Violinista, compositore, arrangiatore e polistrumentista, nonché membro degli Afterhours dal 2008; Rodrigo D'Erasmo è un musicista eclettico che nel corso della sua carriera ha incrociato spesso la sua strada con il cinema e la serialità. Caracas di Marco D'Amore, Chiusi fuori di Alessio Maria Federici e La nave dei folli, docuserie di Carlo Lucarelli, sono solo alcuni dei lavori per i quali ha creato musiche suggestive, composizioni in grado di accompagnare storia e immagini, dando vita intriganti suggestioni. È anche per questo che quest'anno è stato membro della giuria della 61ª edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, insieme ad Alain Parroni e Anna Marziano. Grazie a questa occasione abbiamo potuto fare quattro chiacchiere con D'Erasmo per parlare di cinema, musica e colonne sonore che lasciano il segno.
L'esperienza alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro
Quella di Pesaro è la Mostra internazionale del nuovo cinema. Secondo te verso che direzione sta andando il cinema? Quali tendenze cogli anche da musicista.

_"Non ho ancora terminato di vedere i film della selezione, ho le ultime tre proiezioni, quindi mi manca ancora una parte per avere una visione d'insieme, però ne ho visti già tanti, un'idea me la sono fatta. Allora, mi sembra che, esteticamente parlando, la qualità sia molto alta, anche tecnicamente, mi sembra che si vada verso una frontiera che è più prossima forse alla videoarte. La cosa che mi è un pochino mancata in questa selezione è l'aspetto narrativo, cioè mi è parso che ci sia meno interesse nel provare a narrare, nel provare a costruire una narrazione o a raccontare delle storie e più a rimanere un pochino più astratti cercando, anche con l'uso della tecnologia, la grana di pellicola di ripresa ad esempio. La pellicola è tornata di grandissima moda, però appunto, sono approcci estremamente interessanti per me, che magari frequento meno questo ambito nel quotidiano, anche sorprendenti da un certo punto di vista.
"Da un punto di vista sonoro c'è molto uso della presa diretta e molto poco delle musiche originali, l'aspetto interessante è che mi sembra che molti registi usino tanto la presa diretta come colonna sonora del proprio film, magari rimanipolando, rimaneggiandola e unendola ad elementi sonori veri e propri, elementi musicali veri e propri, spesso facendo uscire colonne sonore da sé, immagino anche per una questione di budget. Però è comunque un fronte interessante perché, non in tutti ma in alcuni film, il trattamento sonoro è molto particolare, è davvero sperimentale, forse ancora più che quello visivo."
Durante la tua carriera ti sei occupato anche di diverse colonne sonore, come ti orienti in questo tipo di lavori, da cosa ti fai ispirare , a cosa presti attenzione quando dai vita ad una colonna sonora?

"Appunto ti dicevo delle storie perché quello che amo di solito, quando è possibile, perché non è sempre possibile, è essere coinvolto in un progetto fin dall'inizio, quando siamo alla fase di scrittura o comunque dal momento in cui la fase di scrittura è ultimata e si comincia a preparare il film. Per me quello è un territorio di grande libertà in cui riesco, prima che il regista entri proprio in produzione, ad avere ancora quel margine di libertà assoluta per poter, anche in senso positivo, influenzare il lavoro del regista stesso, quindi poter suggerire con la musica delle cose. È quello che amo di più e mi lascio ispirare prevalentemente dalle parole, cerco di costruire nella mia testa il film prima ancora che venga girato."
"In realtà leggo più volte la sceneggiatura, provo ad entrarci più dentro che posso e poi mi getto a capofitto a registrare tutto quello che mi passa per la testa senza pensare in maniera particolare né a una suggestione sonora, né a una reference, né all'uso di uno strumento invece che un altro, vado in maniera molto istintiva e per due giorni butto giù materiale. Quando ne ho tanto e mi rendo conto che già ho creato tanta musica, è come se le soluzioni sonore cominciassero a scegliersi tra loro e anche a selezionarsi, una sorta di selezione naturale per cui capisco dov'è il filone più interessante e più giusto per il film."
Musica e animazione
Tre anni fa o poco più, hai composto le musiche per un episodio di una serie animata, Chi si ferma è perduto, poi se non sbaglio a La Nave dei folli. Entrambe raccontavano personalità storiche in modo originale. Come è stato lavorare per queste serie e che rapporto hai con l'animazione, visto che è un mezzo espressivo che usano entrambe?

