Tra i film e serie TV che stanno avendo un grande successo negli ultimi anni ci sono senza dubbio quelli di genere dispotico, racconti da un futuro non troppo lontano che rappresentano il mondo come "potrebbe essere se...": se scoppiasse una terza guerra mondiale, se una mortale epidemia sterminasse gran parte della popolazione, se l'esercito cercasse di usurpare le autorità democratiche in favore di un governo totalitario. Scenari che fanno paura perché non sono poi così impossibili, non sono poi così lontani dalla nostra realtà: come vedremo in questa recensione di La barriera, la serie TV Netflix, a uscita settimanale sulla piattaforma, prende tutte queste (in certi casi fin troppo verosimili) situazioni e ne fa le premesse di una storia dolorosa e angosciante.
Non che la trama sia particolarmente originale, intendiamoci, anzi molti dei temi e degli spunti che vengono esplorati nei primi episodi (per ora ne sono stati resi disponibili tre) sanno un pò di già visto e già sentito: da The Handmaid's Talee, a The Man in the High Castle fino alla più recente Il complotto contro l'America, in tutte queste serie (ma anche in tanti altri prodotti per la televisione e per il cinema) troviamo qualcosa de La Barriera. Pur non trattandosi di nulla di nuovo, però, l'inquietante attualità di quello che troviamo sullo schermo ne fa una serie che vale comunque la pena di essere vista, se non altro per l'interessante visione di come questi elementi potrebbero svilupparsi in un contesto diverso da quelli che siamo abituati a vedere - le storie di questo tipo sono quasi sempre ambientate negli Stati Uniti - e più vicino a noi come la Spagna.
Una storia dispotica in un futuro vicino
Il primo episodio si apre con la fine della Terza Guerra Mondiale: il mondo è in ginocchio e i governi nazionali si riorganizzano in forma autoritaria. Il decadimento ambientale e la diffusione di nuove malattie, poi, stanno devastando gli strati più poveri della popolazione. Al centro dell'incipit una famiglia di Madrid che sta cercando di fuggire dalla città prima che la situazione peggiori: le figlie, le gemelle Julia e Sara, vedranno il proprio padre essere trascinato via dall'esercito mentre la madre, Emilia, osserva la situazione impotente. Venticinque anni dopo, Julia (Olivia Molina) vive ancora con Emilia; Sara, invece, dopo aver contratto una malattia di cui non si riesce a trovare la cura, è morta lasciando la figlia Marta (Laura Quirós) e il marito Hugo (Unax Ugalde). Arrivati a Madrid dalle Asturie per avvicinarsi al resto della famiglia, padre e figlia si renderanno contro che la situazione nella capitale spagnola è molto più terrificante di quanto avrebbero mai potuto immaginare.
Al centro di questa storia, come accade in molti prodotti simili, più che la trama politica (che però siamo sicuri che prenderà sempre più spazio con l'avanzare degli episodi) troviamo invece il dramma familiare: Marta, Hugo e tutti gli altri dovranno lottare per restare uniti e per sopravvivere in una realtà sociale fin troppo pericolosa. Se questa particolare prospettiva sulla narrazione sarà sicuramente in grado di attrarre e coinvolgere lo spettatore, anche il fatto che La barriera sembri raccontare qualcosa che stiamo attualmente vivendo (la pandemia globale), potrebbe costituire un elemento di richiamo per gli spettatori di tutto il mondo.
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Quello che abbiamo notato, però, è che pur trattandosi di un tema trainante per la narrazione (gran parte dell'azione è infatti scatenata proprio dall'epidemia), la malattia non viene mai approfondita come ci saremmo aspettati. Non ci viene detto nemmeno quali sono i sintomi principali e a quale tipo di excursus deve andare incontro chi ne viene colpito. Non che questo sia fondamentale per il procedere del racconto (ed è anche probabile che ci arriveranno più informazioni con i prossimi episodi), ma rende senza dubbio il tutto meno credibile e coinvolgente: vedere scienziati che fanno esperimenti su cavie umane per cercare un vaccino o posti di blocco per strada che scovano gli infetti, senza avere però idea di che tipo di malattia stia colpendo il genere umano, non può che lasciare una sensazione piuttosto straniante. Oltre che nella gestione dell'epidemia, abbiamo notato una certa superficialità anche nel raccontare la realtà politica spagnola: sì, si tratta di un governo autoritario, l'esercito ha un enorme potere e il controllo sulle persone è capillare, ma non sappiamo molto di più di questo. Ci sembra di assistere alla rappresentazione standard di un totalitarismo che troviamo, quasi identica, in tanti libri, film e serie tv.
Una serie che ha in serbo ancora molte sorprese
Ovviamente, per far in modo che una distopia di questo tipo funzioni bisogna sempre basarsi su elementi conosciuti, è necessario sfruttare quell'immaginario che il pubblico si è creato su questo tipo di realtà. Più quello che guardiamo ci sembra reale e vicino (per altro, la Spagna ha passato quasi quarant'anni della sua Storia sotto una dittatura militare) più ci colpirà nel profondo. Detto questo, però, per essere ancor più convincente questa serie doveva cercare un maggiore approfondimento, rappresentando con molti più dettagli la realtà - questa società sotto il giogo di un crudele totalitarismo - che racconta. La barriera, per quanto abbiamo potuto vedere nei primi tre episodi, ha sì dei difetti, ma riesce comunque a scorrere molto bene e a catturare chi guarda in una trama che si fa progressivamente più complessa. Questa serie, siamo sicuri, ci riserverà ancora moltissime sorprese e per questo proseguiremo certamente con la visione.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione de La barriera, la serie distopica spagnola distribuita settimanalmente su Netflix, sottolineando ancora una volta come si tratti di un prodotto ben realizzato, scorrevole e coinvolgente ma che racconta una storia che (almeno per quanto abbiamo potuto vedere nei primi tre episodi) non brilla per originalità originalità. La realtà che porta sullo schermo, poi, andava approfondita di più e arricchita di maggiori dettagli.
Perché ci piace
- La storia che racconta è coinvolgente e particolarmente attuale.
- Il dramma familiare al centro della narrazione.
- La serie racconta una realtà che colpisce nel profondo...
Cosa non va
- ...ma che andava approfondita di più per risultare più coinvolgente.
- Certi elementi della storia sembrano raccontati con superficialità.