Il ciclone è il classico film che tutti, quell'anno, in Italia vanno a vedere: l'incasso è di 70 miliardi di lire. È la storia di un paesino della Toscana, e di un casolare in campagna, che vengono sconvolti dall'arrivo di una compagnia di ballerine di flamenco. In un cast corale in cui ognuno ha la sua parte, Pieraccioni, nei panni del commercialista Levante, qui è protagonista assoluto, e inizia la lunga stagione del "Pieraccioni innamorato". Come negli schemi dei film dei Malincomici fioriti negli anni Ottanta, Pieraccioni è il ragazzo qualunque che vive una storia d'amore speciale con una donna bellissima. Qui è Lorena Forteza, attrice colombiana scoperta e lanciata dal comico toscano, accanto a un'altra bellezza già nota da noi, Natalia Estrada. Anche qui ci sono battute rimaste nell'immaginario collettivo, come "tappami, Levante tappami", di un Ceccherini in gran forma rinchiuso in una bara, oppure "catalana 'un esiste, è un modo di dire, come Atalanta, Sampdoria". E anche qui ci sono le scene cult come l'arrivo del protagonista in motorino e il ballo iconico di Lorena Forteza. Cast ricchissimo: Barbara Enrichi (che vinse il David come non protagonista), Alessandro Haber, Paolo Hendel, Tosca D'Aquino e Mario Monicelli nei panni del nonno Gino. Il ciclone ebbe successo anche perché, probabilmente, interpretava il sogno d'evasione di un'Italia che in parte era ancora provinciale.
3. Fuochi d'artificio (1997)
Solo un anno dopo, il "Pieraccioni innamorato" riesce nell'impresa difficilissima di bissare il successo de Il ciclone con Fuochi d'artificio, un film che, insieme al precedente, rappresenta il punto più alto del suo cinema. Qui al centro c'è proprio la ricerca dell'amore del nostro eroe, Ottone che, lasciato dalla sua fidanzata, si lancia in una serie di ronde amorose alla ricerca della donna giusta (spassoso il montaggio iniziale sulla serie di appuntamenti a cena che, una volta constatata la donna sbagliata, si chiudono con il suo "il contooo".). Se la quota comica è assicurata da Massimo Ceccherini, Er Patata (aka Roberto Brunetti) e Barbara Enrichi, Pieraccioni firma il suo film più romantico. Ottone stavolta è diviso tra Vanessa Lorenzo, Claudia Gerini e Mandala Tayde, nei ruoli di Luna, Lorenza e Demiù.
La storia è organizzata come un giallo: mentre parla con uno psicologo su un'isola, Ottone ci lascia in sospeso fino all'ultimo per svelarci chi sarà la donna della sua vita (un taglio usato poi da altre commedie, tra cui Certamente, forse). In un cast che vede anche Anita Caprioli e Gabriella Pession, spicca Mandala Tayde un volto dolcissimo e unico che sarebbe stato valorizzato ancora, qualche anno dopo, da Marco Ponti in Santa Maradona (e che avremmo voluto vedere di più sullo schermo). Le scene cult sono quella di Pieraccioni rimproverato a teatro per lo squillo di un telefonino e i "passettini" da ballare con Mandala Tayde. E due momenti di Massimo Ceccherini, che è Germano, caro amico del protagonista. Quando canta Tu sei l'unica donna per me di Alan Sorrenti, e quando esclama "la pioggia gli fa 'na sega all'Uomo Ragno" prima di venire folgorato da un fulmine. Momento romantico: l'uso di Una canzone per te di Vasco Rossi. Forse è il film più bello di Leonardo Pieraccioni, per un'Italia ancora ingenua e capace di sognare.
4. Il principe e il pirata (2001)
Dopo i primi tre film a loro modo perfetti, Il pesce innamorato segna una battuta d'arresto, un film irrisolto che gira a vuoto ma che racconta, a suo modo, il suo impatto con il successo. Leonardo Pieraccioni si riprende però subito dopo, e gira un altro dei suoi film migliori, cambiando per un attimo la formula della rom com e puntando sull'amicizia. Il principe e il pirata è un buddy movie e un road movie, e al centro c'è la chimica recitativa tra lui e il suo sodale di sempre, Massimo Ceccherini. Nella storia, stavolta, ci sono due fratelli. Leopoldo (Pieraccioni) è ignaro di avere un fratello, Melchiorre detto Il Gimondi (Ceccherini) che si trova in carcere: una misteriosa eredità li unirà. I due insieme funzionano, la storia funziona, con scene esilaranti come quella del furto con la maschera di Ronaldo e quella al ristorante con Ulka, la cugina del Falugi, la ninfomane. L'amore stavolta è ai margini, ma Pieraccioni riesce a lanciare un'altra grande attrice: Luisa Ranieri. Appare alla fine del film, nel ruolo di Chiara, l'ex moglie di Leopoldo. La colonna sonora è di Edoardo Bennato, che vinse il Nastro d'Argento.
5. Io & Marilyn (2009)
Tra i film relativamente recenti ci avevano colpito ecco Io & Marilyn. Il titolo ha un'idea piuttosto particolare, e diversa dal solito. Su idea di Giovanni Veronesi, è un omaggio al mito di Marilyn Monroe, con l'apparizione della grande diva, cioè il suo fantasma, evocata da una seduta spiritica dal nostro protagonista Gualtiero Marchesi (Pieraccioni, che ha dato il nome dello chef al suo protagonista). Marilyn (interpretata dalla modella Suzie Kennedy) ha una funzione molto interessante nel film. Come l'Humphrey Bogart che appariva a Woody Allen in Provaci ancora, Sam (o come l'Elvis che appariva a Christian Slater in Una vita al massimo), la diva diventerà un mentore per il protagonista. Lo aiuterà a riavvicinarsi all'ex moglie (Barbara Tabita) e alla figlia Martina (Marta Gastini, un'altra ottima attrice scoperta da Pieraccioni). Una storia originale, in cui il Pieraccioni innamorato ritorna, ma in un altro modo.