Chi si ferma è perduto era un lavoro collettivo, la casa di produzione di Reggio Emilia con cui io lavoro spesso, si chiama TIWI, e la sua caratteristica è inserire in quasi tutti i loro film che producono un elemento di animazione. Quando ho partecipato io, ho fatto un episodio che era quello del mio compagno conterraneo Oscar Niemeyer, il grande architetto. Sono brasiliano quindi mi ero proprio quell'episodio. Ma c'erano tanti altri miei colleghi bravissimi che hanno musicato gli altri episodi e invece quello de La Nave dei Folli l'ho fatta in tandem con Carmine Iuvone, che è un altro musicista compositore molto bravo."_

"Che rapporto ho con l'animazione? Devo dire che si è intensificato proprio grazie a TIWI, cioè da quando ho cominciato a lavorare con loro il primo lavoro che ho fatto con loro era un documentario su Gianni Rodari con la voce di narrante e la presenza anche di Neri Marcorè, lui narrava la storia e le storie di Gianni Rodari e poi c'erano dei lunghi passaggi animati che erano prevalentemente poi sequenze musicate con la voce di Neri. Da lì in poi ne abbiamo combinate tante assieme e mi ha aiutato appunto anche ad entrare di più nel mondo dell'animazione, del quale in realtà non sono mai stato molto appassionato, era un mondo che ammiravo a distanza. Poi mi è capitato di innamorarmi, ad esempio di Persepolis, un capolavoro che chiaramente sarebbe un delitto non conoscere. Di recente ho fatto un lavoro, un disco con Roberto Angelini che è tutto illustrato da Gianluigi Toccafondo e ho avuto modo di conoscere bene Gianluigi, anche il lavoro di Gianluigi mi ha mandato un po' dei suoi film, quando hai a che fare con un artista di quel calibro, poi veramente si va verso la videoarte in una maniera più alta e più nobile."
Come è cambiato il pubblico
Parliamo del pubblico. Negli ultimi anni il il cinema ha visto una notevole flessione negli incassi, questo fenomeno ha coinvolto anche il mondo della musica (in modo diverso ovviamente). Secondo te cosa sta succedendo? Pensi che questi cambiamenti abbiano motivazioni analoghe per cinema e musica o siano due fenomeni separati?
"Non te lo saprei dire nello specifico, sinceramente credo che una persona che fa indagini di mercato serie, approfondite saprebbe dirti meglio. La sensazione che ho è che la gente sia troppo distratta, troppo invasa da stimoli, da spunti. Questa cosa è inevitabile, lo vedo anche su me stesso che sono comunque una persona del settore quindi per forza di cose rimango più curioso e cerco di rimanere più curioso e di continuare a nutrirmi delle cose con cui sono cresciuto. Un po' per impegni, un po' per disponibilità di altri mezzi, al cinema ci vado sempre meno, anche ai concerti vado di meno. Poi abbiamo un archivio che non avevamo mai neanche sognato di poter avere quando ero ragazzino. Trovo molto affascinante che avendo a disposizione tutto, si diventa facilmente o bulimici o al contrario troppo pigri e non ci si nutre di niente, è tutto molto superficiale, si sfiora tutto senza mai approfondire nulla. Temo che risieda qui il problema."
Le colonne sonore preferite da Rodrigo D'Erasmo
Domanda complicata: Qual'è la tua colonna sonora? Quel fil rouge di pezzi o composizioni che fanno costantemente parte della tua vita?
Sicuramente ci sono delle colonne sonore che mi hanno molto segnato, influenzato in maniere differenti. Alcune sono compilation di brani: Il grande freddo, Good morning, Vietnam, sono mostruose, figlie di altri tempi, di altri budget e secondo me anche di altri team di lavoro. E poi invece ci sono soundtrack originali, prima fra tutte C'era una volta in America di Morricone, che per me rimane un grande classico, il capolavoro dei capolavori."_

"Per rispondere poi invece proprio alla tua domanda, non sono uno che va tanto a riascoltarsi le cose, cioè, fanno parte della mia memoria, di qualcosa che mi ha molto toccato e molto colpito, ma poi la cosa fondamentale è stare al passo con quello che accade e sentire dove va la musica, il che torniamo alla tua prima domanda. Al momento le due colonne sonore che mi influenzano di più sono quella di The Brutalist, ha vinto l'Oscar e l'ho trovato un grande segnale di contemporaneità dell'Academy, è straordinaria, qualcosa di molto innovativo, con una grande libertà compositiva, con le musiche che sono un personaggio del film."
"Poi c'è quella di Jerskin Fendrix per Povere Creature!, il film di Lanthimos, che è un'altra mia grande passione. C'è un prima e un dopo quella colonna sonora, dal punto di vista dell'orchestra, che ha un uso molto distorto, molto ammalato in qualche modo, come per manipolare la musica classica, la musica sinfonica. Non escludo che lo abbia registrato l'orchestra e poi sia andato a manipolarla con le macchine, con i plug-in, un mix di organico e tecnologia estremamente coraggioso, avventuroso, talentuoso. Quindi queste due sono quelle che al momento mi hanno colpito e mi appassionano di più e mi hanno anche suggerito cose interessanti per la mia di musica.".