La recensione di Tutta colpa del vulcano

Ennesima commedia con protagonista l'attore francese Dany Boon, stavolta nei panni di un iracondo uomo divorziato che incappa nell'ex moglie, ancora più vendicativa di lui. Il gioco di dispetti, che si snoda lungo le strade d'Europa, diverte a tratti.

C'era una volta la commedia americana anni Ottanta, quella che segnò la rinascita del cinema d'intrattenimento statunitense dopo la lunga e felice - ma tutt'altro che spensierata - stagione della New Hollywood. Un modello che ancora adesso si cerca vanamente di imitare, riproponendone temi e stilemi. E non è un caso che uno dei film più significativi di allora, Un biglietto in due in due di John Hughes, sia ripetutamente preso d'esempio, perché metteva in scena in modo paradigmatico l'incontro tra due tipologie opposte di persone, costrette dagli eventi a viaggiare insieme e a conoscersi. È infatti di pochi anni fa un film come Parto col folle che ne seguiva quasi fedelmente i meccanismi; ma ora, con Tutta colpa del vulcano, ci prova anche il cinema francese a dire la sua, cambiando giusto qualcosina qua e là.

Parto con la folle

Tutta colpa del vulcano: i protagonisti del film Valérie Bonneton e Dany Boon in una scena
Tutta colpa del vulcano: i protagonisti del film Valérie Bonneton e Dany Boon in una scena

La scusa di Tutta colpa del vulcano è un vulcano per l'appunto, quel Eyjafjallajökull la cui eruzione bloccò nel marzo del 2010 la circolazione aerea di tutto il Nord Europa. Il regista francese Alexandre Coffre cala i suoi due protagonisti, interpretati da Dany Boon e da Valérie Bonneton, in questo mondo in cui per poter continuare a viaggiare bisogna per forza arrangiarsi. I due, una coppia divorziata che continua a odiarsi con tutto il cuore, saranno perciò costretti a spostarsi in macchina lungo l'Europa - dalla Germania alla Grecia - pur di arrivare in tempo al matrimonio della figlia. Rispetto a Un biglietto in due e a Parto col folle, dunque, il cambiamento riguarda la sessualità di uno dei protagonisti, il che permette di trasformare Tutta colpa del vulcano in una classica commedia romantica, dove però è la donna a fare la parte della pazza esagitata.

Il gioco di coppia condotto da Dany Boon

In film di questo genere, come del resto dovrebbe insegnare Un biglietto in due, la colpa non è mai da una parte sola, ma si sposta ora sull'uno ora sull'altro dei protagonisti. L'errore grosso di Tutta colpa del vulcano è di relegare le responsabilità quasi per intero sulle spalle della controparte femminile, che viene descritta come una strega arcigna, il cui unico obiettivo sembra essere quello di ingannare ripetutamente il povero Dany Boon. Del resto, l'attore e regista francese, divenuto famoso da noi per Giù al nord (e di cui abbiamo visto distribuito in sala di recente anche il non del tutto riuscito Supercondriaco - Ridere fa bene alla salute), ha la tendenza a "mangiarsi" i film, a occupare per intero la scena relegando gli altri sullo sfondo e puntando sempre all'identificazione forzata con lo spettatore. Un classico mattatore - se vogliamo - che avrebbe però bisogno di qualcuno che riesca a tenerlo a freno. Non è il caso del semi-esordiente Coffre, al suo secondo film da regista, che infatti consente a Boon di esibirsi in lungo e largo, tra pianti, urla, strepiti, vittimismi e quant'altro. In un contesto in cui a mancare, con tutta evidenza, sono le trovate di sceneggiatura.

Tutta colpa del vulcano: Valérie Bonneton e Dany Boon sorridenti in una scena del film
Tutta colpa del vulcano: Valérie Bonneton e Dany Boon sorridenti in una scena del film

L'amore on the road

Proprio perché basato su una scusa che costringe i due protagonisti a mettersi in viaggio insieme obtorto collo, Tutta colpa del vulcano avrebbe dovuto mettere al centro della scena una narrazione a tappe, in cui in ogni momento dovrebbe sembrare che il viaggio non possa più proseguire. Ma, se questo accade, accade troppo tardi, solo nella seconda parte del film, quando ormai la dimensione narrativa sembra già compromessa. Infarcito di situazioni che mancano della giusta credibilità (perché, ad esempio, se i due si odiano, dovrebbero accettare di dormire nella stessa stanza, sia pur in un letto a castello?), Tutta colpa del vulcano riesce solo in parte a trasmettere l'ebbrezza di un viaggio folle e anarchico, in cui le dinamiche amorose sorpassano e sopravanzano la legge.

Tutta colpa del vulcano: Valérie Bonneton infierisce su Dany Boon in una scena della commedia
Tutta colpa del vulcano: Valérie Bonneton infierisce su Dany Boon in una scena della commedia

Conclusione

Anche in Tutta colpa del vulcano, dopo il recentissimo Supercondriaco, Dany Boon continua a esagerare nei toni e nella recitazione, per una commedia romantica in cui manca sia il romanticismo che, in buona parte, il divertimento.

Movieplayer.it

2.0/5