Un film di guerra non deve essere per forza spettacolare o ricco di battaglie per trasmettere il senso sull'inutilità dei conflitti bellici e sugli orrori che nascondono anche nelle storie più piccole. Lo dimostra questo Due volte non si muore, film tedesco del 1958 di Falk Harnack basato soprattutto sui dialoghi e praticamente privo di azione.
La vicenda si svolge durante la seconda guerra mondiale, in un paese russo occupato dai tedeschi, dove viene chiamato un cappellano protestante per assistere spiritualmente un giovane condannato a morte per diserzione. Durante una notte il cappellano, che dividerà la camera con una coppia semiclandestina formata da un ufficiale prossimo a partire per il fronte e la sua amata, si rileggerà gli atti processuali: scoprirà che per il giovane soldato era stata proposta perfino una medaglia per un atto di eroismo, prima che cercasse di fuggire con una vedova russa della quale si era innamorato. Il cappellano comprende l'onestà di fondo del soldato, ma anche lui non potrà fare più niente per salvarlo. Anche se farà in modo di condannare la fucilazione.
Un film teso, mai noioso: lo spettatore accompagna praticamente il cappellano nella scoperta dei motivi che hanno portato alla condanna del giovane, ne condivide la crescente angoscia e l'enorme fastidio nel veder risolvere in modo così brutale l'esistenza di un ragazzo la cui sola colpa era stata quella di innamorarsi di una giovane madre e cercare di sottrarla agli orrori della guerra. Nel cast Bernhard Wicki, Ulla Jacobsson e Hansjörg Felmy.Due volte non si muore si può ora scoprire in un DVD targato Koch Media dalla resa tecnica non priva di difetti ma certamente più che sufficiente, anche se quasi priva di extra.
Il video purtroppo è molto sporco e caratterizzato da parecchi graffi e spuntinature lungo tutta la durata del film. Ed è un peccato perché per il resto il quadro propone un bianco e nero davvero incisivo, con una buona gamma di grigi e senza tracce di rumore video. A impressionare, come detto, i contorni piuttosto secchi e una solidità di fondo davvero convincente.
Poco convincente l'audio, perché la traccia italiana in stereo, per quanto precisa e chiara nei dialoghi, è decisamente staccata dalla scena e si percepisce come un corpo estraneo. A parte questa sensazione di artificialità, l'ascolto comunque non presenta problemi, ma sul piano della naturalezza è ovviamente preferibile la traccia originale in tedesco.
Per quanto riguarda gli extra, invece, è presente solamente una galleria fotografica, anche se effettivamente reperire altro materiale per un film del genere non era impresa semplice.