The Empty Hearse colora di sfumature inedite il senso di "appagamento". Mark Gatiss ha confezionato un'apertura di stagione, la terza per la trasposizione di BBC dei libri di Arthur Conan Doyle Sherlock, idealmente perfetta. Arriva due anni dopo Le cascate di Reichenbach, un periodo dilatato bergsonianamente tanto da sembrare un paio di secoli. Sherlock Holmes, l'uomo più impaziente e sofferente d'Inghilterra ha inscenato il proprio suicidio per salvare la vita di chi ama. Ha viaggiato per il mondo sempre in incognito - e continuando a fingersi morto mentre un Watson affranto dal cordoglio lo piangeva -, ma qualche paranoico della cospirazione non si è lasciato ingannare dalla sua messa in scena. Il tempo ha curato il medico, il lutto si è rintanato in un angolo del suo cuore e la sua vita, faticosamente, è andata avanti. Il ritorno di Sherlock non può avere tempistiche più inappropriate: John sta per chiedere la mano della dolce Mary, donna paziente, ironica e innamorata. Sia il detective che suo fratello Mycroft sono incapaci di comprendere le dinamiche relazionali della coppia e l'attrazione insita in un'unione basata sull'amore, ma è Sherlock l'unico ad aspettarsi che Watson non si sia ricostruito un'esistenza - lavoro, affetti, amori - senza di lui. Altrettanto impossibile per lui prevedere correttamente la reazione dell'ex convivente alla sua riapparizione.
Cronaca di una resurrezioneIl responso watsoniano alla riapparizione esiziale del non più defunto è prevedibilmente violento. L'accertata mancanza di empatia di Sherlock e la sua completa inettitudine nel carpire i meccanismi dell'animo umano rovinano la sofferta proposta di matrimonio a Mary (Amanda Abbington, compagna di Martin Freeman) di John (un Martin Freeman mutevole e sempre più bravo): non basta qualche tentativo irrisolto e rocambolesco di strangolamento dell'amico risorto per sfogare tutta la rabbia e la frustrazione del dottore, sarà necessario un evento cruciale scandito dal ticchettio di una bomba per innescare perdono e riappacificazione. The Empty Hearse è la cronaca della rinascita di un'amicizia epica ma anche una relazione su come la natura umana risponde alla beffa del lutto infondato: se Watson si sente arrabbiato e ferito dal dileggio, LeStrade non serba rancore - e anzi è commosso nel rivedere l'anafettivo collaboratore -, mentre la Hudson strepita terrorizzata scambiando il redivivo per un fantasma. Anche l'implacabile Anderson - nel minisode Many Happy Returns ha spiegato di aver perso il posto in polizia a causa della sua ossessione verso Sherlock - e il gruppetto di maniaci della cospirazione che si incontrano per scambiarsi ipotesi sul presunto falso suicidio sono destinati a fare i conti con la realtà. Sono proiezioni dei tanti fan della serie che hanno intasato la Rete con le più fantasiose teorie, tramite i quali Gatiss omaggia quelli rei di aver escogitato le soluzioni più geniali. Una, dieci, centomila teorie, rappresentate dalle più divertenti: c'è quella acrobatica e romanzesca, quella da thriller spionistico, quella omoerotica. La puntata ospita l'auspicato cameo di Andrew Scott, mentre in quello di mamma e papà Holmes ci sono i veri genitori di Cumberbatch, gli attori Timothy Carlton e Wanda Ventham. Non c'è tempo per indugiare troppo sulle teorie, The Empty Hearse è anche il preambolo che delinea la trama orizzontale della terza stagione - sviluppato intorno a un'incombente minaccia terroristica - e introduce l'inedito, intelligentissimo, mellifluo antagonista di Holmes, Charles Augustus Magnussen. Ha il volto aquilino del torreggiante danese Lars Mikkelsen (Borgen), fratello maggiore di un altro genio seriale del Male, Mads "Hannibal" Mikkelsen. Ne è valsa la pena
L'attesa è stata ripagata, The Empty Hearse è pura gioia. Mark Gatiss è riuscito a confezionare un episodio accurato in cui c'è tutto quello che serviva: le basi per la trama orizzontale di stagione, un'anticipazione del nuovo villain, uno sguardo al passato che riprende il filo del dove eravamo rimasti, un omaggio alla fedeltà e lealtà degli spettatori e una strizzatina d'occhio al fandom più vivace che caldeggia le ship e venera Benedict Cumberbatch come raffigurazione massima di sensualità. Il tema del terrorismo e della bomba in metropolitana, soprattutto per i londinesi che rammentano vividamente gli attentati del 2005, evoca ancora tensione e paura, un fattore di cui è consapevole l'autore e creatore di Sherlock, ammirevole nell'inserire un argomento così delicato nel contesto giocoso di The Empty Hearse. L'episodio oscilla con lievità tra registro alto e basso, trasformandosi via via in un giallo, un romance, un thriller, una commedia e una fanfiction. C'è da chiedersi se Gatiss non ci abbia impiegato due anni a stendere la sceneggiatura, tanto l'episodio sul ritorno dell'irritabile consulente detective è minuziosamente costruito. Senza mai dimenticarsi del pubblico, della cui soddisfazione vuole apparire completamente al servizio. Lo dimostrano le reazioni degli spettatori presenti all'anteprima di The Empty Hearse tenutasi al BFI Southbank di Londra lo scorso 15 dicembre: non solo i fan ospiti della proiezione nella sala grande, ma anche i giornalisti invitati (assieme ai quali c'erano alcuni rappresentanti del fandom internazionale) riuniti in saletta a parte non sono riusciti a trattenere gorgoglii di entusiasmo. Un episodio così gustoso e mirabile da incontrare le più rosee aspettative di pubblico e critica sarà difficile da eguagliare, ma è già capitato che Sherlock, la serie più bella del decennio, superasse se stessa.
Leggi il resoconto della visita sul set di Sherlock Leggi l'intervista alla costumista
Movieplayer.it
5.0/5