Ormai è noto: in America lo standard della produzione televisiva è in continua lievitazione, tanto che non capita di rado di imbattersi in progetti più "cinematografici" - per scelte stilistiche e narrative - di molti prodotti per il grande schermo. Prison Break ne è un esempio evidentissimo, e non a caso la sua sapiente mistura di azione e coinvolgimento sta raccogliendo meritati e trasversali consensi un po' ovunque, sostituendo il sempre più prolisso e perdivago Lost in cima alle preferenze di molti spettatori. Mentre negli Stati Uniti mancano poche e decisive puntate alla conclusione della seconda stagione, in Italia la Fox ha da poco fatto uscire la seconda parte del cofanetto dvd con la prima stagione. L'acquisto è d'obbligo sia per chi non ha ancora avuto ancora modo di farsi conquistare dalla fuga carceraria più adrenalinica che si ricordi, sia per chi ha avuto modo di seguire le avventure dei fratelli Burrows su Italia 1 o sui canali satellitari di Fox.
Prison Break vive e muore nella dimensione dell'azione. Su questo c'è poco da discutere. Ma se questa scelta è spesso il limite di molti blockbuster boriosi e fracassoni, qui diventa il punto di forza di una serie a metà strada tra Lost e 24 che non si vergogna di manipolare sadicamente lo spettatore senza risparmiare mai nulla in termini di tensione e, perché no, di oltraggio politico (i riferimenti continui ai metodi del potere rischiano di far impallidire la spy-story più corrosiva). Sovversione è allora la parola chiave per comprendere il successo di una serie che mescola di continuo le carte e gioca con l'attesa in un continuo crescendo di picchi e colpi di scena, spesso perfino oltre il gratuito. Gratuicità riscattata, oltre che dalla robustezza della sceneggiatura, dal sanguigno spirito exploitation con il quale gli autori raccontano le avventure di un variegato gruppo di galeotti capeggiati dal geniale Michael Scofield, ovvero il geniale teorizzatore della cervellotica evasione salvifica.
Sotto l'aspetto tecnico i sette dvd che compongono l'intera prima stagione si attestano su standard decisamente soddisfacenti sia per ciò che concerne il video, presentato nell'originale formato 1.85:1 (ormai imprescindibile anche in campo televisivo), sia riguardo l'audio in dolby digital 5.1. Consigliatissima a questo proposito la scelta di godersi gli episodi con l'audio originale sottotitolato, molto più trascinante rispetto al doppiaggio italiano, che per quanto ben eseguito priva una serie del genere del necessario coinvolgimento portato dalla presa diretta. Curata anche la sezione dedicata agli extra nella quale sono presenti un lungo making of che ci svela attraverso numerose interviste al cast tecnico e artistico molte curiosità produttive e altri interessanti approfondimenti tra cui uno speciale sul Joiliet Correctional Center: il vero carcere in cui è stata girata la serie e molte altri.