Ivory, Richardson e Redgrave su La contessa bianca

Il regista e le due attrici hanno risposto alle domande della stampa italiana sul dramma ambientato a Shangai

In occasione della presentazione alla stampa italiana de Le contessa bianca, ultimo lavoro di James Ivory in collaborazione con Ismail Merchant, il compagno e produttore recentemente scomparso, il regista è intervenuto in una conferenza stampa cui hanno preso parte anche la protagonista del film, Natasha Richardson, e la madre di lei, che pure ha una piccola parte nella pellicola, Vanessa Redgrave.
Vediamo qualche stralcio della conferenza.

Mr. Ivory, come è nata l'idea di questo progetto? James Ivory: Da quando abbiamo lavorato con Kazuo Ishiguro, c'è stata l'intenzione di tornare a lavorare insieme. Io e Merchant gli affidammo un romanzo che ci era piaciuto molto, The Diary of a Mad Old Man di Junichiro Tanizaki, perché ne ricavasse uno script. Dopo qualche tempo Ishiguro si stancò di questo progetto, e ci propose un'idea sua: il soggetto de La contessa bianca. Lui dice che ce lo raccontò mentre eravamo a cena, e afferma che io e Ismail contnuammo a mangiare impassibili. Potrebbe anche essere vero!
In seguito abbiamo lavorato insieme a ben otto stesure della sceneggiatura, ma l'unico tratto in comune tra La contessa bianca e The Diary of a Mad Old Man è la ricerca della perfezione. Il protagonista del romanzo di Tanizaki e un collezionista di arte giapponese, il protagonista del film cerca ri realizare "il perfetto nightclub", la ma quest è analoga.

Guardando il film è impossibile non pensare a Casablanca e anche a L'impero del sole di Steven Spielberg... James Ivory: Forse Ishiguro aveva in mente Casablanca, lui è un grandissimo appassionato di vecchi film. Io ho visto Casablanca soltanto una volta quando avevo quindici anni e risocordo che mi piacque, ma non ci ho pensato neanche un momento durante la lavorazione di La contessa bianca. Quanto al film di Spielberg, ne ho visto soltanto qualche frammento. Quindi non si può dire che il film sia un omaggio a queste pellicole.

L'elemento della ciecità del protagonista appare un po' gratuito. Che cosa sarebbe cambiato se non fosse stato non vedente?

James Ivory: Direi che il film sarebbe stato più veloce, senza dover seguire un uomo che si muove a tentoni col bastone! In effetti, originariamente Jackson non era cieco. Tuttavia, quando Ralph Fiennes lesse lo script prima di accettare il ruolo, ci confessò che secondo lui al personaggio mancava qualcosa, ma non sapeva indicarci cosa.
Poco dopo, a New York, incontrai un mio amico non vedente che fa lo scrittore, Nonostante il suo handicap, cerca di essere completamente indipendente e si schermisce dell'aiuto altrui, e usa correntemente il verbo "vedere" come se ci vedesse perfettamente. Mi venne l'dea, perché non rendere Jackson cieco? Proposi la cosa a Ishiguro e gli piacque. Non piacque invece a Merchant; ma l'ultima parola la ebbe Fiennes, che approvò l'idea.

Miss Richardson, lei intepreta una donna che ha perso il suo status, la sua sicurezza economica, financo la sua dignità; eppure è vitale e appassionata. Cosa è successoa lla donna della contemporaneità che ha person queste caratteristiche? Natasha Richerdson: Per questo personaggio ho provato subilo una simpatia incredibile. Ha perso ogni cosa, il marito, la casa, e rischia di perdere la figlia. Di certo nella cinematografia contemporane amancano ruoli femminili con lo spessore di questo: per questo motivo sono estreemamente grata ad Ivory.

Che difficoltà ha incontrato nell'interpretare la contessa Sofia? Natasha Richerdson: Principalmente quella di crearmi "un'anima russa". Spesso i russi criticano gli attori inglesi che interpretano Chekhov, perché manca loro lo spirito di quel popolo. Io ho cercato di informarmi, ho studiato la storia russa di quegli anni, letto narrativa russa e ascoltato musica russa per mesi.

Com'è stato recitare con sua madre? Natasha Richerdson: E' stato un privilegio lavorare con la più grande attrice in attività - e non lo dico perché è mia madre! Inizialmente ero timorosa e pensavo di non avere i mezzi adeguato, poi mi sono trovata benissimo e ho imparato molto. E poi la sera era fantastico tornare in albergo e parlare delle riprese appena fatta con mia madre e mia zia (n.d.r., Lynn Redgrave, anche lei in La contessa bianca, nel ruolo della suocera di Sofia). Ci siamo divertite molto.

Miss Redgrave, come possiamo vedere questo film con occhi di oggi? Vanessa Redgrave: Io credo che il film sia molto significativo dal punto di vista della contemporaneità. Ho incontrato moltissime donne che hanno perso tutto nelle guerre degli ultimi anni, così come succede al mio personaggio. E' un dramma che si ripete e che è sempre molto vicino a noi.

Mr. Ivory, in passato lei e Merchabt avete dimostrato che è possibile ottenere un grande successo economico anche con film colti. E' più difficile oggi rispetto agli anni '80? James Ivory: Camera con vista fu un incidente, ancora non riesco a spiegarmelo. LA verità è che non c'è una ricetta sicura per avere successo, noi abbiamo sempre messo lo stesso sforzo e la stessa cura in ogni film e abbiamo sofferto quando non andavano bene. Il successo non si controlla purtroppo.

Che problemi ha comportato girare in Cina? James Ivory: Il problema principale è stato quello linguistico. E' sorprendente quante varianti della loro lingua hanbno in Cina, c'è il mandarino, il cantonese, il dialetto di Shangai. Avevamo personale locale e a volte era molto laborioso ottenere anche la cosa più semplice, tante erano le traduzioni che servivano. E poi naturalemnte all'inizio non avevamo supporto e le conoscenze per facilitare il nostro lavoro; andando avanti abbiamo incontrato le persone giuste e le cose sono andate meglio...