A Venezia per presentare il suo The Queen, selezionato nel concorso internazionale, Stephen Frears si concede ai giornalisti accreditati in compagnia della sua straordinaria protagonista Helen Mirren e dello sceneggiatore Peter Morgan. Con lor anche i produttori Andy Harries e Christine Langan.
Oggi ci inchiniamo tutti alla regina. Lei ha appena vinto un Emmy interpretando Elisabetta I; interpretare Elisabetta II è stato più difficile?
Helen Mirren: Sicuramente la cosa mi ha spaventato molto, perché quando interpreti un personaggio vvente la situazione è perdente in partenza, non si potrà mai essere quella persona, né riprodurla. Ho avuto un coach per la voce, elemento su cui abbiamo lavorato molto anche con l'attore che interpretava Tony Blair. Ma sicuramente mai un ruolo mi aveva tanto intimidito.
Siete incorsi in problemi legali per realizzare questo film?
Andy Harries: Non ci sono problemi legali, per quanto ne sappiamo. C'è una tradizione per cui la famiglia reale fa causa un po' a tutti e un progetto di questo tipo, certo, poteva essere in pericolo. Ma in casi come questi la loro posizione è normalmente quella di non fare commenti.
Helen Mirren: I cittadini godono della libertà di parola e in questo senso la regina è sempre stata molto liberale. Il nostro film non è diffamatorio, in caso contrario credo che la famiglia reale avrebbe giustamente avuto da ridire.
Morgan e Frears, veramente siete convinti che ci sia un rapporto freudiano tra Tony Blair e la regina?
Peter Morgan: La regina ha la stessa età che avrebbe avuto la madre di Blair se fosse vissuta. Non voglio dire che necesariamente Blair veda una madre in lei, però quando si hanno rapporti con persone che hanno l'età dei nostri genitori un certo tipo di rapporto si instaura quasi automaticamente. Elisabetta II è stata la figlia di Churchill, la moglie dei suoi successori e la madre del Primo Ministro attuale. Certo è una congettura che abbiamo fatto noi che Blair veda la regina come una figura materna.
Stephen Frears: Io sono inglese: in Inghilterra la regina è la madre di tutti.
Helen Mirren: E' difficile spiegare a chi non è inglese che cosa significa la regina per noi. E' una presenza costante in ogni momento della nostra vita, chiunque viva in Gran Bretagna è cresciuto convivendo quotidianamente con la sua immagine. Uno può essere un fervente repubblicano o un convinto monarchico, non ha importanza, lei è lì per tutti ed è un punto di riferimento del nostro paesaggio mentale. Familiare ed enigmatica e incomprensibile.
Non la madre della nazione, forse, ma sicuramente una figura materna per tutti. Quando io ero piccola e avevo qualche disturbo, mia madre mi diceva: "Non preoccuparti, anche la regina ne soffre". Eppure io sono sempre stata repubblicana e ho sempre detestato l'idea della famiglia reale.
Il film fa pensare che l'inghilterra, alla morte di Lady Diana, sia stata sull'orlo di una rivoluzione, con l'abolizione della monarchia. Voi siete veramente convinti che sarebbe potuto accadere?
Helen Mirren: Sono certa che in Gran Bretagna sono stati i mass media a gonfiare la reazione della gente alla morte della principessa Diana e all'atteggiamento della Corona. Non credo che la cosa abbia lasciato il segno profondo che sembrava allora, ma questo solo la storia ouò dircelo.
Stephen Frears: Io non credo ci sia stata alcuna possibilità di una rivoluzione. Solo tre mesi prima Tony Blair era stato eletto con una maggioranza enorme; la gente parlava molto di cambiamento, di ammodernamento della società britannica. E' stata la coincidenza di questi eventi - l'elezione di Blair e la morte di Diana - a creare un po' di scompiglio nella famiglia reale e nel suo apparato. Nel film la parola "rivoluzione" viene usata ma non in senso letterale.
Frears è conosciuto come un regista anticonformista e irriverente, è un po' strano immaginarlo alla regia di questo film. Vedendo il film però mi chiedevo se le sue simpatie sono dalla parte di Blair o della regina?
Stephen Frears: Io sto invecchiando, e come tutti, imparo dall'esperienza e capisco sempre di più le persone. Qui c'è un'istituzione che presta il fianco alle critiche ma alla guida di essa c'è una donna straordinaria. E questo rende tutti più complesso. Non so dire se sono dalla parte dell'uno o dell'altro.
Helen Mirren: Io credo che il film cerchi di districarsi dal concetto della monarchia, tra le altre cose; io, nel lavorare sul personaggio, ho cercato di rompere le sovrastrutture costruite intorno alla regina e al suo mondo anacronistico andando nel profondo, scoprendo l'umanità di questa persona. Se il film avrà successo sarà per l'aspetto umano e non per tesi politiche o simili.