24 Hour Party People, ovvero l'unico film rock possibile, nel terzo millennio, su un periodo storico irripetibile e indocumentabile: la nascita del punk e tutto ciò che ne è conseguito a livello musicale e di costume. Ma non solo, perchè 24 Hour Party People è la storia di Tony Wilson, l'uomo che folgorato da un concerto dei Sex Pistols del 1976, fonda la Factory Records, ma è soprattutto la storia dell'anima rock di Manchester e un'analisi dei risultati culturali di un terremoto musicale. Ovvio allora il plauso a Officine Ubu che ha colmato una grave lacuna, editando in DVD uno dei film più riusciti di Michael Winterbottom, prima delle sue derive estreme e autoindulgenti.
Il regista inglese coglie lo spirito del tempo sposando con arguzia e ironia lo sguardo del protagonista Tony Wilson (da inviato televisivo a canalizzatore del fermento musicale del periodo) dirigendo un biopic atipico, tra tentazioni farsesche da mockumentary e ricostruzioni giornalistiche, lasciando intelligente la sociologia (e ogni esigenza descrittiva e didascalica) fuori dalla porta a favore di uno stile brillante, ellittico e originale.
Quando devi scegliere tra la verità e la leggenda, scegli sempre la leggenda, sosteneva John Ford, nelle parole citate da Wilson nell'omaggio sentito a Ian Curtis, mitico leader dei Joy Division, band centrale nel passaggio dal punk alla new wave, prodotta proprio dalla Factory con un contratto firmato col sangue. Intervallando la sua esilarante attività giornalistica con la sua vocazione di farsi portavoce dei tempi in mutamento, 24 Hour Party People, racconta un Tony Wilson post-moderno prima che il termine fosse in voga, capace di inseguire obiettivi il più delle volte inattuabili, ma dal fascino irrinunciabile. Come la fondazione del club Hacieda, croce e delizia della seconda parte della sua attività. D'altronde, lo stesso Tony Wilson a voler parafrase le parole del suo personaggio è secondario anche all'interno della sua storia personale, perchè questo è un film sulla musica.
Difficile giudicare la qualità tecnica dell'edizione del DVD, vista l'estetica volutamente sporca del film, tra finti raccordi sui concerti del passato, sequenze senza direzione della fotografia e audio spesso amatoriale. Non aiuta un master di partenza molto probabilmente tutt'altro che in ottime condizioni. Il comparto degli extra contenente la copia digitale per iPod, iPod Touch, iPhone, il trailer, la fotogallery e la biofilmografia non lascia particolarmente il segno ma l'idea di inserire il poster della locandina del film all'interno della confezione è encomiabile.