"Un innovativo dating show per over 60". Così in estate la Rai aveva presentato alla stampa Le Stagioni dell'Amore, programma del sabato pomeriggio di Rai1 che dallo scorso 9 novembre va in onda più o meno nell'indifferenza generale, abbracciando il cringe più estremo (leggasi imbarazzo) con Mara Venier, sua conduttrice, visibilmente disinteressata al tutto.
Le Stagioni dell'Amore, come funziona?
Format originale, Le stagioni dell'amore è una sorta di Gioco delle coppie riveduto e corretto. Ambientato in un treno "magico" immerso in un bosco, il programma vede un uomo o una donna andare incontro alla possibilità di conoscere tre papabili nuovi interessi amorosi di sesso opposto. Ma non in maniera diretta, perché sarebbe troppo semplice, bensì attraverso degli "avatar" interpretati da giovani ragazze e ragazzi chiamati a rappresentarli nell'aspetto e nell'abbigliamento, partendo da una fotografia che li ritrae nel pieno della loro giovinezza.
Questi Avatar sono "telecomandati" dai protagonisti over, che attraverso un auricolare dicono loro cosa dirsi, quali parole pronunciare e come comportarsi. Un espediente che permette agli anziani di dialogare e raccontarsi senza vedersi. Al termine dei tre incontri, il protagonista di puntata sceglierà il pretendente che più l'ha convinto, con gli avatar che lasceranno spazio ai reali over 60. A quel punto la coppia potrà fare la propria conoscenza in carne ed ossa, per poi confermare o meno l'interesse reciproco. Cosa tutt'altro che scontata, visto e considerato che alla primissima puntata il pretendente Alessandro scelto dalla protagonista Carla ha preferito non portare avanti alcuna conoscenza, alzandosi e andandosene dopo averla vista.
Neanche Mara Venier sembra crederci
Chiunque abbia ideato Le stagioni dell'amore, con i suoi doppi in salsa jamescameroniana, il treno fermo in chissà quale stazione causa ritardo, gli auricolari in stile Ambra Angiolini ai tempi di Non è la Rai, i microfoni con televisorino incorporato, le foto d'epoca e i giovani manichini radio guidati, deve aver visto troppi brutti film di fantascienza, qui trasformati in un dating senza arte né parte che non riesce mai ad essere credibile. Neanche agli occhi di chi lo "conduce". Mara Venier, voce narrante di Le Stagioni dell'Amore, si limita infatti a leggere un gobbo dal quale non riesce mai a distogliere lo sguardo, senza mai empatizzare con gli over protagonisti, o con quanto appena visto, come se fosse un ostaggio obbligato a leggere una dichiarazione di resa a chicchessia. In piedi in una finta stazione dei treni, Venier sbriga l'intera faccenda in una decina di minuti, con pochi interventi e ancor meno voglia. Ciò che non dovrebbe mai trasparire in un qualsiasi dating show, ovvero il sentore di finzione, di posticcio, di malamente recitato, caratterizza in tutto e per tutto Le Stagioni dell'Amore, che a bordo di quel treno ogni sabato va a schiantarsi contro il riscontro Auditel.
L'Auditel certifica il flop
Perché il programma narrato/condotto da Mara Venier è un disastro anche dal punto di vista degli ascolti. La prima puntata del 9 novembre scorso, trainata dalla curiosità di una Venier finalmente fuori dalla comfort zone di Domenica In, è stata vista da appena 1.341.000 telespettatori, con il 10,6% di share. Enorme il distacco dal competitor principale, ovvero Canale5, avanti di quasi 10 punti percentuali. E la situazione non è andata affatto migliorando con le successive due puntate. Anzi.
La 2a è scesa al 9,2% di share con 1.142.000 telespettatori, mentre la 3a è calata addirittura all'8,3%. Un vero buco nell'acqua per Rai1. Basti pensare che Ballando on the Road, costola di Ballando con le Stelle andata in onda tra ottobre e novembre nel medesimo orario di Le stagioni dell'Amore, era arrivato ad una media share del 12,37%. Dopo il disastroso Se mi lasci non vale con Luca Barbareschi, chiuso in fretta e furia su Rai2 vista l'epocale media dell'1,78% in prima serata, un altro clamoroso passo falso per la Direzione Intrattenimento del servizio pubblico. Più che di "Stagioni dell'amore", dovremmo forse cominciare a parlare di "Stagioni dalle chiusure anticipate".