Quasi 40 anni dopo la prima storica edizione televisiva, La Corrida è tornata in tv, risorta dalle ceneri per la 4a volta senza che nessuno ne sentisse realmente la mancanza, con Amadeus su Nove chiamato al miracolo in prime time dopo il fallimentare tentativo dell'access prime time con Chissà chi è.
La nuova, vecchia Corrida
Storico programma ideato da Corrado e da suo fratello Riccardo Mantoni, nato in radio negli anni '60 per poi esplodere sul piccolo schermo, La Corrida è stata la madre di tutti i talent show, dal 1986 al 1997 condotto dall'inarrivabile Corrado per poi andare incontro a rilanci poco efficaci affidati in ordine a Gerry Scotti, Flavio Insinna e Carlo Conti. Salutati Canale5 e Rai1 La Corrida è planata su Nove con Amadeus conduttore, accompagnato da un'orchestra di 30 elementi capitanati dal Maestro Leonardo De Amicis.
Otto le puntate previste con protagonisti gli inevitabili "dilettanti allo sbaraglio" e una novità assoluta, ovvero la presenza di un giudice famoso che in ogni puntata potrà ripescare un concorrente per la finale. A dare il via all'inedito e abbastanza inutile ruolo, Nino Frassica. Nell'ottava e ultima puntata verrà eletto il vincitore di una stagione che punta tutto sul divertimento e sull'autoironia, se solo negli ultimi anni non fossimo stati bombardati da pseudo talent show con persone qualunque allo sbaraglio. Da Italia's Got Talent a Tu Si Que Vales il confine tra fenomeni e dilettanti è sempre stato più labile, con l'unico, vero punto di forza nella nuova Corrida che sta tutto nell'indiscussa capacità di Amadeus di divertire divertendosi.
La professionalità di Amadeus
La capacità del conduttore di empatizzare con i concorrenti di turno, che siano pacchisti ad Affari Tuoi, indagatori ai Soliti Ignoti o casalinghe di Voghera con un microfono in mano, è stata ancora una volta esaltata da un format che vuole il famigerato concorrente allo sbaraglio cedere all'irrefrenabile sbeffeggio. E Amadeus, da questo punto di vista, è un fuoriclasse, perché in grado di cogliere l'attimo, rispondendo a tono ma senza mai esagerare ad un'Italia quanto mai pura e verace, tra cantanti, barzellettieri, ballerini, comici, imitatori, maghi e poeti chiamati a trasformarsi in protagonisti per una notte, evitando possibilmente campanacci, fischietti e pentole dal pubblico presente in studio.
Sensazione deja-vu
Peccato che la doverosa fedeltà al format originale abbia annacquato il tutto di deja-vu. La nuova Corrida sembra una replica qualsiasi delle ultime non indimenticabili edizioni, più che un reboot una teca Rai planata su Nove, con le medesime battute di Corrado, le facce da meme di Amadeus sull'immancabile sgabello ad ogni esibizione, i tradizionali sketch con il direttore d'orchestra, il solito parterre di improponibili personaggi nel frattempo diventati realtà quotidiane in programmi come Avanti un Altro o su qualunque canale social. Persone esageratamente personaggi, plasmati con l'obiettivo di diventare virali.
Dalla pensionata che balla la dance music facendo le capriole all'aspirante tenore che canta su una pedana vibrante, passando per l'imitatore degli animali, il Freddie Mercury dei noantri che intona Eros Ramazzotti, colei che omaggia Sinéad O'Connor dedicandola alla mamma, il pugliese che distrugge il balletto di Sinceramente di Annalisa, l'innamorata del Giappone che ha tradotto La Notte Vola di Lorella Cuccarini, l'innamorato di Anna Oxa, la signora che canta a testa in giù, il signore che devasta Aiello, il ginnasta, il chitarrista stonato e il rapper flautista, in questa prima puntata si è visto e sentito di tutto ma senza mai dare la reale sensazione di spontaneo, genuino. Tutto un po' troppo costruito, distante dalla diretta e congelato dal montaggio, con concorrenti poco allo sbaraglio e molto, troppo consapevoli di stare in tv negli abiti del cosiddetto freak in cerca di visibilità.
Gli ascolti della nuova Corrida
Tutto questo con la consapevolezza assoluta che nessuno mai potrà eguagliare Corrado, che riusciva a cappottarti dalla sedia mostrandosi anche solo immobile, sbigottito e con la mascella serrata dinanzi al disastroso concorrente di turno, così come nessuno mai potrà sostituire il memorabile Roberto Pregadio, magnifica spalla comica d'orchestra che per 17 edizioni tv consecutive non ha mai abbandonato la Corrida, fino alla sua morte nel 2010. Amadeus e Leonardo De Amicis sono da tempo una "coppia" televisiva, avendo quest'ultimo affiancato il conduttore/direttore artistico dal 2020 al 2024 come direttore musicale del Festival di Sanremo, ma l'evidente feeling qui non buca lo schermo, pur proponendosi come quintessenza del nazional popolare.
Ma che ci azzecca con il canale Nove, che dovrebbe provare a fare e a proporre altro rispetto a Rai1? Però gli ascolti hanno retto, almeno al debutto. Giustamente lanciata in una serata tradizionalmente molto poco competitiva, perché il mercoledì è terra di conquista per chiunque con Rai1 da mesi semplicemente spento, La Corrida è partita con una media superiore agli 800.000 telespettatori tra prima e seconda parte e uno share medio al 6%. Un buonissimo esordio per Amadeus.
Le ultime 3 edizioni Rai condotte da Carlo Conti, tra il 2018 e il 2020, partirono rispettivamente con 6, 4 e 4.1 milioni di telespettatori, oscillando tra il 27% e il 18.6% di share. Qui siamo su un'altra galassia, con tutti i necessari distinguo del caso tra il servizio pubblico e il canale Warner/Discovery. Dopo Chissà chi è (ex Soliti Ignoti), che faticosamente arranca al 3% di share, Amadeus parrebbe aver fatto centro con il suo secondo colpo, facendo leva sull'usato sicuro. E qui prendono forma tutte le perplessità del caso. Perché il conduttore aveva confessato di aver salutato mamma Rai e cambiato canale per fare cose nuove, diverse, per sperimentare. Perché non lo faccia, è un mistero.