Il coraggio di ieri e quello di oggi
Ogni storia ha il diritto, e il dovere, di essere raccontata. Perché, se non viene raccontata, il suo destino è quello di essere dimenticata. E quando qualcosa viene dimenticato, noi tutti ci allontaniamo di un passo dalla verità. Julia Jarmond, giornalista americana trapiantata a Parigi, questo lo sa, come sa anche che ogni verità ha un prezzo: ma non per questo è disposta a rinunciarvi.
Quello che sembrava solo un lavoro come altri, infatti, si rivelerà invece in grado di scuotere le fondamenta della sua esistenza quotidiana, e di costringerla a ripensare i propri valori e le proprie priorità. Julia si assume l'incarico di scrivere un pezzo sui fatti del 16 luglio 1942, quando la polizia francese, obbedendo alla volontà dei tedeschi, rastrellò decine di migliaia di ebrei parigini e li rinchiuse per giorni, in condizioni igieniche e sanitarie disumane, nel Vélodrome d'Hiver, per poi smistarli verso i campi di lavoro. Attraverso le proprie ricerche, la donna verrà a conoscenza che l'appartamento in cui sta per trasferirsi, di proprietà della zia del marito, era proprio in quel periodo occupato da una famiglia ebrea: nel tentativo di rintracciarla, e di ricostruire lo svolgersi degli eventi in quei difficili momenti, Julia si imbatterà nella storia di Sara, giovanissima inquilina della casa in questione. La bambina, prima di essere catturata insieme ai genitori, aveva nascosto il fratellino all'interno di un armadio, pensando in questo modo di evitargli la brutalità della prigionia: parallelamente al presente di Julia, il film ci racconta anche i tentativi della piccola Sara di scappare dal campo per salvare il fratello, e la sua vita dopo la riconquista della libertà.


L'approfondimento così ben orchestrato dei percorsi individuali tanto di Sara che di Julia lascia però uno spazio forse troppo esiguo alla descrizione delle problematiche di coppia che coinvolgono la giornalista e suo marito: aldilà di questa sbavatura, però, La chiave di Sara è un film equilibrato e originale, che tocca argomenti sempre attuali da una prospettiva nuova, e che dimostra ancora una volta come soltanto attraverso la consapevolezza del nostro passato sia possibile costruire un presente più equo, per noi stessi ancora prima che per il mondo.
Movieplayer.it
3.0/5